L’incredibile storia di Walter, bomber ciccione che mangia dolci di notte e segna di giorno, sfuggito alla malavita

Si chiama Walter Henrique da Silva, ha 24 anni ed è un attaccante brasiliano del Goias, squadra del Brasileirão. La sua carriera sembra apparentemente quella di tanti sudamericani di belle speranze: qualche goal in patria prima di approdare in Europa, in questo caso al Porto, per poi tornare a riconfermarsi in Brasile. Ciò che contraddistingue seriamente Walter, però, è la sua stazza: con i suoi 100 kg distribuiti su 1 metro e 76 cm di altezza, il 24enne è l’attaccante in sovrappeso più prolifico attualmente in circolazione.

Walter Henrique da Silva
Walter Henrique da Silva
Sono già 8 le reti messe a segno negli ultimi tempi e nell’anno solare risulta essere il quinto miglior marcatore del Brasileirão. Le sue dimensioni, infatti, non costituiscono alcun limite per lui a dispetto di un’alimentazione tutt’altro che regolare per un atleta: “Ormai sono abituato a giocare sovrappeso. Il mio problema non è tanto legato a quello che mangio a pranzo e cena, quanto alle le ‘schifezze’, come biscotti e dolci, che mangio continuamente, specialmente la notte prima di dormire, ha dichiarato di recente lo stesso giocatore.
Quello che sembra essere un personaggio bonaccione e simpatico nasconde però alle sue spalle un passato mesto e difficile, che ha permesso tuttavia a chi lo ha conosciuto di apprezzare ancora di più il grande Walter. Un fratello ucciso su un autobus da un bandito ed un altro assassinato in prigione dopo un furto; il rischio di essere risucchiato dalla criminalità era notevole anche per lui, ma come accade per molti sudamericani il pallone ha rappresentato ancora una volta la salvezza: “Il calcio per me è stato tutto. Non ho un titolo di studio, non ho mai amato la scuola e quando cresci così in una favela le probabilità di essere un bandito sono molto alte. Il ricordo più bello della mia infanzia è stato il momento in cui mia madre mi ha regalato un paio di scarpe da calcio. Fui sorpreso perché in strada tutti giocavamo scalzi, ma lei questo non lo sopportava e lavorò tanto per farmi quel regalo”. Poco male, quindi, se pur giocando bene i chili si notano sempre. Per lui va già bene così, anzi, in certi momenti la sua massa si rivela persino fondamentale sul terreno di gioco: ”In realtà mi sento bene e non voglio dimagrire molto. Così mi sento forte, proteggo meglio il pallone ed è difficile per il difensore spostarmi. I miei test atletici sono come quelli dei miei compagni, faccio goal, che volete di più?”. 100 kg, 176 cm, tanti goal e l’evasione dalla malavita: la bilancia forse no, ma il bilancio è sicuramente positivo.

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