Man of the Week Champions League: Fernando Torres (Chelsea)

E’ stato fin troppo facile scegliere il Man of the Week per questo turno di Champions League: con la sua doppietta che potrebbe mettere fine ad un periodo nero che dura ormai da due anni, “El Niño” Fernando Torres si è guadagnato lo scettro di personaggio della settimana in campo europeo.

Fonte immagine: flickr.com - (C) The_Old_Grey_Wolf

La motivazione di questa scelta non sta tanto nel fatto che “El Niño” abbia siglato una doppietta, ma più che altro perché arriva dopo un lunghissimo periodo nel quale non gli girava niente per il verso giusto. Ne parleremo più nel dettaglio dopo, ma giusto per dovere di cronaca, possiamo già aggiungere che l’apice del suo periodo nero si è toccato qualche settimana fa contro il Manchester United: dribbling ai danni del portiere e palla messa incredibilmente fuori con la porta totalmente sguarnita.

Fernando José Torres Sanz nasce a Fuenlabrada, il 20 marzo del 1984. Lega la sua intera giovinezza calcistica all’Atletico Madrid, giocando sempre e solo nelle giovanili dei Colchoneros. E’ lì che si procura il soprannome “El Niño”, per via della sua precocità: debutta infatti in prima squadra a 18 anni divenendo immediatamente titolare fisso, diventando l’anno dopo, a soli 19 anni, capitano dei biancorossi di Madrid. All’Atletico Torres rimane dal 2000 al 2007 (dal 1995 se contiamo le giovanili), collezionando 214 presenze totali con ben 82 reti.
Nel 2007 Torres lascia la squadra alla quale ha legato la sua intera carriera sino a quel momento, per trasferirsi in Inghilterra: più precisamente lo prende il Liverpool, che versa nelle casse dei Colchoneros 36 milioni di euro. All’ombra del leggendario Anfield Road Torres diventa immediatamente un idolo, a suon di grandi prestazioni e gol a ripetizione: saranno in totale 65 in 102 presenze (nella Premier League) in quattro anni di militanza nei Reds. Il meglio lo da nella prima stagione: 33 reti realizzate e titolo di miglior giocatore della Premier League al primo colpo.
L’ultimo giorno di mercato della sessione invernale della scorsa stagione, il 31 gennaio 2011 quindi, arriva l’annuncio a sorpresa: dopo un totale di 142 presenze ed 81 reti, Fernando Torres lascia il Liverpool. Su di lui è difatti piombato il Chelsea di Abramovich che, staccando un assegno da 50 milioni di sterline (pari a 58,5 milioni di euro, l’acquisto più costoso nella storia del calcio inglese), acquisisce per i Blues i servigi di uno dei più forti attaccanti dei giorni nostri.
Peccato che le forti premesse non siano state poi seguite dai fatti. Il suo primo gol arriva infatti dopo ben 13 presenze con la maglia del Chelsea: 903′ di digiuno. E da allora i gol non saranno moltissimi, anzi tutt’altro. Diviene un vero e proprio caso, oggetto dello scherno dei tifosi avversari, come ad esempio dopo il già citato clamoroso errore contro il Manchester United: i tifosi dei Red Devils non si sono lasciati scappare l’occasione di cantare “What a waste of money”. Ogni sua prestazione non supera la mediocrità, ma nel complesso i suoi voti sono quasi sempre più che insufficienti. Questo almeno fino a ieri sera ed alla doppietta al Genk, in una gara dove, finalmente, i tifosi del Chelsea hanno potuto vedere “El Niño” che tanti sfracelli ha fatto con Atletico Madrid e Liverpool.

Per quanto riguarda la nazionale spagnola, a partire dall’Under15, Torres ha vestito tutte le casacche delle nazionali di Spagna. Nel 2003, a 19 anni, debutta con la squadra maggiore, collezionando, fino ad ora, 89 presenze con 27 reti, formando con David Villa una delle coppie d’attacco più temute al mondo. Questo almeno finché la condizione gli ha retto.
Con la maglia delle Furie Rosse., comunque, vince sia l’Europeo del 2008 (suo il gol della vittoria in finale) che il Mondiale del 2010 (sette presenze ma nessuna rete).

Se la doppietta al Genk ci avrà restituito definitivamente il vero Fernando Torres, questo ce lo dirà solo il tempo.

 

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