Balotelli: “Ho sbagliato ma non ho ucciso nessuno. La Nazionale il mio orgoglio”

Mario Balotelli si è confessato in una lunghissima intervista alla Gazzetta dello Sport. Tanti i temi toccati dal bomber del Milan: dalla sfuriata all’arbitro alla Nazionale, dal momento del Milan al primo rigore sbagliato.
 

Balotelli Fonte: danheap77, flickr.com
Balotelli Fonte: danheap77, flickr.com
Ecco alcune parti dell’intervista: «Mi spiace so­prattutto per i miei compagni, che ho la­sciato da soli. È con loro che fatico e tribolo ogni giorno. Poi, ovviamente, per i tifosi che ci tengono tanto e per la stessa società. Ho creato un dan­no e non era il caso».
 
Anche all’arbitro Banti chie­de perdono?
«Certo, non dovevo dirle certe cose. Mi scuso anche con lui. Ma non mi va bene una cosa. Se Mario fa un brutto fallo, deve essere punito Mario. E se un al­tro fa un brutto fallo su Mario deve essere punito anche lui».
 
Chiede scusa an­che a Prandelli?
«Io ho fatto un er­rore, mi sono lasciato andare, diciamo, su più provocazioni e Mario chie­de scusa. Però non esageriamo, non devo chiedere scu­sa a tutti perché non ho am­mazzato nessuno».
 
Quali traguardi vede per il Milan in questa stagione?
«Allegri dice che possiamo tornare in alto per Natale? Possiamo farcela, basta cambiare registro. Non siamo, però, inferiori a nessuno. Questo campionato si prospetta molto equili­brato, sarà avvincente. Non è come ai tempi di
Mancini e Mourinho, quando l’Inter era troppo più forte delle altre».
 
Intanto la Roma è in fuga solitaria.
«E’ presto per dare dei verdetti. Prendiamo il caso del Napoli: ha grandi giocatori come Hi­guain, Hamsik, Zuniga e gli altri, ma come gio­co di squadra non mi ha fatto una grande impressione».
 
Contro il Napoli è andato tutto storto.
«Il Signore domenica s’era distratto . Ho tira­to 5 volte in porta, ma non è mai entrata. Anche con la Nazionale è andata così. È un periodo sfigato».
 
È arrivato anche il primo errore dal dischet­to.
«Prima o poi doveva succedere. Certo me l’hanno tirata…Ma è vero che l’altra sera mi sono deconcentrato. Reina è stato bravo. Io, però, l’ho guardato negli occhi solo sino ad un certo punto. Poi, ho abbassato lo sguardo ed è
finita male».

 
Ha inciso quell’errore sul raptus finale?
«No, assolutamente no».
 
È sempre contento della scelta di tornare in Italia?
«Beh, sono scappato dalla Premier perché i giornali mi martellavano. E ora non è che le cose vadano molto meglio. Ma sì, sono conten­to d’essere tornato al Milan, il club per il quale ho sempre tifato da bambino. E poi».
 
E poi?
«La Nazionale è il mio orgoglio. Vestire quel­la maglia è il sogno di tutti e io mi sento realiz­
zato da questo».

 
Anche per merito di Prandelli.
«Certamente. Devo molto anche a lui. Ha creduto in me nei miei momenti più difficili e per me è un punto di riferimento importante».
 
Anche se ora dovesse punirla, non convo­candola nei prossimi impegni?
«Se c’è il codice etico…».
 
In vista dell’azzurro che pensa del gran ritor­no di Giuseppe Rossi?
«Innanzitutto gli faccio i complimenti per questo suo bell’avvio di stagione: Peppe è for­tissimo.. Purtroppo in Nazionale per tante cir­costanze non abbiamo quasi mai giocato insie­me, ma spero prima o poi arrivi l’ora giusta in
azzurro. Spero solo che perda contro il Milan».

 
A volte sembra che si assenti in campo. Per­ché?
«Non mi manca di sicuro la generosità. Se serve rincorro l’avversario anche sino alla ban­dierina del calcio d’angolo. Il problema è di concentrazione».
 
Si spieghi meglio.
«Quando mi fermo in campo è perché ho ap­pena sbagliato una giocata. Allora mi sento in colpa e rimango lì a pensarci su».
 
Allora in quei momenti è meglio non pensare.
«Io sono sempre super­collegato. La diffe­renza è che devo tramutare in rabbia il mio sco­ramento. Ma senza esagerare: sennò mi danno il rosso».
 
Come va con Allegri?
«Con lui è tutto ok. Ci carica bene, speriamo di seguirlo come squadra, Ci serve un po’ più di for­tuna per tornare tra le prime tre­ quattro e gioca­re alla pari la seconda parte della stagione».
 
Invece che ci dice di El Shaarawy?
«Tanto per cominciare deve tagliarsi i capel­li. Lui e Niang non mi sentono, ma stanno me­glio se cambiano tagli. Scherzo ovviamente. Stephan deve solo ritrovare un po’ di fiducia. Ha grandissime qualità e lo abbiamo visto tutti
nella scorsa stagione. Ma anche quest’estate è partito bene, segnando gol importanti: come quello al Psv».

 
E invece cosa pensa di Niang?
«Ha grandissimi colpi. Ha solo bisogno di un po’ più di fiducia in se stesso. Bisogna stargli vicino e io sto provando a farlo».

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