Atalanta, Ferreira Pinto: “Non meritavo di non essere considerato, ma spero di restare”

“In quell’occasione mi sono girati i classici cinque minuti e non ho ragionato su quello che stavo facendo. Ma ho già chiesto scusa a tutti, so bene che non mi dovevo comportare così”.

Fonte: Ago76 (Wikipedia)

A parlare è Adriano Ferreira Pinto. Il giocatore dell’Atalanta, intervistato in esclusiva da BergamoNews.it, ha riportato alla luce lo spiacevole accaduto della partita tra gli orobici e la Fiorentina dello scorso 29 aprile, quando la squadra bergamasca ottenne la salvezza matematica e il brasiliano fuggì negli spogliatoi senza fermarsi a festeggiare, nonostante i richiami del direttore Pierpaolo Marino, che gli fece poi comminare una multa.

Ha parlato col presidente?

“Certo, è stato il primo a ricevere le mie scuse perché non si meritava questo comportamento. Lui che, nonostante l’infortunio dal quale stavo recuperando, due anni fa non ci ha pensato molto a rinnovarmi il contratto. Gliene sono grato e questo lo sa”.

 

Con Marino ha chiarito?

“Ho portato anche a lui le mie scuse spiegandogli il mio stato d’animo per quell’ennesima esclusione. Poi non so cosa pensi oggi il direttore di me. Quel che è certo è che io, quando l’ho contattato per scusarmi, sono stato sincero”.

 

E con i compagni?

“Con i compagni è tutto apposto. A loro quel giorno non ho mancato di rispetto uscendo dal campo”.

 

Se potesse tornare indietro rifarebbe quello che ha fatto?

“No, assolutamente. Anche se conosco il mio carattere e so che ero troppo arrabbiato per poter riflettere al meglio su quelle che potevano essere le conseguenze di quel mio gesto”.

 

Cosa l’ha fatta tanto arrabbiare?

“Il fatto che non venivo più considerato: piuttosto che dare spazio a me è stato preso a gennaio un giocatore in prestito che poi, nonostante abbia avuto le sue chance, non è nemmeno stato riconfermato. Questa cosa non l’ho capita e quel giorno, dopo la vittoria sulla Fiorentina, è esplosa tutta la mia rabbia”.

 

Contro la Fiorentina voleva sostituire Schelotto al posto di Carrozza, giusto?

“Esatto. E credo che me lo meritassi anche quel posto. Quest’anno non ho avuto occasioni di mettermi in mostra e, dopo quello che ho passato, penso non sia stato giusto nei miei confronti”.

 

Non pensa che i tifosi possano avercela con lei per quel gesto? La festa, dopo tutto, era anche per loro…

“No, non credo che i tifosi ce l’abbiano con me, anche perché io, quel giorno, sono uscito salutandoli come ho sempre fatto. E il rapporto che mi lega a loro è sempre stato splendido, non vedo perché le cose debbano cambiare per quella mia uscita”.

 

Il suo futuro sarà lontano da Bergamo?

“Non lo so, è ancora presto per dire cosa farò l’anno prossimo. Ora sono in Brasile e sto solo pensando a godermi queste vacanze”.

 

La sua speranza è di restare in nerazzurro?

“Certo. Come detto, sette anni passati con questa maglia e con questi tifosi non sono briciole e ora non voglio voltare le spalle a nessuno. Io a questa città sono molto legato, cosa che ho scritto anche nel mio libro, e non me ne voglio andare così”.

 

Sappiamo che il Lanciano, squadra che l’ha lanciata nel calcio italiano nel 2001, la rivorrebbe per rinforzarsi dopo la promozione in Serie B: non ci farebbe un pensierino?

“In Italia c’è il mio procuratore che ancora non mi ha fatto sapere nulla. Per ora resto un giocatore dell’Atalanta e sono felice di esserlo”.

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