Abete tuona: “Parole di Di Martino poco comprensibili”

Giancarlo Abete non fa attendere la sua replica alle dure parole usate dal Pm Di Martino sulla Gazzetta dello Sport: il presidente della Federcalcio non ci sta e chiede che la giustizia sportiva sia rispettata.

Foto Roberto Vicario - Fonte wikipedia.org
Foto Roberto Vicario – Fonte wikipedia.org

Ecco come esordisce: “Prima di tutto va ricordato che la procura di Bari ha terminato il suo lavoro, quella di Cremona no. Poi come presidente devo stare molto attento a rispettare tutti i soggetti. C’è stato il primo grado di giudizio sportivo, ci sarà l’appello, bisogna osservare questo passaggio e non confondere i ruoli all’interno del sistema”.
Passa poi alle parole del Procuratore Di Martino: “Ci sono le parole del procuratore Di Martino, con cui peraltro abbiamo collaborato rispettosamente, che mi sembrano onestamente poco comprensibili. Da una parte parla di lui che dice che alcune carte non sono in possesso di Palazzi perché non ha ritenuto di inviarle. E in questi mesi c’è chi ha accusato la procura federale di procedere con troppa lentezza. Dall’altra dà un giudizio molto duro sulla sentenza”.
Sul fatto che Zamperini, ruolo chiave nell’indagine, non sia andato a Cremona dice: “Si ho letto, sinceramente mi sfuggono le ragioni di tutto questo. E’ la giustizia penale che ha giustamente strumenti più incisivi per indagare: il Procuratore ha arrestato delle persone, ha effettuato delle perquisizioni, cose che non sono alla portata della giustizia sportiva. Certo riconosco che oggi per un calciatore o per i suoi avvocati, dal punto di vista anche dell’esposizione mediatica, può contare di più una squalifica sportiva che un patteggiamento in sede penale”.
In chiusura chiede che si mantenga la calma e l’equilibrio da entrambe la parti: “Bisogna rispettare i ruoli anche perché una sentenza non la scrive l’accusa. E stare attenti al momento, anche in rapporto a ciò che sta succedendo nel Paese sul complesso del rapporto fra “colpevolisti” e “innocentisti”, naturalmente in tutt’altre vicende”.

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