Juve, Matri: “La rimonta è già partita”

I gol si contano, si pesano e cambiano l’umore. Non sono tutto, ma sono molto.

Fonte immagine: Danilo Rossetti
Fonte immagine: Danilo Rossetti

Servono a vincere e a capire. Alessandro Matri per qualche mese ha faticato a segnare, adesso invece lo fa con continuità: otto reti nelle ultime sedici presenze. L’ottavo, all’Inter, è stato un gol da grande centravanti: si è sfilato dalla marcatura di Ranocchia, ha fintato il movimento, ha attaccato il primo palo e ha girato in porta il cross di Quagliarella. Un gol così un po’ lo alleni e un po’ ce l’hai dentro. Il bello (e il difficile) è farlo venire fuori: Matri ci è riuscito perché adesso, da un po’, sta bene. Con le gambe e con la testa.

Matri, qual è stato il primo pensiero al rientro nello spogliatoio dopo l’andata col Bayern?
“Il dispiacere per la sconfitta e la consapevolezza che il Bayern sia molto forte, come Barcellona e Real. Abbiamo provato a fare il nostro gioco, ma non ci siamo riusciti. Di sicuro non avevamo messo in preventivo di incassare un gol dopo una ventina di secondi. Quella rete ci ha scombussolato e intimorito”.

Che cosa può cambiare in pochi giorni al punto da rendere possibile la rimonta?
“Innanzitutto abbiamo bisogno di battere il Pescara: una vittoria ci darebbe fiducia e serenità. Per quanto riguarda il Bayern, il gap c’è: la squadra tedesca ha esperienza e grandi individualità. Ma sono convinto che gioco e organizzazione ci possano aiutare. Noi siamo consapevoli della nostra forza, nel calcio tutto è possibile e subito dopo la fine della partita di Monaco ci siamo rincuorati cominciando a pensare al ritorno. Ma anche all’Allianz Arena eravamo stati bravi a tenere dopo il gol a freddo. E il Bayern, pur avendo meritato la vittoria, ha segnato due reti abbastanza assurde”.

Vedendo Mandzukic si sarà rincuorato: non solo agli attaccanti della Juve viene chiesto di fare un lavoro enorme per la squadra…
“Ormai è così dappertutto: non c’è più posto per la punta che si limita a stare in area”.

Sorpreso dalle parole di Beckenbauer su Buffon?
“Sono state dichiarazioni poco intelligenti. Gigi è il Messi o il Maradona dei portieri”.

Per caratteristiche di gioco e qualità individuali, il Bayern è una Juve più forte?
“Si può definire così. Ci ha stupito il ritmo: in questi due anni ci è capitato raramente di subire gli avversari. Sicuramente noi avevamo sprecato più energie di loro in campionato”.

Si aspetta un’invenzione di Conte per la gara di ritorno?
“Non c’è nulla da inventarsi. Dobbiamo lavorare e fare in campo quello che abbiamo fatto negli ultimi due anni”.

Il Pescara è l’avversario ideale per ripartire?
“Noi non abbiamo mai sottovalutato nessuno e non lo faremo nemmeno stavolta. L’unica cosa sicura è che dobbiamo vincere”.

Il vantaggio in classifica è rassicurante?
“Abbiamo in mano un pezzo di scudetto. Sta a noi completare l’opera o buttarlo via. Dopo la partita col Pescara sfideremo Lazio, Milan e Torino: un calendario non facile”.

Meglio fare il titolare da un’altra parte o essere uno dei cinque attaccanti alla Juve?
“Se mi sento importante, meglio restare qui”.  

Conte ha detto che tra le differenze col Bayern c’è la disponibilità economica che consente di acquistare i fuoriclasse.
“I campioni servono, ti danno una mano a vincere. Noi abbiamo due o tre campioni e poi un gruppo di giocatori che deve crescere ancora e confermarsi anno dopo anno”.

A lei non piace essere giudicato solo in base ai gol. Nel 2013, però, sta segnando molto: da che cosa dipende la sua crescita?
“Io so che i gol contano, non ho mai capito piuttosto la continua ricerca mediatica del top player. Comunque ho avuto una grossa iniezione di fiducia prima di Natale: a Parma contro il Cagliari realizzai una doppietta. Quando segni ti scatta dentro qualcosa. Prima non ero spensierato, poi mi sono rasserenato. Lo sconforto è sbagliato, ma siamo tutti uomini”.

 

 

Fonte: gazzetta.it.

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