Caso-Balotelli, non può essere il futuro della Nazionale: storia di un ragazzo schiavo dei suoi demoni

“Tra cinque anni ci staremo ancora chiedendo quando crescerà Balotelli”, profetico come suo solito, Josè Mourinho parlava così nel corso della stagione 2009-2010.

Fonte: Tommaso Naccari
Fonte: Tommaso Naccari

La sensazione è che le possibilità per Mario Balotelli siano giunte al termine. Sempre oltre il limite, imperterrito nei suoi atteggiamenti irritanti, lo zoccolo duro della Nazionale si è stancato degli atteggiamenti del Bad Boy viziato che, a parole, avrebbe dovuto spaccare il mondo in questo Mondiale. Ed invece è arrivato l’ennesimo flop di una carriera che nel 2007 sembrava avviata verso tutt’altra direzione. Balotelli era partito per la spedizione brasiliana dichiarando, con la sua solita sbruffoneria: “Questo sarà il mio Mondiale!”, e, dopo il goal all’esordio contro l’Inghilterra, ha continuato a bearsi di sé: “Ne segnerò altri, ma in cambio voglio un bacio dalla Regina”. Salvo poi fallire un goal clamoroso contro la Costa Rica e vagare come un fantasma per 45 minuti contro l’Uruguay, prima di essere sostituito. Se al termine della partita dei senatori come Buffon e De Rossi (che lo avevano sempre difeso e coccolato) hanno sbroccato, significa che la pazienza nel gruppo è decisamente finita e che una mela marcia come il (presunto) SuperMario non è più accettata in Nazionale. Il suo sfogo sui social è solo l’ennesima dimostrazione dell’immaturità di questo ragazzo che, a 24 anni, ormai non potrà più migliorare dal punto di vista della testa e le risposte dei suoi followers sono decisamente esaustive: “Macché italiano, negro o altro. Sei soltanto un presuntuoso. Il resto son fregnacce da prima donna” o “Sei il giocatore più sopravvalutato degli ultimi 100 anni: gioca e chiacchiera meno”. Negli ultimi anni si è sempre parlato di Balotelli come se fosse il Cristiano Ronaldo italiano, mentre stiamo parlando di un giocatore che, nella sua migliore stagione, è arrivato a 18 goal stagionali (di cui 3 su rigore) e nel mezzo di queste stagioni sono passate le liti con lo Special One, lo zittire i tifosi della Roma e la discussione con Panucci, il gesto simile avuto con l’allora pallone d’oro Cristiano Ronaldo, la maglia dell’Inter gettata a terra al termine della grandissima vittoria per 3-1 con il Barcellona, il lancio di freccette ai ragazzi dell’Academy del Manchester City, la lite (con tanto di mani alzate) con Roberto Mancini e, per ultimo, il lancio delle sedie nell’intervallo di Italia-Uruguay ma anche tantissimi altri atteggiamenti che fanno capire quanto Balotelli sia inadeguato per giocare a certi livelli (a tal proposito può essere utile pensare al fatto che il numero di cartellini gialli è quasi uguale al numero di goal segnati in carriera: 71 ad 88). Sarà anche che sono abituato troppo bene, essendo nato in un periodo nel quale in Nazionale giocavano campioni come Roberto Baggio, Alessandro Del Piero, Francesco Totti, Filippo Inzaghi, Christian Vieri, Roverto Mancini, Gianluca Vialli ed ottimi attaccanti come Marco Di Vaio, Enrico Chiesa, Marco Delvecchio, Fabrizio Ravanelli, Vincenzo Montella, Gianfranco Zola e compagnia varia, ma la realtà è che un giocatore come Balotelli, se fosse nato 15 anni prima, avrebbe fatto meno presenze di Cristiano Lucarelli in Nazionale. Tutta questa speranza riposta nei suoi confronti fa capire quando sia caduto in basso il tasso tecnico del calcio italiano anche se sono convinto che attaccanti come Destro, Immobile, Rossi, El Shaarawy (se si riprenderà definitivamente) e giovani come Berardi possano sin da subito fare meglio del tanto osannato numero 9 del Milan. “Cambia atteggiamento o devo sostituirti”, Mario Balotelli non è cambiato ed è stato sostituito. La perfetta metafora della sua carriera.

 

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Alessandro Davani

Amo cucinare, ascoltare musica ed il calcio. Seguo anche il Motomondiale, la F1 ed i Lakers (e l'NBA in generale).

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