Buon compleanno, Soccermagazine! Al di là dello schiavismo dei media…

Quando si recepisce una notizia, non è importante il semplice comprenderla, quanto analizzarla ed andare oltre da soli. Quando apprendiamo qualcosa di nuovo, in quel frangente siamo inconsciamente più deboli perché in un primo momento non abbiamo gli strumenti per essere padroni della situazione e sviscerarla nel modo più appropriato. Anche la nozione più semplice può rivelarsi contorta o mendace. Chi l’ha capito può sfruttare questa debolezza a proprio vantaggio, a discapito di tutti gli altri. Perché quando si recepisce una notizia, si diventa schiavi di un sistema.

L'attuale logo di Soccermagazine, scelto un anno fa insieme ai lettori
L’attuale logo di Soccermagazine, scelto due anni fa insieme ai lettori
Chi vive nel mondo dell’informazione si ritrova in mano un potere che non si sarebbe mai aspettato di possedere. Viziare il pensiero della gente è arte sottile e pericolosa, ma ottundere le menti con ingiusta sagacia può divenire comunque controproducente, specie se non si è intenzionati a fermarsi.
Non è difficile imbattersi in chi vuole raccontare solo la propria verità. L’omissione voluta di dettagli e particolari riesce anche a far sì che la vittima passi addirittura per il carnefice e che qualche ingenua opinione possa volgere a favore dei mistificatori. L’oggettivo viene capovolto, ma in realtà, per chi ha vera coscienza incondizionata, rimane lì a fare il suo dovere: violentare per inerzia i moti che lo circondano nella sua irremovibilità.
Per alterare l’andazzo, in ogni caso, non è necessario scomodare qualcuno dall’alto. Può rivelarsi sufficiente anche la volontà congiunta di nuove leve che nel rispetto dell’ambiente e del proprio entusiasmo cercano quanto possibile di far quadrare la natura delle cose. Due anni fa, in occasione del nostro primo compleanno, eravamo qui a parlarvi di come nel mondo del giornalismo viga la legge del più furbo; poco è cambiato, anzi: l’insorgere di finti neofiti sta disegnando sul ciglio della strada un nuovo profilo dei media davanti agli occhi della gente, che si ferma incuriosita, ma che sempre più spesso non si riconosce in quel che vede. E passa avanti.
Non è folgorante assistere a rappresentazioni esemplari dell’intelligenza giovanile anche solo pigiando su una tastiera: è ancora di più, un’utopia che si realizza, un obiettivo illustre che permette a ragazzi e non solo di conoscere la massa ma anche di distinguervisi, ad un singolo individuo di ritrovare su uno schermo la propria idea scoprendo che non era solo la propria idea. La serietà e la correttezza che porta chi scrive a parlare ai suoi destinatari come amici e compagni non costituiscono più la completezza, bensì la cornice di qualcosa di più ricco, interessante e viscerale: dunque più accessibile.
Chissà se l’obiettivo di questo nuovo giornalismo sia fiancheggiare quello ordinario o proporre qualcosa di rivoluzionario; sicuramente, però, qualcosa di morale sta venendo a mancare e non è escluso che le prossime generazioni possano deluderci fortemente. Chi non ha coraggio nella vita, la spreca. Ma anche chi ha incoscienza.
Quando si recepisce una notizia, si diventa schiavi di un sistema. Che può essere distrutto. Basta che anche se qualcuno guarderà oltre, a semaforo verde, la gente rimanga ammirata sul ciglio di quella strada.

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