Difesa a tre, pressing alto e squadra corta: è già la Nazionale di Antonio Conte

E’ già la Nazionale di Antonio Conte. E’ già una squadra corta, compatta, aggressiva, dinamica. E’ viva e prende l’iniziativa, senza aspettare l’evolversi della gara. Gioca con la difesa a tre, il centrocampo a cinque e l’attacco a due. Già somiglia alla Juve dei tre scudetti, proprio quella di Antonio Conte. Nel modo di giocare, nei movimenti senza palla, nella grinta in campo, nello spirito dei suoi condottieri.

Antonio Conte Foto di ViolaChannel.tv
Antonio Conte
Foto di ViolaChannel.tv

L’amichevole con l’Olanda ha offerto indicazioni relative, ma al netto del risultato è stato possibile notare una’evoluzione tangibile dell’Italia, cambiata nel giro di poche settimane nella testa, ma non negli uomini.

L’ITALIA DI ANTONIO CONTE, REPARTO PER REPARTO – L’Italia di Antonio Conte ha corso per 90′ senza interruzione. La difesa a tre, negli interpreti Ranocchia-Bonucci-Astori, ha impostato dalle retrovie a più riprese. Passaggi ai centrocampisti e lanci a premiare il movimento delle punte (come nel caso del gol di Immobile), oppure semplici appoggi sugli esterni onde evitare rischi inutili. Alta e sempre in linea, ha aggredito gli avversari prim’ancora che essi potessero ricevere palla. L’input di Conte è quello di non far girare gli attaccanti, di mordergli le caviglie senza commettere fallo, di marcare a uomo senza cali di concentrazione, di rincorrere l’avversario anche uscendo dalla propria area di competenza per favorire il posizionamento dei compagni.

Antonio Conte richiede centrocampisti dinamici ed abili con la palla tra i piedi, a partire dagli esterni, che devono avere fiato e polmoni d’acciaio per poter percorrere quella fascia almeno mille volte. Né terzini adattati, né ali arretrate. I laterali di Conte devono essere abituati al sacrificio ma anche sciolti in fase conclusiva. Devono supportare la manovra ed essere bravi in chiusura, devono saper arrivare sul fondo e crossare con dimestichezza. Sarà un ruolo fondamentale nello scacchiere tattico del tecnico leccese. Al centro è essenziale la presenza di un regista basso (Pirlo, De Rossi o Verratti), uno che detti i tempi alla squadra. Risulterebbe però ininfluente senza l’aiuto delle mezzali (Marchisio, Giaccherini, Parolo), che devono sapersi muovere senza palla ed inserirsi, creando linee di passaggio e supportando la manovra offensiva. No ai centrocampisti statici stile Thiago Motta, piedi fatati ma corsa approssimata.

Infine il reparto avanzato. Attacco a due per Antonio Conte. Due punte pure, veloci e mobili. L’attaccante tipo di Conte deve sacrificarsi in fase difensiva al fine di accorciare la squadra, ed essere intelligente nel capire quando andare in profondità e quando, invece, venire in appoggio ai centrocampisti. Zaza ed Immobile, ieri, hanno strappato applausi al nuovo ct. Si sono scambiati le posizioni. Uno viene ed uno va, in armonia. Zero punti di riferimento, impedite marcature ad uomo. Difficile credere che uno come Balotelli riesca a trovarsi a suo agio in questo schema di gioco, al pari di attaccanti esterni e trequartisti. Da Conte, comunque, nessuna preclusione. Con impegno e dedizione massima, tutti possono ambire alla Nazionale.

Fabio Tarantino

Fabio Tarantino

Giornalista, nato a Napoli il 19/02/1991

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