Il Napoli e l’Arciere ritrovato

C’era volta una società del Sud che annoverava tra le propria fila il calciatore più forte di tutti i tempi, con un tricolore cucito sul petto. Tre lustri più tardi, di quella squadra non esisteva più nulla. Fallita, cancellata dalla storia calcistica del Paese. Nell’estate del 2004 però, Aurelio De Laurentiis decise di dar nuova linfa a quella compagine, ricostruendola dalla cenere. Al primo allenamento non c’erano nemmeno i palloni. Pian piano però, quella formazione è rinata, come l’araba fenice. Due anni nell’inferno della C, uno nel purgatorio della B, prima di risalire finalmente nel paradiso dei grandi. In quegli anni difficili, a caricarsi le sorti del Napoli fu soprattutto un calciatore, il suo bomber –simbolo: Emanuele Calaiò.

Fonte immagine: Lor92
Fonte immagine: Lor92
L’Arciere napoletano, coi suoi goal, rinvigorì i cuori dei tifosi azzurri, rimasti sopiti per  troppo tempo a causa di gestioni societarie fallimentari ed amministrazioni disastrose.  Mai soprannome fu più azzeccato: come Cupido con le sue frecce, il goleador palermitano faceva innamorare i suoi tifosi a suon di reti.

Spesso i guizzi di Manu, toglievano le castagne del fuoco, risolvendo partite ingarbugliate; i suoi riuscivano comunque ad ottenere i tre punti anche quando la squadra non si esprimeva al meglio. Assieme al Pampa” Sosa, costituiva una coppia complementare, capace di mettere in difficoltà parecchi avversari.

Sembrava un matrimonio idilliaco quello tra Napoli e il suo Arciere, eppure, con l’avvento della massima serie, il vento cambiò.

I nuovi acquisti, la concorrenza, le difficoltà di una categoria a lui quasi sconosciuta, gli fecero avere poco spazio. L’unico acuto con la maglia partenopea in Serie A, fu una doppietta in trasferta, a Livorno, che regalò una vittoria di rimonta agli azzurri. Quindi, giunse il momento di emigrare verso Siena, cittadina più tranquilla, provincia rassicurante da cui ripartire.

Fino ad oggi. Il momento del ricongiungimento. Il figliol prodigo sta tornando nel posto in cui è diventato grande. Il Napoli non è più la matricola terribile di quegli anni; adesso è una solida realtà tornata a splendere, che lotta per contendere il potere alle grandi del Nord. Ora il bomber della formazione partenopea non è più l’Arciere, bensì un Matador violento e spietato che fa invidia a tutta Europa.

Calaiò, a 31 anni, ricomincia all’ombra del Vesuvio. È vero, non indosserà più i panni dell’attore principale, ma siamo sicuri che si metterà a disposizione di Mazzarri, dando l’anima per la maglia e lavorando da professionista serio come ha sempre fatto.

Qualcuno storcerà il naso. Le minestre riscaldate non vengono viste di buon occhio e nella maggior parte dei casi, si fa bene ad essere scettici. Ad esempio chi ha dimenticato il rovinoso ritorno di Shevchenko al Milan, dopo i gloriosi anni vissuti in rossonero e la sua cessione al Chelsea? Oppure quello di Fabio Cannavaro alla Juventus, dopo il biennio vincente in bianconero e i tre anni spagnoli al Real Madrid, tornò a Torino quand’era ormai sul viale del tramonto.

Esistono anche le eccezioni però, come Robbie Fowler, ex idolo della Kop, che tredici anni dopo aver lasciato Anfield, ha collezionato nuovamente 8 goal in 30 presenze facendo sognare ancora i propri tifosi. Anche Paolo Di Canio è stato il fautore della rinascita della sua Lazio dopo averla lasciata  per oltre un decennio. Recentemente Luca Toni, dopo tanto girovagare, ha riconquistato Firenze, siglando 6 reti in 13 partite, ripetendo lo stesso gesto dell’orecchio che fa impazzire la Fiesole come la prima volta.

Aldilà dei dubbi che può suscitare la questione del ritorno, molti supporter azzurri sono scontenti per altre ragioni. Diversi tifosi infatti, si aspettavano un giocatore diverso, con altre caratteristiche, che potesse accrescere il bagaglio tecnico di un reparto offensivo già di per sé di altissimo livello. Per altri invece, per i più nostalgici, non sarà così. Perché oltre alle qualità tecniche, aldilà dei dati anagrafici, esistono anche i sentimenti. I romantici non vedono l’ora di veder nuove frecce azzurre scoccate all’indirizzo delle porte avversarie.

La verità è questa, Al Cuor Non si Comanda. In bocca al lupo Emanuele.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Su questo sito utilizziamo strumenti nostri o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente usati per permettere al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare statistiche di uso/navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare opportunamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore con noi. Cookie policy