Premier League, Van Persie e quel numero dietro la schiena

Un titolo vinto a mani basse, quello in Premier League dal Manchester United. 81 punti, contro i 63 dei “citizens”, gli odiati cugini multimilionari.

Flickr: Robin van Persie AutoreDoha Stadium Plus Qatar - wikipedia.org - Cropbot
Flickr: Robin van Persie
Autore Doha Stadium Plus Qatar – wikipedia.org – Cropbot

Ieri, ad un anno di distanza dalla sciagurata partita dello United contro l’Everton (dove gli uomini di Sir Alex Ferguson si fecero rimontare dai Toffes), giustizia è stata fatta. Il 20° titolo è approdato all’Old Trafford, con tutta la tranquillità del caso per l’armata rossa. Dopo la delusione di Champions contro il Real Madrid, la squadra ha chiuso subito il discorso campionato, lasciando al City le briciole. Lui, il numero 20, ha fatto la differenza fra le due squadre di Manchester: Robin van Persie. L’attaccante olandese, che in estate sembrava ad un passo dal vestire la casacca azzurra, è stato il vero uomo in più per i “Red Devils”. 20 come i titoli in bacheca, 20 come il suo numero di maglia. Quasi un segno del destino, che nella partita fondamentale della stagione, quella vinta ieri in casa contro l’Aston Villa grazie proprio ad una sua tripletta, lui si sia portato a casa il pallone e tanti aggettivi positivi. Nonostante un periodo di buio, ha saputo riportare il sorriso nella parte rossa di Manchester, quella abituata ai successi. 3 gol in 33 minuti, per archiviare una pratica che sembrava incredibilmente lontana dopo un breve periodo di flessione. Il City è stato un brutto clone della squadra battagliera vista nella scorsa edizione della Premier League, con poche idee in attacco e interpreti sbagliati. Forse, la differenza, è proprio questa: in attacco mancava quella “spruzzata” di fantasia che non guasta mai. “Ma come”– si chiederanno i simpatizzanti della squadra di Mancini- “con l’attacco composto da Aguero, Silva, Tevez e Dzeko, manca la fantasia?“. Si parla di fantasia “pazza”, quella di Mario Balotelli, per intenderci. L’attaccante, ora al Milan, forse poteva essere l’unico ad equilibrare il gap fra le due compagini di Manchester. E’ forse un caso che, in mancanza dell’attaccante italiano, la squadra di Mancini non sia stata incisiva nei match decisivi della stagione? Facendo riferimento al derby d’andata, dove Mancini gli diede fiducia ma il buon Mario non fece la sua parte; sostituito al 51’ di gioco per far spazio all’ex del match Tevez. Proprio nel derby di andata, risultò decisivo Robin van Persie con la punizione da 3 punti al 92’, quasi un segno del destino. Come il numero che porta dietro la schiena: 20, la squadra più titolata d’Inghilterra.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Su questo sito utilizziamo strumenti nostri o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente usati per permettere al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare statistiche di uso/navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare opportunamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore con noi. Cookie policy