Buffon parla chiaro: “Non dirò mai ‘basta’ alla Nazionale. Su Conte ct azzurro…”

Prandelli-Juventus e Conte-Italia?

 

Fonte: Tommaso Naccari
Fonte: Tommaso Naccari

Pensiamo a fare bene le qualificazioni e a giocare un grande Mondiale” Esordisce così Gianluigi Buffon, rispondendo alla possibilità di uno scambio di panchine fra Juventus e Italia: “Trovo un ‘non problema’ il possibile addio di Prandelli, perchè ogni allenatore e giocatore ha dei percorsi personali, che per quanto riguarda i CT delle Nazionali sono sempre brevi e si concludono al termine di una manifestazione importante. Fa parte del gioco e sapremo gestire la cosa nel modo più naturale possibile. Quando hai la fortuna di essere protagonista in un Mondiale l’attenzione va solo ed esclusivamente a quello, a prescindere da tutto. Conte suo successore? Nessuno ha mai detto che Conte andrà via dalla Juventus l’anno prossimo. Prandelli merita di allenare una grande squadra, dopo aver fatto un grande cammino con la Nazionale, ma sono in imbarazzo a rispondere a questo tipo di domande perché non me le aspettavo. La massima espressione del calcio è allenare la Nazionale o giocare per i colori Azzurri. Ma ora stiamo parlando di nulla perché ci sono talmente tanti allenatori bravi che potrebbero guidare l’Italia che trovare il sostituto non sarebbe un problema. Se un giorno Conte dovesse essere chiamato in causa sarà lui a fare delle riflessioni”.

Il futuro

 

Gianluigi Buffon parla anche del suo futuro azzurro:

“A volte non nego di sentirmi quasi in imbarazzo, perchè penso che in questi sedici anni di Nazionale tanti bravi portieri non hanno avuto tanto spazio per giocare in Azzurro. Ciò mi dispiace perchè sono sempre uno che ha privilegiato il bene e la felicità del gruppo piuttosto che la mia personale, ma penso anche che quando hai fortuna e bravura di poter far parte dell’élite del calcio itaiano non puoi chiudere la porta in faccia a un dono che ti è stato consegnato e proposto. Per me non ci sarà mai nessun tipo di problema, come non lo è mai stato prima con nessun tipo di allenatore, se si dovesse decidere di mettermi in panchina o non convocarmi per il bene della Nazionale. Rifiutare un’eventuale chiamata della mia nazione però sarebbe uno spreco. Sarebbe una specie di diserzione. Dipendesse sempre da me non dirò mai ‘basta’. E’ un atto di presunzione secondo me dire ‘no’ all’Azzurro, perché sono un giocatore e non l’allenatore o il Presidente della Nazionale. Finchè mi vorranno qui dirò sempre ‘sì, signore'”.

 

Su Totti, Nesta ed El Shaarawy:

 

Il bianconero, poi, ha risposto a diverse domande, sulla Bulgaria, su Totti e molti altri argomenti:

Sei arrivato a due presenze dal record di apparizioni in Azzurro, nel tuo stadio contro una squadra che non ti è indifferente a livello personale: come vivi questo momento?
Se ciò dovesse accadere sarebbe il raggiungimento di un bell’obiettivo, preventivabile visto che ho iniziato in Azzurro molto presto. Sicuramente si tratta di un obiettivo che mi darà soddisfazione perchè gioco in Nazionale da sedici anni e sono titolare dal 1998. Sono stati anni bellissimi, caratterizzati da qualche infortunio che poteva mettere in seria discussione tante cose, e ci ho messo sempre del mio, rimanendo bravo, perseverante ed umile nel voler sempre mettermi in gioco, dimostrare il motivo per cui ho intrapreso questo percorso di calciatore e scrivere pagine importanti per la storia del calcio italiano. Il giorno che riuscirò a fare questo sarò soddisfatto ma vivrò tutto con un certo distacco, come un giocatore che ha iniziato presto e finirà tardi”.

Sei preoccupato per le assenze importanti contro la Bulgaria?
“Le prossime due saranno partite determinanti per arrivare alla qualificazione al Mondiale, che ci meritiamo per ciò che abbiamo fatto fino ad oggi. Sono preoccupato moderatamente e con molta attenzione dovremo preparare la gara con la Bulgaria”.

Cosa ne pensi dello sfogo di Prandelli riguardo i giovani calciatori italiani?

“Credo che più che uno sfogo sia stato un puntiglio per cercare di spronare, responsabilizzare e far rendere al meglio questi giocatori. I giovani sono il futuro di questa Nazionale ma anche il presente”.

Qual è la notte che ti ha emozionato di più tra le presenze in Nazionale?
Senso di responsabilità, onore e gratitudine sono le sensazioni che ho sempre provato nel vestire la maglia Azzurra e rappresentare l’Italia, a parte quando sei ragazzo in cui non hai questo tipo di maturità. Quando si cresce si capisce che ci sono aspetti e valori molto importanti. Posso dire serenamente che le ultime 110 presenze in Azzurro non sono mai state solo partite di calcio, ma un qualcosa di più che andava giocato con passione, cuore, emozione e responsabilità di far gioire i nostri tifosi”.

