Il Pagellone di fine anno della Nazionale: i voti del 2013 dell’Italia di Prandelli

Lungo la strada verso Brasile 2014 sono tanti i dubbi che attanagliano l’ambiente della Nazionale ed in particolare il suo ct Cesare Prandelli. Nemmeno una simulazione mondiale come la Confederations Cup è riuscita a dissiparli e gli ultimi mesi del 2013 sono risultati finanche preoccupanti per le sorti dell’Italia a quattro stelline. Così come per il 2011 (clicca qui per leggere), per l’Europeo (clicca qui per leggere) e per il 2012 (clicca qui per leggere), analizziamo dunque i singoli elementi azzurri che hanno calcato i campi di Coverciano e non solo in quest’anno solare.

Fonte immagine: Biser Todorov
Fonte immagine: Biser Todorov
DIFESA
Uno dei reparti più criticati della squadra di Prandelli è stato quello arretrato. 23 le reti incassate in 18 partite, molte sicuramente gratuite od evitabili. Soprattutto durante la Confederations sembrava essere scattato l’allarme in difesa, poi parzialmente rientrato alla ripresa delle partite che contano. Per sicurezza, comunque, Prandelli ha adottato alla fine uno schieramento a 4 evitando ulteriori esperimenti tattici spesso infruttiferi.

