Dramma Chelsea, sconfitta col Sunderland e fine del record di Mou

“Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare”. Questa massima, coniata da John Belushi nel film Animal House, è più che adatta per la partita odierna del Chelsea. Allo Stamford Bridge si fa sul serio. Il campionato inglese, a differenza di quello italiano, è ancora apertissimo e, come quello spagnolo, ci sono tre squadre nel giro di una manciata di punti a contendersi il titolo. Una di queste è il Chelsea, al momento secondo, che incontra tra le mura amiche il Sunderland ultimo in classifica. Vincere è di vitale importanza per entrambe le squadre ma gli obiettivi sono diametralmente opposti.

Fonte: Wikipedia
Fabio Borini, match winner. Fonte: Wikipedia

I Blues passano in vantaggio a pochi minuti dal fischio d’inizio sfruttando una delle debolezze del Sunderland: i calci piazzati. Dalla bandierina sinistra si presenta Willian, la sua palla in mezzo viene raccolta da Samuel Eto’o che colpisce bene al volo di sinistro e porta i suoi in vantaggio dopo soli 12′ di gioco. Gol numero 9 in Premier per il camerunense. La reazione degli ospiti, però, non si fa attendere. Al 19′ schema da corner che culmina con un siluro da fuori area di Marcos Alonso; sulla respinta corta di Schwarzer si avventa, come un avvoltoio sulla sua preda, Connor Wicham che firma l’1-1. Per l’Under 21 inglese si tratta del terzo gol consecutivo di una certa caratura: i precedenti due erano arrivati solo tre giorni fa nel pareggio per 2-2 contro il Manchester City. Al 36′, ancora una volta da calcio d’angolo, il Chelsea si avvicina al nuovo vantaggio: è Ivanovic a impattare di testa, ma Vito Mannone disinnesca in due tempi il suo tentativo. Il primo tempo si chiude in parità, con il portiere italiano del Sunderland che nel corso dei 45 minuti in più di una volta ha salvato i Black Cats con le sue parate.

Al rientro il Chelsea impiega solo due minuti per andare nuovamente vicino al gol: ottimo contropiede, culminato con l’assist di Willian per Eto’o, ma la conclusione dell’ex Inter esce di pochi centimetri oltre il secondo palo. La partita però stenta a decollare e allora Mourinho al 59′ inserisce Demba Ba, risolutore di due impegni recenti: la qualificazione alle semifinali ai danni del PSG e, solo sei giorni fa, la gara di Premier con lo Swansea. Il senegalese si rende pericoloso a 5 minuti dall’ingresso scambiando bene con Willian in area di rigore, ma al momento della conclusione non trova l’angolo giusto per la coordinazione e la sua conclusione esce di poco larga. Il copione non cambia, e Mou le prova tutte: tra il 67′  e il 74′ entrano Torres e Schurrle al posto di Eto’o e Sahim. Ma la svolta inattesa alla gara arriva all’81’: Azpilicueta scivola dalle parti della propria area di rigore, Jozy Altidore ne approfitta per rubargli la palla, poi il terzino del Chelsea entra in scivolata per recuperare, ma secondo l’arbitro tocca la gamba dell’americano e quindi è calcio di rigore. Dagli 11 metri si presenta l’italiano Fabio Borini che non sbaglia e completa la rimonta dei suoi fissando il punteggio sull’1-2. Al triplice fischio dell’arbitro per i presenti allo Stamford Bridge l’incubo si materializza: i Blues cadono in casa contro l’ultima della classe, e la sconfitta coincide con la fine dell’imbattibilità casalinga di José Mourinho come allenatore del Chelsea che durava da 77 partite.

Sconfitta pesante anche per la corsa al titolo, se domani Liverpool e Manchester City dovessero vincere probabilmente il cerchio delle pretendenti al titolo si stringerà fino a diventare un affare per due: Reds e Citizens, appunto. Per il Chelsea c’è ancora una Champions in palio, e il 30 aprile contro l’Atletico Madrid bisognerà riguardare la gara odierna, all’unico scopo di non ripeterla assolutamente: contro i Colchoneros ci sarà bisogno del miglior Chelsea, l’opposto di quello poco combattivo visto oggi, soprattutto nella ripresa. Il tempo, intanto, stringe. E già domani Liverpool e City potrebbero allungare sui Blues, estromettendo quasi completamente Mou dalla lotta. Un Black Saturday da dimenticare al più presto.

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Edoardo Ciotola

21enne che continua imperterrito a parlare di 'farsi i viaggi' e che sogna di diventare giornalista sportivo di professione. Metà napoletano e metà spagnolo (d'adozione). Cresciuto a pane e Fabri Fibra, ama il calcio (la fede è quella interista) e ascolta qualsiasi tipo di musica. Insomma, non ha le idee propriamente chiare, ma è talmente orgoglioso da essere capace di farne addirittura un vanto. In fin dei conti però una cosa è certa: la sua anima è unita, tramite punti di sutura, alla scrittura e alla comunicazione, di qualsiasi forma esse siano.

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