Italia-Costa Rica, gli errori di Prandelli: ecco perché abbiamo perso

Parlare a posteriori, si sa, è sempre facile.

Cesare Prandelli. Fonte: Football.ua Autore: Илья Хохлов
Cesare Prandelli. Fonte: Football.ua Autore: Илья Хохлов

Nel caso di Italia-Costarica però, il “posteriori”, è sembrato facilmente leggibile anche a priori, ma evidentemente non per tutti.
Mi spiego meglio, senza preamboli: mi sono apparse subito evidenti le scelte errate di mister Prandelli. Aldilà del caldo, aldilà di questi fantomatici e comici timeout, il nostro ct purtroppo non ha saputo leggere bene la partita. Uno per uno, ora, verranno dunque esposti i punti chiave che hanno determinato la sconfitta dell’Italia, a partire dagli undici di partenza.

1) IL CASO ABATE – Che il giocatore non fosse in forma ce n’eravamo già accorti. Già nel match contro il Lussemburgo, il terzino del Milan era stato tra i peggiori in campo, per cui riproporlo in una partita così importante era una scelta parecchio azzardata. Infatti, non ha pagato: il buco difensivo che ha portato al cross per il gol della Costa Rica, è venuto dalla sua parte.
Aldilà di questo, Abate ha tenuto malissimo la posizione, non riuscendo nemmeno a spingere nelle azioni offensive.

2) L’INFORTUNIO DI DE SCIGLIO – Non s’era detto che De Sciglio doveva saltare solo una partita? Sì, poi era completamente arruolabile. Ovviamente non posso conoscere personalmente le condizioni del giovane, ma è certo che avrebbe fatto certamente meglio di Abate. Perché, lo ripeto, era a disposizione.

3) LA CABALA SIRIGU – Un vecchio allenatore, di nome Vujadin Boškov, aveva come propria massima: “Squadra che vince non si cambia”. Sarà una superstizione ridicola, ma noi italiani siamo un popolo di superstiziosi, e alla cabala ci attacchiamo ben volentieri. D’accordo che Buffon è Buffon, ma non sarebbe stato il caso di confermare Sirigu che aveva ben figurato (e portato fortuna) all’esordio contro l’Inghilterra? Cambiato portiere, cambiato risultato.

4) IL DOPPIO PLAYMAKER – Parliamoci chiaro, a me il doppio playmaker a centrocampo piace. Mi piace perché permette di far “tirare il fiato” a Pirlo che, nonostante tutto, è stato il migliore in campo dei nostri, alla faccia del caldo! Con Verratti-Pirlo abbiamo battuto gli inglesi e, con Motta-Pirlo, abbiamo comunque tenuto in mano le redini del centrocampo. Forse in maniera un po’ sterile, è vero, ma alla lunga i costaricani si sarebbero potuti stancare di più. Da qui, arriviamo al punto successivo, collegato a questo.

5) LA PERDITA DEL CENTROCAMPO – Come già detto, finché in campo c’erano Motta e Pirlo, la squadra ha giocato discretamente, fornendo palle gol anche a Balotelli (purtroppo non sfruttate). Inserendo Cassano al posto di Motta, l’Italia ha di fatto perduto le chiavi del centrocampo, che non è più stato in grado di fornire buoni palloni là davanti. I costaricani, in 5 contro i nostri 4 mediani, hanno vivacchiato senza nemmeno faticare troppo.

6) CASSANO, PERCHE’? – Fantantonio è un giocatore importante, capace di inventarti una giocata in qualsiasi momento. D’accordo, però riflettiamo su una cosa: causa età, il talento barese non ha più i ritmi di una volta. Già con il Parma s’era potuto notare come, per maggior parte della partita, Cassano a volte cammini in campo. Quindi se è un giocatore con problemi di ritmo, perché è stato inserito in una partita torrida, in un ruolo non suo (da trequartista) e oltretutto in una zona congestionata del campo?

7) LA VELOCITA’ DELLA COSTA RICA – I nostri avversari, come già ammirato contro l’Uruguay, fanno del fisico e della velocità i loro punti di forza. Dato che sono quindi più veloci di noi, perché inserire Insigne e Cerci, due giocatori veloci che non sono mai riusciti a saltare l’uomo? Velocità contro velocità, ci hanno battuto alla grande.
Per questo motivo, dunque, la nostra nazionale doveva continuare a girare il pallone e non avere fretta.

8) I LANCI PER BALOTELLI – Nel primo tempo Balo è stato imbeccato splendidamente due volte, perché non farlo più nel secondo? SuperMario non avrà giocato bene, ma nella seconda frazione i suoi compagni non sono mai stati in grado di passargli il pallone… Si poteva continuare a seguire quella traccia di gioco lì, anziché concentrare inutilmente il gioco sulle ali.

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