Campagnaro: “Avrei detto sì all’Italia, ma ora gioco con Messi. Juve-Napoli? Vogliamo vincere”

Hugo Campagnaro era quasi uno sconosciuto in Argentina. Ma per il c.t. Sabella è diventato fondamentale. Piace il
suo atteggiamento e il compromesso dentro e fuori dal campo, anche il suomodo di pensare e vivere il calcio. Il difensore
del Napoli ha parlato nei microfoni di Cadena 3, una radio della provincia di Cordoba dove è nato, e oltre alla sfida contro
l’Uruguay di Cavani, ha parlato del suo futuro.

Fonte: Danilo Rossetti (www.foto-calcio-napoli.it)

Dopo la sosta per le nazionali, subito la Juventus: a proposito, le voci che la vorrebbero a Torino?
«Già per ora solo voci. Se mi piacerebbe o no sarà una cosa che valuterò solo se arriva una possibilità certa. Sono un giocatore del Napoli, ci sto bene, siamo al primo posto accanto alla Juventus che, per me, oggi è un’avversaria»

Dai sogni da bambino alla nazionale...
«Bello, anche se tutto mi è costato tantissimo. Gli inizi a Granadero Baigorria, il mio paese. Poi il trasloco a Buenos Aires, al Deportivo Moròn. Ho giocato nella Terza Divisione argentina per 5 anni. Poi è arrivato il provino col Piacenza. E da lì ho iniziato a fare strada in Italia. Se penso che fino a qualche anno fa andavo al campo di Ezeiza a farmi scattare qualche foto coi giocatori, che allora erano i miei miti, come Zanetti e Almeyda. E ora sto entrando in campo per giocare le partite di qualificazione al Mondiale…».

A proposito: ha mai pensato alla Nazionale italiana?
«Certo, a 31 anni avevo perso la speranza di giocare con la Selección e avrei detto di sì alla squadra azzurra. Ma ora stare qui con l’Argentina è un sogno e sono orgoglioso».

Nell’Argentina, tra i tanti compagni, lei gioca con Messi. Nel Napoli, tra i tanti bravi, è molto amico di Cavani.
«Cavani gioca in un ruolo diverso con l’Uruguay rispetto al Cavani che conosciamo a Napoli. Da noi fa il prima punta, si sa smarcare in area, tira di destro e di sinistro ed è bravo di testa. E ha un vantaggio: non si stanca mai. Ma in Uruguay, avendo Luis Suarez come centravanti, più Forlan, gioca più aperto, quasi come esterno, e credo che così perde un po’ di pericolosità ».

Lo affronterà da avversario: ha paura di fargli male?
«Quando uno difende i colori della Nazionale, non ha spazio per pensare a certe cose. L’amicizia tra di noi è solo fuori dal campo. Se diventiamo avversari, durante 90’ l’amicizia va dimenticata ».

E, lasciando da parte per un momento il Napoli, che effetto le fa giocare con i fantastici 4 argentini?
«Avere compagni come Di Maria, Messi, Higuain e Agüero non è che porti più problemi ai difensori. Anzi, sono loro che creano problemi agli avversari, che alla fine attaccano poco».

Infine, Hugo, un pensiero su lei e sul Napoli.
«Mi definisco un lavoratore del calcio. La mia carriera è un sinonimo di lavoro. E col lavoro voglio farmi valere anche a Napoli, magari vincendo tanto, a cominciare dalla gara con la Juve».

Fonte: Martin Mazur – Gazzetta dello Sport

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