Mai più 24 maggio: la lettera 15 anni dopo la strage del treno Piacenza-Salerno

Esattamente 15 anni fa, 4 ragazzi salernitani persero la vita su un treno che da Piacenza stava riportandoli a casa. Era, appunto, il 24 maggio e la Salernitana si gioca la salvezza al Garilli, il pareggio finale di 1-1 non è sufficiente e i granata retrocedono. Ma la cronaca sportiva quel giorno, purtroppo, lascia spazio a quella nera dal momento che nei pressi di Nocera Inferiore, nel treno strapieno vengono accesi diversi fumogeni che provocano un incendio. A causa del fumo e dell’entrata del treno in un tunnel, quattro ragazzi rimangono bloccati e muoiono soffocati.

Treno alla stazione. Fonte: pagina Facebook Mondo Ultrà
Treno alla stazione. Fonte: pagina Facebook Mondo Ultrà

A tale proposito, alla pagina Facebook Mondo Ultrà un tifoso salernitano che ha vissuto in prima persona quella maledetta giornata ha mandato una lettera per dire la sua su una vicenda che, nonostante siano passati 15 anni, presenta ancora molti punti tutt’altro che chiari. Noi di SoccerMagazine ve la riproponiamo in versione integrale:

 

MAI PIU’ 24 MAGGIO — Piacenza 
Ultima gara della stagione allo Stadio Garilli di Piacenza… Una partita che vale la stagione e che purtroppo vede il risultato finale sull’1 a 1 con conseguente nostra retrocessione… Per il ritorno a casa vige un treno speciale.. Parte alle 20 dalla stazione di Piacenza..In un clima di grandissima tensione il treno viene imbottito di persone, senza che ci fosse un numero adeguato di agenti per prevenire ogni emergenza.. Il viaggio si trasforma in una terribile avventura notturna, con vagoni messi a soqquadro e stazioni ridotte a campi di battaglia… Il tutto nacque nei pressi di Bologna… La polizia, infatti non permetteva soste e quindi viene tirato per la prima volta il freno… A Bologna vengono aggiunti altri 5 convogli ma ormai la rabbia e’ scatenata.. Stazione di Prato, di Firenze, Roma Tiburtina.. Ogni fermata incidenti, devastazioni, controlli della POLFER… Un incubo… Viaggio interminabile… Gente accalcata nei corridoi come sardine, troppo elevato il numero rispetto alle dimensioni dei vagoni… Il convoglio, superato Napoli, si ritrova all’altezza di Nocera Inferiore, viene tirato di nuovo il freno… Molti scendono cercano di prendere il primo bus, ma la polizia non fa uscire le persone dalla stazione..Il treno alle 8 riparte nuovamente, entra nella galleria Santa Lucia, frazione di Cava dei Tirreni, iniziando a percorrere il lungo
tunnel…All’improvviso una puzza di bruciato invade gli scompartimenti, il fumo avvolge tutto, vetri che si rompono, gente che urla… C’e’ chi aveva appiccato il fuoco nei convogli in modo da, secondo il loro distorto pensiero, distogliere l’attenzione della polizia una volta giunti a Salerno per evitare eventuali identificazioni… All’uscita dal tunnel le fiamme sono aumentate, la nube tossica aumentata.. Simone che si prodigava per aiutare gli altri, rimane bloccato insieme ad altri 3, Ciro, Peppe, Enzo…
Piu’ passa il tempo e piu’ l’amarezza cresce perche’ chi c’era quel giorno sa che al di la’ dell’esiguo numero di poliziotti, delle gravi responsabilita’ di chi ha organizzato quella trasferta caricandoci come bestie su un carro, c’e’ dell’altro… Opera d’una trentina? Se davvero fossero stati così pochi, non sarebbero riusciti a vandalizzare buona parte del treno: ci vogliono forze ingenti e ben coordinate per strappare dalle loro sedi lavandini e tazzoni dei wc, rastrelliere portabagagli e porte di scompartimento. Né avrebbero potuto appiccare simultaneamente il fuoco in diversi punti del treno, sotto lo sguardo indifferente di 1470 compagni. Senza contare che la dozzina di poliziotti presenti sul treno avrebbero avuto facilmente ragione di simili gruppetti. Premesso, come d’obbligo, che tra i 1500 vi erano sicuramente moltissimi bravi ragazzi, bisogna pero’ riflettere molto su cio’ che accadde quel maledetto giorno… Perche’, almeno io, quel giorno e per molti successivi mi sono vergognato e tanto…
Chiudo con le parole che disse Giovanni Vitale, padre del compianto Simone: “Al di la’ di quali saranno le responsabilita’ penali niente potra’ riportarmi indietro Simone”…
Per una partita di calcio 4 famiglie distrutte, 4 angeli volati al cielo troppo presto…
MAI PIU’….

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Edoardo Ciotola

21enne che continua imperterrito a parlare di 'farsi i viaggi' e che sogna di diventare giornalista sportivo di professione. Metà napoletano e metà spagnolo (d'adozione). Cresciuto a pane e Fabri Fibra, ama il calcio (la fede è quella interista) e ascolta qualsiasi tipo di musica. Insomma, non ha le idee propriamente chiare, ma è talmente orgoglioso da essere capace di farne addirittura un vanto. In fin dei conti però una cosa è certa: la sua anima è unita, tramite punti di sutura, alla scrittura e alla comunicazione, di qualsiasi forma esse siano.

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