Dovessimo fare un identikit del CT Azzurro, quali doti dovrebbero essere privilegiate?
“L’impronta di Prandelli credo che sia quella giusta, in cui tecnica e bel gioco hanno sempre fatto da padroni. Il tipo di percorso tracciato da Prandelli è sicuramente una svolta rispetto al passato, comunque glorioso, per costruire qualcosa di importante”.

Nell’ultimo turno di campionato di Serie A ci sono stati molti errori dei portieri, specialmente di giovani: cosa dirgli?
“Il ruolo del portiere è diventato difficilissimo, in cui trovare la perfezione è impossibile. In più, secondo me, il fatto che in Italia si tende a sottolineare fino alla sfinimento l’errore non aiuta. Siamo l’unica nazione a fare questo. All’estero si passa sopra l’errore e si sottolineano le cose positive, se ci sono state durante la gara. Quello italiano non è il modo corretto per valutare le prestazioni, annullando tutto ciò che è stato fatto di buono per evidenziare solo gli errori”.

Quali giocatori della Bulgaria temi di più?
“La Bulgaria ha tre-quattro elementi di buona gamba, soprattutto gli esterni, ma è più che altro una squadra compatta che sa come mettere in difficoltà le avversarie”.

Prandelli ha già detto qualcosa riguardo le recenti voci sul suo futuro da allenatore? E come stai vedendo in questi giorni El Shaarawy?
“Abbiamo incontrato Prandelli 3-4 volte in palestra durante questo ritiro ma non abbiamo mai affrontato il discorso, anche perchè per noi calciatori non è una questione di vitale importanza. Quello che vogliamo fare è qualificarci al Mondiale e fare un gran Campionato del Mondo tutti insieme. Poi ognuno prenderà la strada che riterrà più opportuna. El Shaarawy può riemergere esclusivamente attraverso le sue capacità. Non tutti possono vantare le sue doti”.

Come viene valutato il successore di un allenatore della Nazionale? Influiranno anche politica e opinione pubblica?
“Sono scelte su cui noi giocatori non mettiamo bocca, ma credo che curriculum, esperienza, filosofia di gioco e altre caratteristiche saranno importanti in merito. La politica non credo che verrà mai presa in considerazione in questo senso, mentre l’opinione pubblica ha sempre un certo valore e una certa importanza”.

Francesco Totti ha rinunciato troppo presto alla Nazionale? Così come Alessandro Nesta?
“Io ho avuto la fortuna di ricoprire un altro ruolo rispetto a loro due, che sono stati costellati da infortuni e incidenti. Scegliendo di lasciare anzitempo la Nazionale hanno preservato il loro fisico, ma sono decisioni che non mi rappresentano. Io sto bene facendo un tipo di scelta e loro devono staro bene facendo le loro”.

Fabio Cannavaro possibile CT: sarebbero pronti lui e Gattuso per questo ruolo?
“L’esperienza e la sapienza nel gestire lo spogliatoio non gli mancherebbero, ma la risposta dovrebbe arrivare da loro”.

Fonte: Muhammad غفّاري
Fonte: Muhammad غفّاري

Come collochi la Juventus, in Italia e in Europa, al termine del mercato estivo?
“La Juventus sta proseguendo il percorso di consapevolezza, maturazione e miglioramento che è in atto da due anni a questa parte, che mi auguro possa farci migliorare un passo alla volta gli obiettivi che abbiamo centrato l’anno scorso. Siamo competitivi e moderatamente forti. Abbiamo la certezza che in Europa ci sono 3-4 squadre che partono avvantaggiate rispetto a noi, mentre in Italia dobbiamo stare molto attenti”.

A quale dei gruppi Azzurri a cui hai preso parte ti senti più legato?
“Di solito sono quelli in cui vinci, per cui l’Italia del 2006 in cui abbiamo vinto il Mondiale mi resterà sempre nel cuore, in cui c’era un grandissimo allenatore e tantissimi amici e compagni. In Nazionale si creano rapporti lunghi, specialmente con i giocatori con maggiori presenze, dunque si creano una condivisione e un affetto per me molto forti. La gioia di partire per un torneo e condividere con queste persone determinate emozioni per me è molto importante. In questo senso le Nazionali di Donadoni e l’ultima che è arrivata terza in Confederations Cup le ricordo molto volentieri. L’anno scorso in particolare abbiamo stupito noi stessi”.

Quali sono stati i tuoi momenti di difficoltà in Nazionale a cui ti riferivi?
“In diciotto anni di Nazionale ho avuto una frattura alla spalla l’anno prima dei Mondiali, un’operazione alla schiena a 32 anni e una frattura a un dito. Non mi voglio scordare queste cose perchè tutto ciò va in archivio ma rimane un tesoro in momenti di dubbio o poca passione, quando ci si deve ricordare come tornare ad alti livelli”.

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