Steven Gerrard: una vita per il Liverpool

Il calcio inglese è qualcosa che non si può spiegare, emozione pura.

Steven Gerrard (fonte: Philip Wilson, Flickr.com)
Steven Gerrard (fonte: Philip Wilson, Flickr.com)

E’ in Inghilterra che è nato il calcio, ed è li che dopo cinque giorni di lavoro inizia la festa del sabato, quella della Premier League. Gli “spezzatini” milionari delle PAY-TV non hanno infranto gli incantesimi che avvolgono gli stadi d’Inghilterra: la maestosità dell’Emirates, l’arco di Wembley, la gradinata di Old Trafford, la soglia di Anfield, segnano il confine tra la realtà e la magia che regala la terra inglese, custodiscono anni e anni di memorie, raccontando le leggenda dello sport britannico.

Ed è proprio ad Anfield che la KOP, la straordinaria curva del Liverpool ha il privilegio di raccontare le gesta di un uomo irripetibile: veste la maglia dei Reds da quasi trent’anni, talento puro e amore infinito per il Liverpool: è Steven Gerrard.

Quando staranno per terminare i miei giorni, non portatemi in ospedale, ma ad Anfield. Qui sono nato e qui voglio morire”.

Steven nasce a Whiston nel 1980, ha esordito in Premier League nel 1998 e a livello internazionale nel 2000 con la maglia dell’Inghilterra. Nel settembre 2006 venne pubblicato “Gerrard: My Autobiography”, scritto in collaborazione con il giornalista Henry Winter. La dedica del libro è ”Io gioco per Jon-Paul”, in onore del cugino Jon-Paul Gilhooley, morto all’età di dieci anni nella strage di Hillsborough del 15 aprile 1989. “È stata dura quando ho saputo che uno dei miei cugini aveva perso la vita, vedere la reazione della sua famiglia mi ha spinto a diventare il giocatore che sono oggi

Ed è proprio da questo evento che la vita di Steven cambia per sempre. Quel pomeriggio, nella primavera del 1989: i genitori non gli comprano il biglietto per la semifinale di FA Cup e lo costringono a invidiare il cugino Jon-Paul Gilhooley, al quale invece hanno regalato una gita a Hillsborough, il sogno della sua vita. Liverpool-Nottingham Forest: in teoria la giornata più bella, in pratica l’inizio della tragedia. La Leppings Lane si trasforma in un cimitero a cielo aperto; Jon-Paul rimane schiacciato dai corpi dei suoi compagni di fede e muore così, a dieci anni.

Tanto il dolore ma gli occhi di Jon-Paul sorridono ancora a Steven: quando indossa la maglia della baby academy del Liverpool, sente che un altro cuore batte accanto al suo. L’Inghilterra comincia a parlare di lui: il suo nome rimbalza ovunque ma lui ascolta solo la musica di Anfield.

Gerrard esulta. Fonte: @LFCUSA Twitter
Gerrard esulta. Fonte: @LFCUSA Twitter

Il 29 novembre 1998 arriva l’esordio con la prima squadra: ha diciotto anni, in panchina si toglie la tuta e sostituisce Vegard Heggem. Già dai primi movimenti si nota il suo carattere, in Inghilterra è nata una stella.

Tre anni dopo, sotto il cielo di Stamford Bridge iniziano a girare voci del corteggiamento del Chelsea: i Blues lo vogliono a Londra, lui ci pensa, ma poi capisce che Liverpool è la sua casa e in nessun altro posto si sentirebbe così vivo, sente che solo la maglia rossa può tenere acceso il suo secondo cuore.

Sono pronto a tutto per il bene del Liverpool” disse il giocatore, nonostante le presunte minacce di morte e i rapporti non del tutto tranquilli con la KOP, la curva storica dell’Anfield, dopo le voci del suo presunto passaggio al Chelsea. Nel 2005 una delle partite più decisive della carriera di Steven che mise fine a rumors incontrollati, la finale di Champions League all’Ataturk di Istanbul contro il Milan: il Liverpool è sotto per 0-3 alla fine del primo tempo. I rossoneri sembrano spazzare via ogni speranza dei Reds, ma non cancellano la voce dei tifosi inglesi che continuano ad incitare la proprio squadra. Le voci raggiungono gli spogliatoi: gli occhi di Gerrard si accendono ed è proprio lui a dare inizio a quella che sembrava una rimonta impossibile: al 54′ Gerrard sigla il gol dell’1-3 e, dopo il 2-3, subì fallo in area da Gattuso, procurando il rigore che Xabi Alonso ribatté in rete dopo la respinta di Dida. Con il risultato di 3-3 si andò ai calci di rigore, i  Reds  evitano il tracollo e sorpassano ai rigori, il Milan sbagliò tre tiri contro uno solo degli inglesi. Il Liverpool si laureò così campione d’Europa a 21 anni di distanza dalla sua ultima affermazione nel massimo trofeo continentale, il suo capitano alza la Coppa nel cielo: Come potrei pensare di lasciare Liverpool dopo una notte come questa?” disse a fine partita. Le sue prestazioni nel corso di quella edizione della Champions League gli valsero il titolo di miglior giocatore del torneo. Alla fine dell’anno risultò terzo classificato nella graduatoria del Pallone d’oro 2005.

