Inter, l’obiettivo di Thohir : “Estendere il brand nerazzurro nel mondo”

Al Summit dei presidenti sportivi di Londra risponde presente anche Erick Thohir: “Vogliamo far crescere ancora il brand nerazzurro nel mondo“.

Erik Thohir. Fonte: inter.it
Erik Thohir. Fonte: inter.it

Anche Erick Thohir si è rivelato uno dei protagonisti del Leaders Sport Business Summit , evento che a Londra sta ospitando i più importanti presidenti del mondo dello sport. Thohir parla della sua Inter nonostante l’attuale brutto periodo che la sua squadra sta vivendo. “Per essere competitivi bisogna avere una buona dirigenza. Io ricevo periodicamente i rapporti dalla squadra. Abbiamo portato tanti buoni dirigenti nel ultimi sette mesi all’Inter, il calcio è un prodotto mediatico ma anche di consumo. Bisogna dare degli obiettivi ai dirigenti e affidarsi a gente qualificata”.E cosa dire del trand nerazzurro e della sua espansione nel mondo? “L’Europa è la zona economicamente più forte, ma l’Asia sta crescendo. In Asia vive la metà della popolazione mondiale e dei 260 milioni di tifosi dell’Inter, 165 sono asiatici. Vogliamo far crescere il brand e far felici i nostri tifosi, abbiamo già ottenuto risposte positive. Dobbiamo potenziare anche le capacità della città di Milano”. C’è poi un grande progetto, un sogno, nella mente del magnate asiatico: quello di uno stadio da pianificare, anche insieme al Milan; una vera casa (da gestire si pensa in collaborazione con i rossoneri) che “deve essere funzionante 365 giorni all’anno. Lo stadio va utilizzato tutto l’anno, non solo per le partite: la casa dei tifosi deve essere sempre aperta. È normale che un club arrivi ad avere l’esigenza di un proprio stadio, per noi e per il Milan è normale anche se non è la stessa cosa avere uno stadio da soli o condividerlo. Noi ci stiamo confrontando con il Milan, ma sostanzialmente ci vuole engagement, i tifosi vanno coccolati, fatti sentire parte della nostra famiglia. Stiamo lavorando per capire come creare quotidianamente questo coinvolgimento giorno dopo giorno”.
E quali invece le differenze nel mercato con gli Stati Uniti? “Negli USA bisogna capire che esiste un grande mercato e un piccolo mercato e non ci sono retrocessioni. Il proprietario di un club che agisce sul piccolo mercato deve cercare le strade giuste per competere. In Europa ci sono invece i grandi club ma anche club medi. E il nuovo Fair Play Finanziario sta limitando le possibilità dei club favorendo le big. Capita così che in tanti club europei non si paghino gli stipendi e i proprietari scelgano di lasciare”.

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