Buffon 6,5: C’è chi pensa che non abbia più ragione di essere in Nazionale e chi lo elogia a prescindere; sta di fatto che anche per la presenza di tante nuove leve una figura come la sua si rende essenziale in un contesto che vuole essere vincente. Inizia bene il 2013 con interventi importanti contro l’Olanda e parando anche un rigore contro Malta. In Brasile, però, finisce sul patibolo mediatico dopo le partite contro il Giappone ed i padroni di casa, mentre contro la Spagna gioca una gara accorta senza opporsi tuttavia nemmeno ad un tiro dal dischetto. Si rialza da vero capitano solo al momento dei rigori con l’Uruguay e successivamente gioca la sua miglior partita dell’anno a Palermo, contro la Bulgaria. Il giudizio sul suo conto è stato viziato nel tempo anche da alcuni momenti grigi con la Juventus, ma sulla sua titolarità non ci sono mai stati dubbi e se sarà in forma potrà essere determinante anche al Mondiale.
Chiellini 6,5: Prandelli rinuncia ad impiegarlo come terzino ed il bianconero si limita egregiamente ai suoi compiti da centrale. Disputa una buona Confederations, trovando anche il goal e ripetendosi in tal senso nella partita con la Repubblica Ceca che ha sancito la qualificazione ai Mondiali. Sempre vivo nelle partite al cardiopalma come quella con la Spagna. E’ da tempo un perno imprescindibile della difesa.
Barzagli 6: Spesso condizionato dagli infortuni, non fa mai mancare comunque la solita autorità nelle sue 8 presenze. Sicuramente da matita blu l’errore che lo porta a regalare un rigore al Messico, tuttavia rimane forse il miglior difensore a disposizione di Prandelli. D’altro canto, le alternative non sono per niente convincenti. In ogni caso, dopo la Coppa del mondo, il suo cammino azzurro potrebbe anche conoscere una conclusione.
Bonucci 6-: Nella difesa a 4 non è lui il titolare, ma per un motivo o per l’altro si ritrova quasi sempre con l’azzurro addosso. Complessivamente quasi sufficiente, ma deve ancora eliminare quelle sbavature improvvise che lascia spesso intravedere anche nel disimpegno e nell’impostazione. Ricorderà il 2013 soprattutto per l’errore dagli 11 metri con la Spagna, ma questi episodi possono servire anche per crescere e lui ne ha bisogno se vuole arrivare al livello dei veri grandi difensori della Nazionale.
Ranocchia 5: Nonostante sia da 3 anni nel giro, manifesta puntualmente particolari insicurezze e si concede a svarioni talvolta inqualificabili. Era tra i preferiti di Prandelli all’inizio del suo mandato, poi è sceso di netto nelle gerarchie. Escluso tra le convocazioni per la Confederations dopo aver saltato anche l’Europeo nel 2012, probabilmente non disputerà nemmeno il Mondiale.
Ogbonna 6: Subisce più di un infortunio a Torino ed è costretto a saltare il Brasile. Si candida comunque prepotentemente a diventare il quarto centrale della rosa, favorito anche dalla preferenza nei confronti del “blocco Juve”.  Più continuo rispetto ai diretti concorrenti. Prandelli sa di poter contare inoltre sulla sua duttilità, mai sfruttata però nel 2013.
Astori 5-: In azzurro non fa quasi mai belle figure. Contro Olanda e Haiti appare inadeguato, nonché tra i peggiori in campo. L’unica gara degna di nota è quella con l’Uruguay, al di là del goal realizzato, ma disputata esclusivamente a causa degli infortuni che avevano falcidiato i suoi compagni di reparto. Le uscite seguenti, comunque, non sono confortanti, tanto che Prandelli lo esclude dalle convocazioni a novembre. Bocciato.
De Sciglio 7-: Vederlo assumersi la responsabilità della Nazionale maggiore già a tenera età è ammirevole. Strappato di forza all’Under 21, esordisce in amichevole col Brasile e totalizza 8 presenze, giocando con la tranquillità di un veterano, però sempre a sinistra e dunque mai sulla fascia di sua competenza. Contro il Giappone una sua leggerezza procura un rigore agli asiatici, ma Prandelli ci tiene a valorizzarlo e decide così di fargli battere uno dei penalty con l’Uruguay, tuttavia fallito, approfittando dell’importanza relativa della partita per aiutarlo a crescere. Dopo la Confederations la nuova stagione è costellata di infortuni, ma il ritorno in azzurro è comunque assicurato. Importante sottolineare che dal suo utilizzo dipenderanno le convocazioni dei terzini per il Mondiale: qualora fosse concepito come esterno destro, infatti, uno degli onnipresenti Maggio ed Abate sarebbe costretto a rimanere a casa.
Antonelli 5,5: Ripescato dal mazzo dopo quasi 3 anni, Prandelli lo sfrutta con continuità senza trovare comunque risposte molto convincenti. Con l’infortunio rimediato contro San Marino non è chiaro se la sua esclusione dalla Confederations sarebbe avvenuta comunque per scelta tecnica. Il nuovo crack con la Bulgaria spiana poi la strada a Pasqual ed al redivivo Criscito. A meno di defezioni altrui non tornerà, ma non sarà ricordato come una grande perdita.
Maggio 5,5: Imbolsito nel Napoli come in Nazionale, che sembra onorare solo nel primo tempo con la Spagna in cui è schierato nel centrocampo a 5. Il calo di rendimento rispetto al passato è evidente; fino all’Europeo dell’anno scorso per Prandelli era lui il titolare, poi è iniziata l’eterna alternanza con Abate. Manca la sua spinta, nulla addirittura contro San Marino e Haiti, e per il ct è ufficialmente tra gli azzurri in bilico.

Fonti immagini: Илья Хохлов e Олег Дубина - Football.ua
Fonti immagini: Илья Хохлов e Олег Дубина – Football.ua
Abate 5,5: La sua è praticamente la stessa situazione di Maggio, con la differenza che il milanista è più abituato ed idoneo alla difesa a 4. Parte da titolare alla Confederations, poi è costretto ad abbandonare per un infortunio alla spalla procuratosi contro il Brasile. Le sue prove non sono mai esaltanti e le lacune più grandi si registrano nell’assistenza dal fondo. Il goal alla Germania, il primo in azzurro, rischia di essere solo fumo negli occhi e comunque non può smuovere così facilmente le gerarchie.