Poco meno di un anno dopo racconterà la storia di Jon-Paul e commuoverà il mondo intero: sa che la ferita di Hillsborough esisterà sempre nella sua vita, e che continuerà a vestire quella maglia rossa in suo onore. Divenuto ormai il giocatore-simbolo del Liverpool, Steven Gerrard firmò il 3 aprile 2009 un prolungamento di contratto quadriennale, che lo avrebbe legato ai Reds fino a tutta la stagione 2012-2013. L’annata 2008-2009 terminò con 24 gol totali, record personale, e il club si piazzò al secondo posto in campionato alle spalle del Manchester Utd, il 16 giugno manifestò l’intenzione di chiudere la carriera nel Liverpool, mettendo in conto che quello in corso sarebbe potuto essere il suo ultimo contratto: “Avrò 33 anni nel 2013, e non credo proprio che andrò avanti. Ho sempre saputo che l’inizio e la fine della mia carriera sarebbero stati in un unico club, e non mi vedo con un’altra maglia”.

Gerrard - Fonte: Phillip Chambers, flickr.com
Gerrard – Fonte: Phillip Chambers, flickr.com

Nel cuore di Steven Gerrard anche lo scivolone più brutto della carriera che gli ha tolto la gioia del primo titolo di Campione d’Inghilterra quando il traguardo sembrava ormai rimanere tra le mura di Anfield. Un suicidio sportivo, quello del Liverpool che si fa rimontare tre goal in venti minuti dal Crystal Palace, in casa sua, salutando ogni possibilità di vincere la Premier League. Le lacrime dell’attaccante uruguaiano Luis Suarez a fine partita, lui l’autore del momentaneo 0-3, capitan Gerrard nelle vesti di consolatore commosso e disperato allo stesso tempo. “No, non doveva succedere“, si ripetevano i supporter affranti sugli spalti del Selhurst Park. Il gruppo ci credeva davvero dopo la vittoria sul Manchester City per 3-2, così Steven, uno che ha vinto tutto ma mai il titolo nazionale, chiese a tutti il massimo impegno per raggiungere un obiettivo che a Liverpool mancava da 24 anni, ma alla fine furono i Citizens a conquistare il titolo. I sogni di migliaia di tifosi, si sono spenti ma non il Liverpool che continuerà ad essere protagonista nelle magiche cornici della Premier League, cantando il coro più bello della storia del calcio inglese: You’ll never walk alone, anche dopo oggi, 2 gennaio 2015, dove in una nota pubblicata sul sito ufficiale del Liverpool, Steven Gerrard ha annunciato che al termine della stagione lascerà i Reds dopo 17 stagioni, di cui 12 da capitano, 695 partite, 180 gol e 11 trofei. Non smetterà, probabilmente andrà a giocare nella MLS, ma di una cosa è certo: “Questa è stata la decisione più dura della mia vita, sia io che la mia famiglia ci siamo stati male per un bel po’ di tempo. L’ho presa adesso così l’allenatore e la squadra non saranno distratti dalle speculazioni sul mio futuro. Da adesso fino all’ultimo pallone della stagione sarò impegnato per la squadra pienamente come ho sempre fatto. E’ mio desiderio di tornare un giorno a servire il Liverpool, in qualunque modo il club vorrà. Un onore rappresentare i tifosi come giocatore e come capitano. Non posso ancora confermare a questo punto dove giocherò, ma continuerò a farlo. Giocherò dove non potrò affrontare il Liverpool. Non potrei mai sopportarlo. La mia decisione si basa solo sul fatto di voler provare qualcosa di nuovo nella mia carriera e nella mia vita, non voglio avere rimpianti o rimorsi quando smetterò”. 

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