De Rossi: “Non c’è alcuna fumata bianca, tutto fermo”. La Roma rischia di perdere un suo caposaldo

Tutto inizia nell’estate 2011, quella da poco trascorsa. Siamo a Castelrotto, località del Trentino, dove l’A.S. Roma da anni ormai svolge il ritiro pre-campionato.

Fonte immagine: Mattia S., flickr.com
Era un punto di svolta per la Roma, che tra le montagne e l’aria buona si ritrovava, vogliosa di ricostruirsi e tornare vincente. Le novità erano molte: 11 nuovi acquisti, nuovo allenatore, nuovo staff e proprietà targata Usa, che strizza l’occhio al calcio spagnolo, sperando di poterlo riproporre nell’ambizioso progetto di “remake giallorosso”. Tra tutte queste novità, ci sono anche le certezze, alcuni le definirebbero “vecchie” in mezzo ai numerosi volti nuovi, ma intanto sono coloro che dovrebbero garantire continuità tra il presente ed il passato del team. Le fondamenta giallorosse si chiamano Francesco Totti e Daniele De Rossi. Entrambi cresciuti nella Roma, tifosi prima che calciatori, nonché professionisti che sentono quei colori prima di indossarli sul campo.
Continuità appunto, tra la Roma passata e quella attuale. Le cose cambiano e mutano radicalmente nella capitale: infatti prima c’era Sensi, non importa se Franco o Rosella, c’era comunque una proprietà che prese in gestione una squadra, innanzitutto per farla diventare grande, vale a dire trasformarla da “Rometta” squadra di metà classifica a regina della Serie A insieme alle squadre del nord. Quest’ambizione con gli anni si tramutò in realtà, infatti la Roma con i Sensi cambiò mentalità, divenne con gli anni una squadra a cui tutti guardavano, che esprimeva bel calcio, vinceva poco rispetto alle altre grandi, ma era sempre lì a dare filo da torcere a tutti. La morte di Franco Sensi, avvenuta il 17 Agosto 2008, fa sì che alla proprietà del team subentri la figlia Rosella.
La Roma, con lei al timone, assume un aspetto diverso. Ovvero, la situazione economica non è delle migliori, infatti anni prima il padre aveva già venduto delle sue proprietà per salvare la squadra dal fallimento, operazione riuscita che però ha lasciato aperto qualche debituccio. Una squadra più in rosso che giallorossa affrontò comunque dignitosamente le stagioni di serie A, arrivando a vincere qualche coppa Italia e addirittura, sfiorando il titolo nazionale nel 2010. In tutti questi anni, riassunti in poche righe, Totti e De Rossi c’erano. Seppur in situazioni diverse(uno capitano, l’altro che diventava man mano un idolo), ma erano lì. Hanno vissuto la Roma e la Roma ha vissuto loro.
Adesso, a capo della Roma c’è DiBenedetto, italo-americano, ben messo economicamente. “Uno coi sordi” direbbero a Testaccio, quartier generale del tifo romanista. La società con lui deve risalire economicamente e in campionato, tornare una squadra che conta. Il progetto sembra aver convinto tutti, sin dal ritiro estivo, allegria durante gli allenamenti, non i soliti nomi ma una miriade di volti nuovi gente giovane e dotata tecnicamente. Ci sono ancora Totti e De Rossi, che sembrano trovarsi in sintonia con tutto e tutti, dando quel pizzico di vintage (in senso positivo, naturalmente) all’ambiente.
Ogni cosa sembrerebbe essere al suo posto, tutti pronti con nuove ambizioni e velleità. La quiete prima della tempesta. Infatti all’interno di questo “paese dei balocchi” giallorosso, dove ogni giorno si parla di evoluzione, grandezza e si sogna un nuovo stadio, un nuovo gioco, una nuova mentalità, c’è ancora qualche falla che sta rischiando di trasformarsi in una voragine. Molto spesso si pensa al nuovo, senza salvaguardare il vecchio. Da quest’estate sentiamo parlare di investimenti e ricapitalizzazioni, intanto però alcuni contratti sono in scadenza. Uno su tutti: Daniele De Rossi, il “vecchio” che andrebbe salvaguardato. Questo tam-tam mediatico va avanti ormai da mesi, “Daniele rinnova o no?” e l’unica risposta possibile, data da chiunque è “Sappiamo che De Rossi ha voglia di rimanere, ci sarà tempo per parlare di rinnovo”. “Chi ha tempo non aspetti tempo” si dice, si perché improvvisamente il tempo potrebbe non esserci più. Se non ci sarà un’evoluzione in maniera netta, prima possibile, Daniele rischia di rimanere senza un contatto. Quindi libero, da Giugno, di svincolarsi a parametro zero. Siamo vicini al Natale e la società non ha ancora fatto una proposta concreta al giocatore. L’unica certezza è che la società vuole investire su di lui, metterlo al centro del progetto, intanto però la “fumata bianca” e l’esito di questa situazione non sembra essere ancora arrivato. Mostra segni d’impazienza anche il giocatore, che nell’ultima intervista rilasciata dichiara: “Continuo a leggere tutto dai giornali, ma non c’è stata alcuna fumata bianca. E’ fastidioso arrivare a gennaio senza un nuovo contratto”.
Daniele, come detto, vuole rimanere. Non ci sono risposte, tutto è fermo, aspettando forse un’ispirazione che convinca chi di dovere a prendere una decisione. Il fattore bloccante non dovrebbe essere di natura economica, visto che secondo quanto riporta “il Messaggero”, la società è in attesa di una ricapitalizzazione pari a 50 milioni di euro. Le sirene estere intanto risuonano nelle orecchie del romanista, da Wenger a Mansour, lo vogliono tutti ma, non si sa ancora per quanto, il cartellino lo possiede la Roma.
Il giocatore ha dichiarato, che se non arrivasse l’habemus papam da parte della Roma, la priorità sarebbe una destinazione estera. Nonostante questa rassicurazione apparente per i romanisti, successivamente aggiunge: “Se non arrivassero offerte da fuori, anche l’Italia andrebbe bene, non posso mica smettere di giocare”.
La Roma cerca volti nuovi in difesa, ma rischia di perdere il “volto noto” per eccellenza. Al carisma e la classe del capitan Totti, si aggiunge, quasi in automatico, la grinta e la passione di Daniele De Rossi. Tutti vogliono ancora vedere esplodere la sua giugulare sotto la sud, perché nel calcio sono ancora pochi quelli che fanno coincidere la propria identità con l’appartenenza a qualcosa. Daniele è tra questi.

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