Contratti e fondi neri: parte da Catanzaro il nuovo scandalo

Neanche il tempo di chiudere con le sentenze del calcioscommesse, e in Italia si riparte subito con un nuovo scandalo.

finale playoff Cisco Roma – Catanzaro. fonte: www.uscatanzaro.net

Da Catanzaro parte il nuovo caso dei contratti e dei fondi in nero pagati ai calciatori e non è l’unica inchiesta che verte sull’ambito dell’evasione; basti pensare al lavoro che stanno svolgendo la Procura di Piacenza (con il mirino puntato sui procuratori e dirigenti di club), quella di Milano (indagato Zauri per riciclaggio), quella di Berna (indagato Mauri per un versamento sospetto di 350 mila euro), quella di Napoli (vuole vederci chiaro su alcuni contratti) e appunto quella di Catanzaro.

Il sistema esce fuori nella stagione 2009-2010; il Catanzaro milita in C2 guidato da un quartetto di imprenditori, la squadra è forte ma la società è sull’orlo del fallimento. I calciatori al 30 aprile 2010 hanno tutti contratti in linea con la serie e firmano la liberatoria per l’iscrizione alla successiva stagione, il controllo della Covisoc si ferma a quella data.

Tutto quello stipulato da quella data in poi si dovrà saldare nella stagione successiva e qui iniziano i problemi poichè i calciatori iniziano a presentare contratti da sceicchi.

Basti pensare a Francesco Corapi, giocatore nativo di Catanzaro che presenta un conto per meno di 60 giorni (fino al 30 giugno) di 74 mila euro più altri 57 mila per il campionato seguente, stessa cosa faranno altri 11 calciatori che con cifre diverse presenteranno dei contratti stellari per una serie come la C2, aggravato dal fatto che la società riesce a malapena a pagare le bollette della luce.

Il campionato di quel Catanzaro dopo un’ottima stagione finisce con un altro caso molto strano la sconfitta nell’andata dei playoff per 4 a 0 al Flaminio contro la Cisco Roma, i 5 mila tifosi giallorossi grideranno “Venduti!” ai calciatori della loro squadra e la partita finirà con un solo tiro in porta per il Catanzaro (rigore sbagliato) e con l’espulsione del centrocampista Bruno (uno di quelli dei contratti da sceicchi), anche qui ci si potrebbe spaziare con i dubbi, ma nessun organo fa controllare questa partita.

Nella stagione successiva la squadra si iscrive solo grazie ai soldi pubblici, e la squadra allestita non è molto competitiva, nella prima uscita stagionale perde per 6 a 0 contro il Sorrento.

Intanto i calciatori della finale playoff al Flaminio continuano a pretendere i soldi dei doppi o in qualche caso tripli contratti. Con i giallorossi ultimi in classifica i soldi sono ufficialmente finiti e la società va verso il fallimento.

Viene nominato il curatore fallimentare Nardo che appena si imbatte nei doppi e nei tripli contratti capisce di trovarsi in una situazione alquanto strana. Inizia a sforbiciare tanti dei doppi contratti e certifica il debito sportivo a circa 1 milione di euro.

Il resto è storia recente.

Giuseppe Cosentino rileva la società all’asta, paga i debiti e riporta in una sola stagione la squadra in Prima Divisione di Lega Pro e inizia a creare finalmente un vero progetto per la rinascita dell’ Us Catanzaro.

Ma i problemi non finiscono con il saldo dei debiti certificati, la Lega Pro ritiene validi i doppi e tripli contratti e ordina un altro pagamento di 800 mila euro nei confronti degli “eroi” del Flaminio. Il nuovo proprietario non ci sta a pagare questa ulteriore cifra e si rivolge alla giustizia ordinaria denunciando gli 11 calciatori.

Il pm Guarascio ci mette poco, legge le carte e subito apre un inchiesta contro gli amministratori della vecchia società e contro i calciatori. Ma gli stessi giocatori non si lasciano intimorire e spalleggiati dal sindacato si rivolgono a un collegio interno alla Figc per avere quanto richiesto.

La Lega Pro non sa bene come comportarsi e un funzionario invia una relazione al collegio per sospendere i pagamenti delle spettanze dei doppi contratti.

Questa parole finisco al vento e lo stesso collegio ordina di pagare i calciatori Ciano, Corapi e Bruno. Ma nella seconda udienza il collegio sulla richiesta degli altri 5 calciatori decide di sospendere il giudizio in attesa dell’inchiesta della magistratura.

Forse da qui si dovrebbe ripartire per scoperchiare un altro dramma del calcio italiano, anche perchè i rimedi attuati dai vari organi di controllo della Federazione non sembrano bastare per arginare l’evasione fiscale che anche nel calcio sta prendendo piede in maniera preoccupante.

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