Lasciatemi giocare…sono un Italiano, un Italiano vero!

Sanremo 1983: Toto Cutugno canta “L’Italiano”, canzone il cui famoso ritornello recitava: “Lasciatemi cantare…sono un Italiano, un Italiano vero!”.

fonte: flickr.com (C) Alidada

Versi memorabili, capaci di riempire d’orgoglio ogni abitante dello Stivale e, chissà, anche qualche emigrato all’estero in cerca di fortuna ma con il tricolore sempre nel cuore e nella testa. Fra di loro, il Sign. Fogagnolo, bisnonno di un certo Thiago Motta, il sign. Camporanesi, (cognome poi trasformato nel più celebre Camoranesi) o addirittura i bisnonni italiani della moglie di Amauri. Ultimo dei 40 oriundi a vestirsi di Azzurro, il tanto criticato Osvaldo, che dopo aver raggiunto il ritiro della Roma con tanto di faccione del “Pibe” sulla macchina, è stato atteso da molti a Coverciano con la macchina areografata del “Divin Codino”. Naturalmente si scherza, ma molti ci vanno giù pesante. Quasi trent’anni dopo i versi dell’eterno Cutugno, il mondo pallonaro del Bel Paese si ritrova a fare i conti con una situazione che spacca a metà non solo l’Italia calcistica, ma anche quella politica. E’ ancora fresco il ricordo della Lega Nord che “gufa” la Nazionale agli ultimi Mondiali, cosa sciocca quanto inutile, dato che quell’Italia si sarebbe fatta tranquillamente eliminare al primo turno anche senza gli insulti e le gufate sempreverdi padani. In una Nazionale quindi sempre più oriunda, non sono pochi coloro a criticare le scelte “globalizzanti” di Prandelli. Oltre alla già citata Lega, il gruppo organizzato “Ultras Italia”, che quasi ad ogni match non ha mancato di palesare il suo disappunto per i vari Thiago Motta, Ledesma e addirittura per l’Italianissimo Balotelli. Nella rete sono molti i gruppi o i blog a volere una Nazionale vera, fatta di veri Italiani. Eppure secondo la legge, i 40 oriundi ad aver indossato la casacca azzurra nel corso della storia, Italiani lo sono per davvero. Dove è il problema? All’improvviso siamo un Paese razzista? Che figura faremmo allora nei confronti dell’ Isola di Lampedusa, futuro Nobel per la Pace per le note vicende legate ai clandestini? Lasciando da parte questioni politiche e scendendo sul piano squisitamente tecnico, ognuno potrebbe (e sono molti quelli che lo fanno), porsi una domanda. Ma questi oriundi, meritano davvero di soffiare il posto ai tanti (?) bravi calciatori italiani? Mille risposte si potrebbero dare e altrettante querelle potrebbero crearsi: noi però, da bravi Italiani, dovremmo avere piena fiducia nel nostro Commissario Tecnico, anche perchè, oriundi o no, i risultati gli stanno dando ragione. Dal punto di vista etico però, sarebbe molto importante analizzare le motivazioni che portano ormai sempre più calciatori a mettere le radici nel nostro Paese e nella Nazionale. Spaghetti, pizza e mandolino, non possono bastare. Inoltre, la maglia azzurra, non dovrebbe mai essere un ripiego ad altre Nazionali che hanno sbattuto le porte in faccia. Questa potrebbe essere la giusta chiave di lettura a questo fenomeno che piaccia o no, costituisce una realtà odierna. Noi Italiani, non possiamo fare altro che comportarci in maniera esemplare e mai irrispettosa, accogliendo e sostenendo sempre la nostra Nazionale anche se un giorno scendessero in campo ben undici oriundi. Bene, chissà che anche in quel caso a qualcuno non venga in mente di candidarci al Nobel per la pace…

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