Inter, Moratti si confessa: “Mai pensato di essere presidente nerazzurro a vita”

Massimo Moratti, dopo una vita passata in nerazzurro, decide di confidarsi a tutto campo a “Sette”, parlando del suo passato, del suo presente e del suo futuro.

Fonte: inter.it
Fonte: inter.it

“L’Inter per tutti noi è sempre stata soltanto una passione -ha cominciato-. Mio padre mi disse nel 1980: ‘Dovresti vedere se si può prendere l’Inter, perché un’esperienza nel calcio va fatta. Aiuta a crescere, a soffrire, a migliorare’. Ma non ho mai pensato di essere presidente dell‘Inter a vita”.
Poi passa al capitano, Zanetti: “Il primo giocatore che ho visto e che ho scelto. Non avevo ancora preso l‘Inter e mi era arrivata la cassetta di una partita dell’Argentina under 20, per farmi osservare Ortega che non mi aveva entusiasmato e invece, cosa stranissima, mi ero lasciato incantare da un terzino che faceva cose che non avevo mai visto. L’abbiamo preso ed è ancora con noi; adesso ho scoperto che viene dal pianeta Krypton e che giocherà ancora per 4-5 anni”.
Moratti passa a Ronaldo: “L’ho preso perché era fortissimo ma anche perché nessuno credeva che l’acquisto fosse possibile, visto che lui giocava nel Barcellona. È stato un ottimo affare, Ronaldo è arrivato a un costo alto, ma cinque anni dopo è stato rivenduto al doppio al Real e per l’Inter ha rappresentato un’immagine fortissima perché ci ha aperto al mondo”.
Poi parla del suo pupillo, Recoba: “Era un giocatore di grandissima classe, uno capace di sorprendere noi e se stesso, perché capace di realizzare qualcosa che non prepari ed è l’aspetto più bello”.
Non poteva mancare un riferimento a Calciopoli: “Vidi davanti a me un muro non superabile. Nel 2006 avrei voluto cedere la società; poi prevale il senso di responsabilità e il rispetto per l’impegno preso”.
Tocca poi a Mancini: “Dopo un pareggio nell’ottobre del 2006 pensai di cambiarlo ma lui mi disse di stare tranquillo, che avremmo vinto lo scudetto alla grande e di non cambiare l’allenatore perché avrei fatto un errore. Mi era piaciuto che parlasse dell’allenatore non in prima persona. L’ho tenuto, abbiamo vinto”.
Infine conclude parlando di Messi e Thohir: “Mi sarebbe piaciuto avere in squadra Messi, ma era troppo legato al Barcellona. Thohir? Nel 2011, dopo la Coppa Italia, ho pensato che fosse venuto il momento di fare un passo laterale, di trovare nuove soluzioni per il club. Ho cercato una soluzione che ci aprisse nuovi mercati. È stato giusto farlo. Non ho mai pensato di essere presidente dell’Inter a vita”. 

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Andrea Antoniacomi

Mi chiamo Antoniacomi Andrea, sono di Cortina d'Ampezzo ma sono nato a Pieve di Cadore il 23 febbraio del 1990. Diplomato presso l'istituto "Leonardo da Vinci" di Belluno con il voto di 80/100, dal 2011 studio a Milano presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, nel corso di scienze della comunicazione politica e sociale. Il mio sogno è di diventare un giornalista, prima pubblicista e poi professionista.

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