A tutta tattica – Nazionale, serve il salto di qualità

Questa che abbiamo è una buona Italia, non c’è che dire; non lo dicono solo i risultati recenti (il secondo posto in Polonia-Ucraina); lo si vede anche nelle qualificazioni mondiali, dove Prandelli fa giocare bene una squadra che è espressione di un campionato in decadenza. Nonostante questo handicap, gli azzurri, storicamente sempre competitivi, mostrano di essere un buon mix tra “vecchi” esperti e “giovani” talentuosi.

 

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Le potenzialità ci sono tutte, e se si guarda anche all’Under 21 l’entusiasmo aumenta: ce ne sono di campioncini che possono fare il salto di qualità e trasformare una buona squadra in un’ottima squadra: El Shaarawy e Insigne sono i più interessanti, senza dimenticare Destro e Verratti già aggregati ai più grandi per le due ultime partite.

Eppure manca ancora qualcosa. Il secondo posto dell’Europeo sta lì a dimostrarlo. Con le Nazionali è sempre difficile trovare continuità per via dei raduni “frammentati” nel tempo, per gli infortuni, cali di forma e via dicendo. Ecco, forse l’Italia, ora che ha la consapevolezza di avere un gran potenziale, dovrebbe anche raggiungere quella continuità di gioco che hanno le grandi squadre (e che porta a vincere le competizioni più importanti). In Polonia in finale ci siamo arrivati, ma esausti e forse un pò timorosi. Necessitiamo di solidità.

Per questo è necessario trovare continuità negli uomini: se questo sta accadendo in difesa e a centrocampo, lo stesso non accade in attacco. Ogni partita Prandelli presenta una coppia nuova. Tanti se la possono giocare, nessuno sembra in grado di conservare stabilmente il posto da titolare. Tanti buoni giocatori, nessun titolare indiscusso. Balotelli il posto assicurato ce l’avrebbe anche se volesse, ma il suo carattere porta a non poter fare affidamento sicuro su di lui.

Infine, una accenno lo merita la tattica: da tre anni l’assetto più equilibrato è il 4-4-2 con centrocampo a rombo. Quando è nato, questo modulo sfruttava al meglio i giocatori che il campionato esprimeva. Se la difesa a 4 è storicamente più affidabile perché conosciuta da tutti, il rombo a centrocampo permette libertà di manovra a Pirlo (la stella della squadra) e nello stesso tempo permette più equilibrio: difficile sostenere il “peso” di tre attaccanti.

Eppure il campionato un’indicazione importante negli ultimi tempi l’ha data: la difesa a 3. Prandelli ha provato a riproporre quello che fanno Udinese, Napoli, Juve, ecc. Non è andata benissimo però. Queste cose vanno provate con calma, mentre, per una serie di motivi, il CT ha potuto provare il 3-4-3 direttamente agli Europei.

Per adesso l’idea è accantonata, inutile rincorrere qualcosa di incerto per lasciare un sistema di gioco che ha già dato i suoi frutti.

La sensazione però è che giocando come Napoli e Juve, le nuove regine della Serie A, l’Italia farebbe un bel salto di qualità.

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