Altri convocati: E’ dagli Europei che Prandelli non ha ben chiaro quali debbano essere i terzini titolari, così negli ultimi tempi ne ha provati diversi. Peluso è scomparso quasi subito dai radar, mentre Santon è tornato dopo 2 anni con l’Olanda confermandosi per l’ennesima volta un’incompiuta. Anche De Silvestri è stato riconvocato dopo tanto tempo, ma non ha convinto; la chiamata per Pasqual, invocata già dall’anno scorso, è arrivata invece solo a settembre e a causa dell’infortunio di Antonelli con la Bulgaria: una buona prova contro la Repubblica Ceca, ma più avanti non ha brillato lasciando ancora interrogativi sulla fascia sinistra. Balzaretti, che era uscito dal giro dopo l’ultima partita del 2012, ha ottenuto una singola convocazione ad ottobre, giocando solo contro la Danimarca e risultando tra i peggiori in campo, finendo col farsi defenestrare di nuovo già a novembre anche per via del ritorno di Criscito, lodevole contro la Germania. Fra i centrali, invece, Gastaldello è stato l’ultimo dei surrogati e non sarà più richiamato. Tra i portieri hanno deluso sia Sirigu sia il redivivo Marchetti: il primo non è riuscito a fornire sicurezze da Nazionale nelle sue 3 presenze, mentre il laziale, attualmente vice-Buffon, sembra non essersi mai scrollato di dosso le paure manifestate in Sudafrica, esprimendosi con profitto solo nel secondo tempo dell’amichevole con l’Argentina, ma combinando seri disastri nel match con l’Armenia che ha inguaiato poi la situazione degli azzurri nel ranking e nel prossimo girone mondiale. Agazzi, infine, è stato solo pre-convocato in vista della Confederations semplicemente perché, potendo radunare in quel momento più giocatori del solito, Prandelli ha voluto visionare per meticolosità un quarto portiere dopo l’addio di De Sanctis, al quale il ct non ha comunque chiuso le porte e che potrebbe essere quindi il secondo in Brasile.

CENTROCAMPO
Tanti i giocatori valutati in questo settore. Qualcuno è già uscito dalle idee del tecnico e probabilmente non ci tornerà, ma al di là dei titolari non si trovano ancora uomini di grandissimo spessore. Molti dei giocatori inseriti nella lista dei centrocampisti, tra l’altro, sono in realtà delle ali o dei trequartisti. Possibili esclusioni a sorpresa tra le convocazioni per il Mondiale.

Marchisio 5+: Annata davvero opaca per lo juventino, che paga forse il periodo non esaltante nel club. Nonostante sia un titolarissimo non incide mai e spesso vaga per il campo a vuoto; mancano soprattutto i suoi inserimenti. Il goal segnato contro Haiti a porta vuota è poca cosa. Da lui ci si aspetta molto di più.
Pirlo 8: Mentre Prandelli si scervella per cercargli un degno sostituto, lui continua a dimostrare di essere insostituibile. Quando manca, la manovra azzurra ne risente parecchio ed il gioco finisce spesso col diventare asfittico. Dopo aver segnato contro San Marino, inaugura la Confederations azzurra con una strepitosa punizione al Messico nel giorno della sua 100ª presenza in Nazionale. Salta il match con l’Uruguay e l’Italia vince a fatica. Raramente si concede a sbavature ed è l’unico a generare qualche idea in più degli altri. Pirlo è ancora indispensabile e non si sa se sia un bene o un male.
De Rossi 7+: A dispetto di una situazione tutt’altro che idilliaca nella Roma di Zeman prima ed Andreazzoli poi, con la maglia azzurra non perde mai vigore trovando anche 2 goal nella prima metà del 2013, nell’amichevole contro il Brasile e nella concitata sfida al Giappone in Confederations. Ottimo contro la Spagna ed in altri frangenti, ma con l’Argentina, schierato da difensore nonostante la disponibilità degli altri centrali, va in affanno.
Montolivo 5,5: In Nazionale non ha mai entusiasmato e la sua posizione appare costantemente ibrida. Durante la gara col Brasile in Confederations rimane in campo per 26 minuti, ma gli bastano per essere il peggiore del match. Contro l’Uruguay invece si fa espellere gratuitamente ai supplementari. Nel complesso, mai determinante.
Aquilani 5,5: Dopo aver firmato una sola presenza nel 2012, Prandelli gli regala il terzo ritorno alla Nazionale e questa volta sembra essere quella giusta. Dalla partita con San Marino in poi trova una bella continuità, nonché 2 goal, e alla Confederations è l’unico degli azzurri a presentarsi dal dischetto sia contro la Spagna sia contro l’Uruguay, con successo. Nelle ultime uscite è però troppo fiacco e deludente, soprattutto con l’Armenia, e a novembre scivola a ragione fuori dall’elenco dei convocati.

