Roma-CSKA 5-1, tripudio giallorosso all’Olimpico con super Gervinho

Se qualcuno aveva dubbi sulla dimensione internazionale della Roma, assente dalla Champions League dalla stagione 2010-2011,  ogni alone è stato fugato dalla gara di stasera: cambia il paloscenico, infatti, ma non lo spartito, con i giallorossi che annichiliscono il CSKA Mosca in meno di mezz’ora e fanno propri i tre punti in palio stasera.

Gervinho. Fonte immagine: www.genoacfc.it
Gervinho. Fonte immagine: www.genoacfc.it

Rudi Garcia veste la sua squadra con l’abito delle grandi occasioni, puntando sul tridente pesante con Iturbe, Gervinho e Totti ed affindandosi all’esperienza di Seydou Keita per sostituire lo squalificato Daniele De Rossi (che sconta l’ultima delle tre giornate comminategli per un colpo dato a Srna dello Shakhtar Donetsk nel 2011).

PRIMO TEMPO – La Roma affronta la gara con la solita ferocia, costringendo sin dai primi attimi i russi nella propria metà campo e sfiorando subito la rete su incursione di Nainggolan che cerca Gervinho al centro, il quale però viene anticipato nel momento clou (2′). E’ solo l’antipasto di quello che deve succedere, perché nel giro di venti minuti una tempesta giallorossa si abbatte sull’Olimpico portando in dote tre reti: prima Iturbe bagna la sua prima presenza in Champions League scattando sul filo del fuorigioco e bruciando Akinfeev (6′), poi Gervinho dà il la al proprio show controllando il pallone in mezzo all’area e segnando con un preciso tiro di punta (10′), quindi Maicon approfitta di una clamorosa papera del numero uno russo (non nuovo a questi errori) portando i suoi sul triplo vantaggio (20′).

Il CSKA è in completo choc, incapace di reagire o di imbastire una qualsiasi manovra di gioco; nella sua unica occasione, per altro, il bomber Doumbia inciampa lasciandosi ipnotizzare da De Sanctis, che non va a terra sull’uno contro uno e sventa il pericolo portato alla sua porta. I padroni di casa non si lasciano impressionare da questo segno di vita dei russi e vanno nuovamente in rete con Gervinho che, servito splendidamente da capitan Totti, supera la difesa avversaria e segna la sua personale doppietta (31′), facendo praticamente calare il sipario sulla partita; il resto del primo tempo è infatti pura accademia per gli uomini di Garcia.

SECONDO TEMPO – La ripresa offre il medesimo spettacolo della prima frazione con i giallorossi che dispongono a piacimento degli avversari; il tempo di un paio di accelerazioni dalle parti di Akinfeev ed ecco che arriva un’altra rete: Torosidis mette un buon cross al centro ed Ignashevitch devìa malauguratamente la sfera nella propria rete per anticipare Florenzi (50′).

Persa ogni velleità riguardo al risultato, i russi iniziano a farsi vedere con più continuità dalle parti di De Sanctis, con Doumbia particolarmente attivo, tuttavia il portiere capitolino è sempre pronto a rispondere alle offensive degli avversari e, quando sembra non poter intervenire, ringrazia la traversa che si oppone al suo posto su una conclusione ravvicinata dell’attaccante ivoriano (69′); nulla può però sulla percussione di Musa che, dopo aver vinto un contrasto con Maicon, riesce a beffarlo con un bel colpo sotto (81′). L’ultimo brivido della serata è il siluro da fuori area di Milanov che colpisce la parte bassa della traversa e supera la linea di porta, peccato tuttavia che l’assistente dell’arbitro non si accorga di ciò e non convalidi la rete (85′).

La Roma vince e convince spinta da un super Gervinho (due gol e un assist per l’ivoriano), iniziando alla grande il proprio girone di Champions League e segnalandosi come seria pretendente al passaggio del turno e non come semplice mina vagante; l’unica macchia in una serata altrimenti perfetta sono gli infortuni patiti da Iturbe, a metà della prima frazione di gioco (problema muscolare per lui), e da Astori (problema al ginocchio) che dovranno essere valutati nei prossimi giorni.

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Salvatore Suriano

Redattore sportivo per passione, amo il calcio e lo seguo sempre con lo stesso interesse. Collaboro con SoccerMagazine dal luglio del 2013.

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