Carlo Ancelotti: “Dopo il Real sogno di allenare la Nazionale”

Intervistato da “Rai Sport“, Carlo Ancelotti, attuale tecnico del Real Madrid, ha parlato a 360 gradi del calcio e della situazione italiana. Queste le sue parole:

Fonte: Мельников Александр
Fonte: Мельников Александр

La mia prima apparizione con la maglia della Nazionale è stata con Enzo Bearzot. Era come stare in un ambiente molto familiare. Non so se ho le sue caratteristiche, non ho fatto tante apparizioni con la Nazionale, ma ho potuto osservare il suo senso di paternità con i giocatori.

Il calcio è un lingua universale, però quando mi arrabbio riesco a parlare solo in italiano. Ci si può intendere anche a gesti.

L’Italia vive un momento di difficoltà, ma ne parlano tutti bene della sua bellezza, e non trovo mai un discorso critico all’estero”.

E di Matteo Renzi che si dice? “Non lo conosco, mi piace ma ha parecchi difetti come l’essere tifoso della Fiorentina e non del Milan (ride ndr)”.

Capello dice che il calcio è poco allenante? “Beh, credo che sia un problema di caratura di giocatori, ma a livello tattico è ancora molto competitivo. Sull’ambiente e infrastrutture ha ragione Capello”.

La Champions, il Real, il Bayern, il Barca? “Il Bayern è la squadra favorita, ha un grande allenatore, vincere la Champions non è semplice, non solo col il Bayern ma è dura battere anche Psg, Barcellona e le altre.

L’Italia di Prandelli? “L’Italia parte per il Mondiale con qualche incognita, magari ci sarà qualche sorpresa che da una mano alla squadra. Ma favorito sarà il Brasile che gioca in casa”.

Chi potrebbe essere l’azzurro-sorpresa? “Potrebbe essere Verratti, anche se a centrocampo c’è gente di esperienza, lo stesso Immobile o Balotelli“.

E Ancelotti? “Adesso vivo questa esperienza al Real poi vedremo cosa succede”.

La Nazionale? “Credo che tutti gli allenatori italiani abbiano il desiderio e il sogno di allenarla, vale anche per me”.

Il Razzismo? “E’ una macchia nera che andrebbe cancellata, non è più possibile assistere a certe cose. Siamo tutti un po’ stanchi. L’Inghilterra da questo punto di vista può insegnare molto“.

 

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