Fonte immagine: Biser Todorov
Fonte immagine: Biser Todorov
Giaccherini 7: Dopo l’Europeo non si pensava che potesse stupire ancora, invece il piccolo gregario tuttofare è stato tra gli azzurri migliori del 2013. Parte bene nell’amichevole col Brasile sfiorando anche il goal, ma la soddisfazione della prima marcatura arriva qualche mese più tardi, quando realizza contro Haiti la rete più rapida della storia della Nazionale dopo 19 secondi di gioco. Si comporta bene anche durante la Confederations facendo tremare a tratti il Giappone e segnando il goal di una possibile rimonta ai verdeoro, per poi andare a mordere la Spagna, sebbene avrebbe voluto punirla dagli 11 metri come successo poi con l’Uruguay. Il passaggio dalla Juventus al Sunderland non lo penalizza e stravolgendo ancora una volta i pronostici si ritaglia sempre il suo spazio concludendo l’annata con un bel goal alla Nigeria. E’ indubbiamente tra i preferiti di Prandelli e ha ragione di esserlo.
Candreva 7: Personalità da vendere per la più bella sorpresa del 2013 azzurro. Accetta inizialmente il ruolo di comprimario senza battere ciglio, poi si scatena alla Confederations confezionando una grandissima prestazione contro la Spagna, infiocchettata da un intelligente cucchiaio a Casillas che mai si sarebbe aspettato quella soluzione da lui al primo rigore. Anche se Prandelli lo sposta a sinistra, lui cerca di non far notare la differenza. E’ un elemento che serviva.
Diamanti 6,5: Ogni volta che calca il terreno, quasi sempre da subentrato, sembra dover spaccare la partita. Di certo la proverbiale grinta gli è sempre di supporto e la fa avvertire specialmente contro l’Uruguay, diventando mattatore della partita favorendo il goal di Astori e conquistando su punizione la prima rete in azzurro. Il suo minutaggio è relativamente scarso, ma lo sfrutta piuttosto bene, anche nell’ultima presenza con la Nigeria. Di piedi buoni ce ne sono pochi in giro e i suoi possono rivelarsi utili in qualunque momento.
Cerci 5,5: Tanta fuffa e poca sostanza. Non punge mai come dovrebbe e durante tutta la Confederations ottiene solo 20 minuti alla prima partita. Prandelli lo prova spesso, ma mai dall’inizio ed i risultati non sono degni di nota. Sacrificabile.
Florenzi 6,5: Di fronte ad un appuntamento importante come l’Europeo Under 21 non ha molto spazio con la Nazionale maggiore, ma Prandelli ci tiene ad integrarlo nel gruppo, come dimostra a marzo quando lo chiama proprio mentre è impegnato con gli azzurrini. Colleziona 3 presenze e bagna l’ultima con un meritato goal all’Armenia. Il ct potrebbe preferirlo alla lunga anche per la sua versatilità.
Thiago Motta 5: Dopo l’Europeo la sua storia con la Nazionale sembrava aver conosciuto una mesta conclusione, invece Prandelli decide di richiamarlo a sorpresa a partire da settembre per sostituire l’indisponibile Marchisio. La qualità sperata, però, arriva molto raramente e sono tanti i vuoti sottolineati dalla sua lentezza. Ciononostante, dal momento del suo ritorno gioca tutte le partite meno che quella con l’Armenia. Non è detto che rimarrà nel giro.

