Fiorentina: i tifosi e il turismo, pensieri di Ferragosto

Con l’arrivo di Ferragosto l’estate volge verso la sua seconda ed ultima metà. Con l’arrivo di Ferragosto anche la stagione calcistica inizia a guardare al suo vero e proprio cammino: i ritiri sono appena terminati, ci sono state diverse amichevoli di rodaggio, gli abbonamenti dei tifosi sono ormai alla scadenza e, se si volta pagina, ovvero se il calendario entra nella settimana seguente, già si intravede il semaforo verde della nuova stagione agonistica.

Fonte: Federico Berni
Fonte: Federico Berni

In tempo di crisi economica, rispetto a venti-venticinque anni fa, le persone fanno una vacanza unica oppure si ritagliano tanti spezzoni di vacanza in modo da coprire più luoghi, più ambiti e più interessi, permanendo poco dappertutto.

E rispetto a venti-venticinque anni fa, le squadre di calcio di Serie A, vivono ed allestiscono i loro ritiri pre-campionato in modo completamente diverso: sicurezza per i calciatori, distanze da mantenere, business da portare avanti con attività ed iniziative che diffondano il nome ed il marchio della società e portino anche dei soldini in cassa.

Ecco allora che, ad esempio, la Fiorentina (squadra seguita da chi scrive) ha cambiato modi e metodi di affrontare il periodo di ritiro e si è adeguata a quelle esigenze di “turismo calcistico” dettate ed imposte dal periodo storico-economico che stiamo vivendo.

Fonte: Federico Berni
Fonte: Federico Berni

Una volta la squadra viola andava a fare la preparazione pre-campionato al Ciocco (appennino modenese) o a Barga (Garfagnana) o sul Monte Amiata, o a Cascia (Umbria) o sulle Dolomiti, ed i tifosi (pochi peraltro) che la seguivano, potevano avere un rapporto diretto con i loro beniamini, durante il tempo libero, in quelle località. Ci si fermava a fare due parole al bar del posto o si facevano due foto dopo una bella partita insieme a biliardino nel parco del luogo di ritiro, e così via. Altri tempi…

Oggi si mettono transenne, persone a tutela della sicurezza e della “incolumità” dei calciatori, le foto si rubano in un momento, di sfuggita, facendo appostamenti sotto l’albergo della squadra o scavalcando una transenna al momento degli autografi post-allenamento. I giocatori vengono controllati e “centellinati” ai tifosi presenti per una dedica o un saluto. Eppure la gente va: prenota alberghi, campeggi, parcheggi camper e via, verso i propri idoli, verso quella squadra da vedere e da assaporare fin dai primi vagiti della stagione.

Chi sarebbero, i signori calciatori, senza questa follia che gli ruota intorno? Chi sarebbero, senza tutte queste persone che, per cuore e per passione (molto spesso neanche gradita dalle società) si stringono sempre vicini a quelle maglie, al di là di chi sia ad indossarle?

E così la Fiorentina (ma certamente anche molte altre squadre del massimo campionato, specie le più “grandi”) ha offerto ai suoi tifosi, quest’anno, a Moena, un punto dove trascorrere tutta una giornata, a margine dei campi di allenamento della squadra.

Il Viola Village è stato, per tutto il tempo di ritiro, una focina di attività legate alla “Viola”, che ha coinvolto grandi e piccini, appassionati e semplici simpatizzanti, capitati lì per caso e per curiosità.

Fonte: Federico Berni
Fonte: Federico Berni

In fondo basta poco. Basta prendere spunto dalla “Carovana del Giro d’Italia” che, ogni anno, diletta paesi e città con la sua comitiva rosa, e creare uno dei punti di forza del turismo calcistico italiano.

Il camper visitabile con i prodotti ufficiali, la baracchina con tutti i gadgets non ufficiali, la musica, i quiz a premi sulla storia della squadra, i gonfiabili con tanto di porta e palloni per tutte le età, le porte con le sagome per chi si cimenta nel tiro e nel gioco del calcio, i biliardini a lunga schiera, il subbuteo viola, i punti di ristoro: fanno di un giorno con la squadra del cuore, un giorno indimenticabile. Anche senza incontrare di persona i giocatori.

E poi arricchiscono il Villaggio. Unica nota dolente, infatti, sono i prezzi, che per certi prodotti sono risultati veramente cari ed improponibili. Pensiamo che un astuccio marcato Fiorentina, non ufficiale, per bambini di scuola materna-elementare costa circa 30 euro, o una penna multicolore 4 euro…Ma si sa, per una volta, si chiude un occhio e si fan contenti bambini e (soprattutto) genitori.

Fonte: Federico Berni
Fonte: Federico Berni

La località infine, si presta ed offre uno spettacolare ambiente per qualche giorno (o solo per qualche ora) di riposo, accanto ai “campioni” del cuore. In questo caso, specifico, della Fiorentina, le Dolomiti e la Val di Fassa, di cui niente c’è da dire in più al nome che portano.

La sera, nella piazza del paese, tutti riuniti attorno a esperti di calcio, di storia, di attualità, scomodati, per l’occasione, proprio nel nome di una squadra e di una passione calcistica che in questo caso getta anche uno sguardo alla diversità, alla disabilità e all’impegno sociale.

Questa è una forma di tifo e di legame con la propria squadra del cuore (non importa quale colore abbia!), sempre civile e nel rispetto reciproco (che spesso non c’è), che non si potrà fermare mai, con nessun tornello, con nessun body-guard, con nessuna tessera, con nessuna telecamera, con nessuna legge e con nessuna tecnologia.

Allora onore ai tifosi “da salotto” i quali, comunque, seguono la squadra,  ma, particolarmente onore ai tifosi presenti, alla “gente da stadio”, al “turista calcistico” che prende, parte e va.

Fonte: Federico Berni
Fonte: Federico Berni

 

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