Equipe Sicilia: al decimo anno il progetto per i calciatori siciliani svincolati

In un periodo in cui il calcio italiano sta vivendo una lunga crisi e molti giocatori restano senza un contratto, in Sicilia da 10 anni c’è un progetto che da spazio a tutti questi ragazzi: stiamo parlando dell’Equipe Sicilia.

Fonte: Equipe Sicilia
Fonte: Equipe Sicilia

Equipe Sicilia nasce nel 2005 per dare “spazio” a quei calciatori professionisti attualmente senza un contratto dando la possibilità di allenarsi in quello che è un vero e proprio ritiro. Quest’anno il progetto, coordinato da Umberto Calaiò, è al suo decimo anno e dal 20 luglio scorso fino al 14 agosto ben 22 calciatori saranno agli ordini del mister Andrea Pensabene negli allenamenti che si svolgono giornalmente allo “Sport Village” di Tommaso Natale, a Palermo.

A parlarci di Equipe Sicilia è stato proprio il mister Pensabene: “Così come una squadra vera anche con i disoccupati bisogna trasmettere la voglia di lavorare. Sono professionisti e lo fanno con grande impegno visto che sono ragazzi in attesa di una chiamata. Oggi essere disoccupati è forse un bene visto che molte squadre non si iscrivono: forse conviene aspettare visto che ad esempio squadre come il Catania non sappiamo in che campionato giocherà. Se hai un buon potenziale la squadra la trovi anche se il calcio non ha più una meritocrazia vera visto che alcuni giocatori si vendono per pochi soldi“.

L’Equipe sarà protagonista domenica nella prima uscita stagionale e sarà un’amichevole “di lusso” contro il Catania, squadra che ancora non sa in quale campionato giocherà dopo i vari problemi societari. Ecco l’opinione di Pensabene: ” Il Catania sta partendo in ritardo per le varie vicessitudini: con due giorni di ritiro per loro sarà una partita per far capire a Pancaro il materiale che ha tra le mani. Per noi sarà una partita dopo due settimane di allenamento, andremo a fare una partita pulita per mettere in mostra i nostri giovani“.

Fonte: Giovanni Mazzola
Fonte: Giovanni Mazzola

Parlando di giovani e del loro futuro calcistico, Pensabene ha anche parlato della linea societaria del Palermo: “Il Palermo non lavora sui giovani ma sul prodotto finito. Preferisce pagare un milione di euro per andare a comprare un ragazzo invece di puntare sul settore giovanile che si è bruciato visto che nessun giocatore è andato in prima squadra. Questa non è un’accusa ma Zamparini preferisce andare all’estero penalizzando i giovani: nonostante ciò dobbiamo sempre ringraziarlo per aver portato il calcio a Palermo“.

Proprio tra i giovani usciti dal vivaio del Palermo, ce n’è uno che si allena con l’Equipe Sicilia: Giulio Sanseverino. Sanseverino, centrocampista offensivo classe ’94, ha già giocato in palcoscenici importanti visto che ha esordito in prima squadra con il Palermo ma, dopo le esperienze con Perugia e Savoia si ritrova attualmente svincolato. Sanseverino ci ha parlato del suo futuro e di cosa si attende dalla prossima stagione: “Dopo la scorsa stagione, nonostante il lato negativo guardo quello positivo: ho fatto esperienza ma bisogna ripartire. Devo fare meglio quest’anno soprattutto per me stesso. C’è stata già qualche offerta ma è sfumata per vari motivi. Poca fiducia da parte del Palermo? Penso che comunque sia devo ringraziarli perchè mi hanno messo in vetrina. A prescindere dalle scelte societarie devo tutto a loro ma adesso tocca a me ripartire più forte di prima consapevole delle mie capacità“.

Fonte: Giovanni Mazzola
Fonte: Giovanni Mazzola

Infine spazio ad un calciatore che dei campionati inferiori ha molta esperienza: Mirko Velardi. Velardi, classe ’88, dopo l’ultima esperienza con la maglia della Reggina ha raccontato perfettamente l’umore dei calciatori svincolati: “L’Equipe Sicilia mi può dare tanto, è organizzata nel migliore dei modi. Purtroppo è il secondo anno che sono qui, non è facile ripartire da qui anche se il livello si è alzato molto. Non so cosa aspettarmi per il prossimo anno, ne ho viste di ogni quindi sto qui ad aspettare visto che ci stanno anche tanti giocatori di qualità senza contratto. Non è facile essere svincolati ma bisogna farsi forza e avere più rabbia visto che il calcio, così come tutta la nazione, vive un momento di crisi quindi dobbiamo rimboccarci le maniche per uscirne fuori“.

 

 

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