Altri convocati: Poli (3 presenze ed un goal contro San Marino) è sembrato ancora acerbo, anche se dopo aver saltato la Confederations è stato utilizzato con la Nigeria. Bonaventura è stato la meteora del 2013. Verratti è l’unico vero vice-Pirlo in circolazione, tuttavia dopo il goal all’Olanda ha deluso tanto con l’Argentina, ma piace ancora al ct. Parolo è in prova ed una sua presenza in Brasile, comunque difficile, dipenderà più dalla continuità nel rendimento che dal rendimento stesso.

ATTACCO
I terminali offensivi dell’Italia propriamente detti sono pochissimi ed anche un singolo infortunio può guastare i piani di Prandelli. Il tecnico di Orzinuovi si è affidato sia alle nuove leve sia all’usato sicuro, ma hanno deluso giocatori di entrambe le risme e molte convocazioni sono state forzate dalla mancanza di alternative valide. Per il Brasile si spera anche nell’esplosione di forze fresche e/o nella rinascita di vecchi attaccanti di razza.

Giovinco 5-:  Sono anni che si attende la sua completa maturazione e non arriva mai. Nel 2013 conta solo 3 gettoni con l’azzurro, conditi dall’unico goal realizzato in Nazionale, ma decisivo contro il Giappone. Troppo morbido, talvolta inadeguato. Dopo la Confederations Prandelli l’ha respinto definitivamente.
El Shaarawy 5: Prandelli voleva fare di lui e Balotelli il tandem d’attacco ideale dell’Italia, come lasciato trasparire dall’ultimo incontro del 2012 con la Francia, ma l’involuzione pazzesca del “Faraone” gli ha fatto inevitabilmente cambiare propositi. Nelle prime partite dell’anno è insoddisfacente come nel Milan, ma il ct lo porta comunque alla Confederations, quasi come per premiarlo comunque dell’ottima metà iniziale della stagione. In Brasile però diventa un oggetto misterioso e si ricorda solo per il rigore calciato contro l’Uruguay. Continua ad essere considerato per l’amichevole estiva con l’Argentina e per le qualificazioni di settembre, ma non viene più impiegato e, complice la forma fisica imperfetta, non vede più l’azzurro. A dispetto di quanto si racconti in giro, però, può ancora sperare nel Mondiale.
Insigne 6+: Se non ci fosse stato l’Europeo Under 21 avrebbe partecipato sicuramente alla Confederations, ma comunque entra a far parte in pianta stabile del gruppo a partire dall’amichevole di agosto con l’Albiceleste, durante la quale firma il primo goal in azzurro ed è il più pericoloso del match. Contro la Bulgaria ottiene quasi a sorpresa la prima chance da titolare, ma non brilla. Meglio contro l’Armenia nel suo San Paolo, quando lascia intravedere diversi spunti interessanti sfiorando la marcatura personale e portando comunque Florenzi al goal. A novembre, però, non scende in campo né contro la Germania né contro la Nigeria, e considerando il suo attuale rendimento altalenante col Napoli la presenza in Brasile non è così certa come si potrebbe pensare.
Giuseppe Rossi 6+: Voto scaturito dalla fiducia, oltre che dalla qualità. Torna ad ottobre dopo un’assenza di 2 anni, confortando Prandelli a suon di goal con la Fiorentina, e alla seconda presenza con la Nigeria va già a segno. Se tutto andrà bene in Brasile sarà titolare inamovibile con Balotelli. E’ tra i pochissimi giocatori di vero spessore internazionale convocabili.

