Diamanti, la favola dell’enfant terrible

Alessandro Diamanti 5 anni fa giocava a Prato in C2, ieri ha segnato il rigore decisivo per il passaggio del turno ed è stato un calciatore determinante dal momento della sua entrata in campo. Ripercorriamo la sua carriera per spiegare un calciatore arrivato alle luci della ribalta da poco.

fonte: www.bolognafc.it

Alino come viene chiamato fin da piccolo nasce a Prato il 2 maggio 1983, è sposato con la conduttrice televisiva Silvia Hsiesh ed ha due bambine di 4 e 2 anni.

Cresce calcisticamente nella società pratese Associazione Calcio Santa Lucia e nel 1997 viene acquistato dal Prato.

Il suo esordio in prima squadra avviene all’età di 17 anni nel 2000 in occasione di Novara – Prato. In seguito all’esordio negli anni successivi Diamanti non fa più presenze in prima squadra e continua a giocare nelle formazioni giovanili.

Nel 2003 Alessandro ha l’occasione di cambiare la sua carriera, viene acquistato dalla nuova Fiorentina di Della Valle, gioca alcune interessanti partite ma non viene riconfermato per degli episodi di pneumotorace spontaneo capitati al giocatore tra aprile e maggio.

Nel suo ennesimo ritorno a Prato mostra ottime qualità e anche nella stagione successiva all’Albinoleffe, fino a quando non viene messo fuori squadra per problemi con l’allenatore. La tardiva esplosione di Diamanti può essere anche imputata al carattere difficoltoso del ragazzo.

La sua decisiva consacrazione avviene con la cessione al Livorno dove in due stagioni gioca 59 partite e segna 17 goal contribuendo in maniera fondamentale alla promozione della squadra toscana in Serie A nella stagione 2008-2009.

In seguito alla promozione del Livorno, il calciatore ha numerose richieste e decide di iniziare un’avventura all’estero precisamente al West Ham guidato da Gianfranco Zola, la stagione segna degli alti e bassi per Diamanti che gioca 27 partite realizzando 7 goal. Nella stagione successiva ritorna in Italia, nel Brescia dove insieme ad ottime partite si fa notare ancora una volta per il suo difficile carattere rimendiando 3 giornate di squalifica per degli insulti all’arbitro.

La sua decisiva consacrazione avviene nella stagione appena conclusa, con un campionato da vero leader nel Bologna: parte in sordina ma sfodera grandi prestazioni e soprattutto mette a bada il suo carattere troppo impulsivo. In questa stagione è diventato il vero leader indiscusso della squadra e il Bologna con una lunga trattativa riesce a riconfermarlo riscattandalo alle buste.

Dopo questa stupenda stagione Prandelli ha deciso di portarlo con sé agli Europei in corso di svolgimento in Polonia e Ucraina. Inizialmente, la sua convocazione è stata accolta con molto scetticismo da parte di addetti ai lavori e giornalisti. Scetticismo dovuto soprattutto al fatto che molti giudicano Diamanti non pronto per i grandi palcoscenici e perché  viene imputato a Prandelli troppa leggerezza per aver convocato un calciatore al suo primo vero campionato da leader.

Alino sta rispondendo alla grande alle perplessità generali e, nelle partite che ha finora disputato, ha dimostrato grande tecnica, grande dedizione alla maglia e soprattutto voglia di far vedere che a 29 anni si può diventare dei grandi calciatori e si può meritare di essere considerati come giocatori cardine di una nazionale che veri fenomeni non ne ha (Pirlo a parte).

Diamanti ha raggiunto la sua maturazione calcistica e ora può far sognare i tifosi del Bologna e dell’Italia intera. Meritatamente.

Un pensiero riguardo “Diamanti, la favola dell’enfant terrible

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    25 Giu 2012 in 17:07
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    guardate un po direttamente dietro la porta – meta-destra – c’è uno nudo ahhahaha

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