FIGC, Albertini presenta il programma: “Serie A a 18 squadre e Serie B a 20”

In attesa della corsa alla presidenza della FIGC, Demetrio Albertini ha già le idee chiare per il progetto che vuole attuare nel prossimo corso alla guida del calcio italiano. Albertini, parlando alla Gazzetta dello Sport, ha presentato la sua “mini-rivoluzione che si basa sulla riduzione del numero di squadre nei massimi campionati, 20 in Serie A e 18 in Serie B, oltre ad un limite di 25 giocatori nelle rose di cui 10 provenienti dai vivai.

Fonte: Wikipedia
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Ecco le parole di Albertini: “Non c’è dubbio che in Federazione regni l’ingovernabilità. Due componenti, Dilettanti e Lega Pro, hanno il 51% e possono eleggere da sole il presidente ma non hanno la maggioranza in consiglio e non possono governare. Credo che si debba superare l’attuale struttura direttiva della Figc. A ciascuno il suo. Io immagino, dentro il consiglio federale, la creazione di due “consigli d’amministrazione” specifici per l’area professionistica e quella dilettantistica, ognuno con le proprie competenze. Così, peraltro, si potrebbero avere rapporti più diretti con Coni e Governo, che va sollecitato sullo ius soli per far sì che chi nasce in Italia sia italiano anche per lo sport, e su una legge per il volontariato sportivo. Innanzitutto della riforma dei campionati, ma che sia organica e armonizzata. Il mio disegno di cambiamento presuppone che tutti i pezzi vadano al loro posto, altrimenti è inutile cambiare. Solo così il massimo campionato potrà tornare a confrontarsi con le giuste credenziali con l’Europa e le altre categorie potranno dedicarsi alla formazione e alla territorialità: una Serie A a 18 squadre, una B a 20 e una Lega Pro che è stata appena ridotta a 60, dopo tanti anni, e quindi non è detto che debba scendere ulteriormente. Quello che mi interessa è la sostenibilità finanziaria: negli ultimi tempi abbiamo perso troppe realtà, le ultime Padova e Siena. Ma la riduzione delle partecipanti è solo il primo passo. In A ciascun club dovrà avere rose con un massimo di 25 giocatori e un minimo di 10 locali, cioè cresciuti nei vivai, indipendentemente dalla nazionalità perché l’Unione europea non ce lo consentirebbe”.

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