Fonte: Tommaso Naccari
Fonte: Tommaso Naccari
Balotelli 7,5: Piaccia o non piaccia, lui è l’unico centravanti veramente considerevole della Nazionale. Il suo primo goal del 2013, nell’amichevole di marzo contro il Brasile, è una perla, mentre contro Malta sigla la seconda doppietta azzurra dopo quella rifilata alla Germania agli Europei. Proprio in Polonia ed Ucraina molti tendevano a vederlo come uno dei tanti, invece alla Confederations (dimenticata l’espulsione rimediata con la Repubblica Ceca) si presenta come una vera superstar, lasciando il segno in tutte e 3 le partite del girone con 2 goal ed un assist vincente a Giaccherini contro i verdeoro, che gli causa però un infortunio e l’esclusione dal torneo. Nel match di ritorno con la Repubblica Ceca cerca il goal furiosamente, ma sbaglia tanto e si sblocca solo su rigore. Nonostante gli immancabili attacchi mediatici provenienti dall’esterno tiene botta e risponde con un altro goal, stavolta all’Armenia, a suggello di una prestazione importante. Non dà il massimo contro i tedeschi, ma con la Nigeria torna a far vedere i tipici numeri di “Supermario”. E’ l’unico insieme a Pirlo a poter cambiare la partita da un momento all’altro.
Osvaldo 5+: Farraginoso ed incostante, non impara mai dai propri errori e per questo perde pure gratuitamente la Confederations. Si registra un goal non facile contro la Danimarca, ma rimane comunque insufficiente. Al Southampton, poi, non sta facendo faville e non appena troverà un’altra prima punta, magari con il ritorno di Pazzini, Prandelli lo rimpiazzerà senza pensarci troppo.
Gilardino 6: Dopo 9 anni dal debutto continua ad essere più o meno nel giro della Nazionale nonostante ne fosse già uscito in passato, anche con lo stesso Prandelli. Non si fa notare per grandi prestazioni ed alla Confederations Cup è tutt’altro che protagonista. Torna ad essere finalmente decisivo nella partita con la Bulgaria, a distanza di 4 anni dall’ultima vittoria conseguita per mezzo dei suoi goal (contro Cipro a Parma). In totale per lui 9 gettoni e 2 reti, ma lo status di succedaneo è ancora attivo.

Altri convocati: Gabbiadini è stato convocato qualche volta, ma non ha mai giocato. Sau è stato valutato a giugno al termine di un egregio campionato col Cagliari, ma nella sua unica presenza con San Marino non è piaciuto e la Confederations gli è stata dunque preclusa.

Fonte immagine: Roberto Vicario
Fonte immagine: Roberto Vicario
Allenatore Prandelli 6,5: Il 2013 è stato sicuramente l’anno più difficile per lui da quando è alla guida della Nazionale. Rispetto all’Europeo le certezze sono esigue anche perché più di una pedina ritenuta congrua al progetto è venuta a mancare. In ogni caso onora a dovere la Confederations ed ottiene un discreto piazzamento, smascherando però nel contempo qualche limite dell’Italia. Ogni volta che sfida la sorte con qualche esperimento raccoglie pochissimo ed è costretto a sorvolare; difficilmente lo vedremo cambiare ancora modulo. Spesso, comunque, sembra in imbarazzo nelle convocazioni, posticipando esclusioni come promozioni, ma alla fin fine il materiale di cui dispone non è tanto ed anche per questo non ha esitato ad aprire a soluzioni curiose come il possibile ritorno di Totti. Il girone che l’Italia incontrerà ai Mondiali non è semplicissimo, ma uno come lui sarà sicuramente in grado di infondere agli azzurri il giusto atteggiamento per affrontare la competizione al di là delle previsioni.

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