Ascoli, Papa Waigo: “Ho gravi problemi familiari, lasciatemi andar via”

Papa Waigo, attaccante dell’Ascoli, spiega bene la sua situazione ai microfoni de ‘Il Resto del Carlino’.

Fonte immagine: ascolicalcio.net

 

Papa Waigo cosa è successo?
“Ho deciso di rilasciare questa dichiarazione in esclusiva al Resto del Carlino perchè lo ritengo un quotidiano serio che ha sempre raccontato la verità e non parlerò con nessun altro”.

 

Ne ha parlato con la società?
“Sono a Dubai. Sono stato nella sede dell’Ascoli due settimane fa per chiedere ai dirigenti bianconeri di lasciarmi andar via. Ho firmato un contratto per un anno con l’opzione per gli altri due e ho implorato i dirigenti di non farla valere perchè ho gravi problemi familiari da risolvere e non posso rimanere all’Ascoli. Pensavo fosse tutto chiarito e invece mi sono ritrovato legato alla società bianconera fino a giugno 2014 senza possibilità di poter fare nulla”.

 

Ma il contratto parla chiaro: non sarebbe meglio tornare qui e parlarne direttamente?
“Voglio dire innanzitutto che non sono un bandito, non sono un ladro e non sono un irriconoscente. Voglio spiegare ai tifosi che ho amato questa maglia, ho sposato la causa dell’Ascoli da uomo d’onore e non sono scappato via come un ‘latitante’. La società sapeva benissimo che avevo delle necessità familiari e tuttora spero che capisca che non posso più tornare a giocare in Italia, ma neanche in Europa. La mia esperienza calcistica europea è finita. Ho questa opportunità a Dubai, ma la società araba non aspetterà il 30 agosto. Quindi se l’Ascoli non mi lascerà andar via prima tornerò in Senegal e smetterò di giocare, perchè prima del calcio c’è la mia famiglia e io devo tutelarla”.

 

E’ una questione di soldi?
“Non scherziamo. Quando ho accettato di venire all’Ascoli ho rinunciato a 600.000 euro che mi dava la Fiorentina. Mi ha convinto il presidente Roberto Benigni, il suo progetto di voler salvare l’Ascoli nonostante i dieci punti di penalizzazione, il suo entusiasmo. Gli ho detto. ’Quanto mi puoi dare?’ Lui ha risposto: “90.000 euro” e io ho detto: “Va bene, accetto questa sfida perchè voglio giocare e voglio dimostrare di essere ancora determinante”. Così sono venuto all’Ascoli con grande entusiasmo. Abbiamo compiuto un miracolo anche grazie ai miei 15 gol. Insomma, il mio dovere credo di averlo fatto in pieno e per questo ho chiesto alla società di lasciarmi andar via, in segno di riconoscenza per quello che avevo fatto insieme alla squadra e speravo che la dirigenza dell’Ascoli avesse capito”.


Le è stato proposto anche un ritocco contrattuale?
“Certamente, ma, ripeto, non è un fatto di soldi. L’Ascoli mi ha proposto un contratto da 250.000 euro a stagione pur di farmi rimanere, e se fossi stato un bandito, come qualcuno ha detto, li avrei accettati. Papa Waigo, però, è una persona seria, un uomo con dei principi, uno che non ha mai trascorso una notte in discoteca e non è andato in giro con altre donne. Nessuno sa il mio stato d’animo quando tornavo a casa dopo l’allenamento. Non ne ho mai parlato con nessuno, anche se nello spogliatoio sorridevo e scherzavo con tutti. Adesso chiedo solo di essere lasciato libero di andar via”.
Questo però è un danno economico per l’Ascoli Calcio: se ne rende conto?
“Certamente, e ho anche detto che sono disposto a rinunciare agli stipendi, ai premi e a tutto quello che devo ancora avere. La società bianconera ha già guadagnato ingaggiando Papa Waigo lo scorso anno con uno stipendio minimo. Credo che un accordo si possa ancora trovare anche così. Vi prego, lasciatemi andar via”.

 

Simone Ciarrocchi

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