De Laurentiis: “Lavezzi parte solo se pagano la clausola. Hamsik crede nel progetto”

Dopo un periodo di lavoro lontano dal Napoli e Napoli, il vulcanico Aurelio De Laurentiis vuole dare un senso a questo progetto, magari blindando Cavani, Mazzarri e cercando di conquistare (difficilmente) la Coppa Italia in quelli che saranno 90 (e forse di più) minuti di pura battaglia calcistica.

Fonte immagine: Danilo Rossetti

Per non risultare ripetitivi, presidente, verrebbe da dire: scurdammoce o passat…

«Il passato va tenuto in considerazione, rappresenta il giorno in cui il Napoli è rinato dalle ceneri: un club che era diventato un pezzettino di carta ora va all’Olimpico per giocarsi la Coppa Italia contro i bravissimi e imbattuti neo campioni d’Italia della Juventus».

Ricollocare il Napoli nelle stablishment calcistico in così breve tempo che sensazioni offre?

«Senza vanità, offre orgoglio: l’orgoglio di avere creduto in noi stessi e nella forza dei napoletani. Ci sono state moltissime perplessità, comprensibili. Un club è un’azienda atipica, risente degli umori e della passione; e invece, in altre parti, occorre razionalità. In una sola settimana, una sconfitta o una vittoria finiscono per mutare le condizioni ambientali e si va dall’euforia più sfrenata alla depressione più profonda. Abbiamo lavorato in questi anni concentrati e a testa bassa per il popolo azzurro, con moltissima serenità».

Trentamila napoletani all’Olimpico: mai esodo di massa ha avuto dimensioni del genere. «E spero che sia possibile festeggiare per tutti, anche per quelli da casa: questo trofeo sarebbe un omaggio alla città, oltre che ai napoletani sparsi per il Mondo. Inoltre sarebbe un meritato premio per la squadra, il tecnico, i collaboratori e la società. Siamo felici di essere arrivati a questo punto ma non bisogna neanche dimenticare che ad agosto si giocherà la Supercoppa. Una sorta di “sfida di ritorno” visto che giocheranno le stesse squadre».

Dal 2004 al 2012 cosè cambiato? «Siamo da cinque anni in serie A e solo una volta il Napoli non è riuscito ad arrivare in Europa. Voltarsi a questo serve, a capire: il cammino intrapreso in quell’agosto del 2004 sembra lontano proprio grazie ai vari traguardi colti e a una maturazione imponente, che ci ha permesso di essere al passo con le grandi sia in Italia che in Europa, nel pieno rispetto del fair-play finanziario».

Domani sera cè la Coppa Italia, ma stasera si gioca Bayern-Chelsea. «Non ci sono rimpianti, semmai dobbiamo essere fieri di avere affrontato le due finaliste di Champions e di non aver sfigurato, anzi: le abbiamo messe in difficoltà. La bontà del nostro lavoro è in questa considerazione: il Napoli ha rappresentato un’avversaria temibile per le due più forti formazioni del Vecchio Continente. E una di queste l’abbiamo pure battuta. E per eliminarci ha avuto bisogno dei supplementari. Sufficiente, no?».

Dice Hamsik: la garanzia del Napoli si chiama De Laurentiis… (sorriso…) «La frase arriva da un ragazzo che ha scelto di restare ancora da noi e a lungo, e non è un caso. Marek crede veramente nel mio progetto».

Juventus-Napoli è la madre di tutte le partite? «Quest’anno ne abbiamo avute parecchie di madri: Manchester City, Bayern, Villarreal, Chelsea. Se ripenso al clima vissuto in quelle serate, mi accorgo chè stata veramente una stagione esaltante per la nostra gente. Una stagione che vogliamo chiudere nel migliore dei modi: giochiamo contro la formazione campione d’Italia; complimenti a loro per la caparbietà dimostrata. Io sono amico degli Agnelli e degli Elkann e li applaudo. Ma domani sera voglio batterli».

Domanda di rito: questo calcio vecchio, per dirla alla De Laurentiis, però sposta le masse. «Manca la volontà di intervenire, si rimane su parametri antichi: servono interventi mirati. Ho appena visitato la Cina e in pochi anni saranno al top anche nel calcio; in Germania, ogni partita di campionato aveva il “sold out”, mentre da noi non ce nè quasi mai uno pieno: se uno ha occhi per vedere, e coscienza per analizzare, s’accorge che siamo rimasti pericolosamente indietro. Spero che i politici facciano il loro dovere nell’approvare la legge per i nuovi stadi».

Domanda inevitabile, che le farà venire l’orticaria: Lavezzi… «Non mi piace fare il mercato attraverso i giornali. Credo che la riservatezza, in situazioni del genere, sia indispensabile. Lavezzi ha una clausola rescissoria e dunque il destino è legato ad essa, non ad altre variabili. Non piace solo in Francia e in Italia, piace anche in Inghilterra, Germania e Russia».

Domanda scontata: Mazzarri e il Napoli? «Mazzarri è il nostro allenatore, non solo in ragione d’un contratto, ma anche della condivisione sulle scelte sin qui fatte».

Cosa verserebbe nella Coppa Italia per bere e festeggiare? «Mi rifaccia la domanda a partita finita: sa, ormai conosco la pretattica della scaramanzia. Credo».

[Fonte: CORRIERE DELLO SPORT]

 

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