Genoa-Siena: arrivano 16 deferimenti! Preziosi non ci sta: “Usato solo il buon senso”

Arriva un deferimento che non aveva precedenti in Italia.

Fonte: Danilo Rossetti

Per i fattacci di Genoa-Siena del 22 aprile scorso, ovvero, quando all’8° minuto della ripresa, un gruppo di ultrà invase i distinti e minacciò i giocatori, intimandogli di togliersi quella maglia che “non erano degli di indossare”, sono arrivati ben 16 deferimenti, oltre che per il presidente Enrico Preziosi e il club rossoblu.  Ebbene si. L’accettare le imposizioni degli ultrà è stato considerato dal Procuratore federale una violazione dell’articolo 1 del Codice di Giustizia, ossia:Le società, i dirigenti, gli atleti, i tecnici (…)devono comportarsi secondo i principi di lealtà, correttezza e probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva”. E’ arrivato, quindi, il deferimento per i giocatori  del Genoa (Sebastien Frey, Andreas Granqvist, Marco Rossi, Rodrigo Palacio, Giandomenico Mesto, Cesare Bovo, Juraj Kucka, Alberto Gilardino, Davide Biondini, Luis Miguel Pinto Veloso, Jose Eduardo Bischofe, Valter Birsa, Kahka Kaladze, Jorquera Torres Cristobal, Giuseppe Sculli e Luca Antonelli) poiché hanno ceduto ad un’illegittima pretesa loro rivolta, di fatto legittimando un comportamento violento, intimidatorio ed aggressivo da parte dei medesimi sedicenti tifosi”. Il presidente Preziosi, invece, è stato deferito per responsabilità diretta, poichéha invitato e, comunque, consentito che i propri calciatori consegnassero le magliette di gioco”. Deferito anche il dirigente Francesco Salucci.  Quello che rischia il Genoa è un’ammonizione, ma anche una penalizzazione in classifica. I dirigenti invece rischiano una squalifica. La notizia arriva direttamente dal sito della Figc.

Il presidente Preziosi ha commentato così ai microfoni di SkyOra basta perché con il Genoa vengono sempre usati due pesi e due misure , guardate cosa era accaduto nel derby a Roma perché si erano inventati un morto e nessuno li ha deferiti. Non accetto di essere mazziato e cornuto perché se le forze dell’ordine hanno usato il buon senso anche noi in campo lo abbiamo fatto. Ora dicono che non dovevamo consegnare le maglie, certe situazioni vanno vissute, c’erano centinaia di tifosi e la situazione era pericolosa. Io faccio autocritica, ma in quella situazione non posso rimproverarmi nulla: abbiamo usato solo il buon senso, c’erano mamme e bambini che scappavano. E’ un problema di cultura soprattutto. Io rischio parecchio tutti quanti i giorni, ma cosa ne sa la giustizia sportiva di quello che succede a me, insultato anche di notte. Ma che Italia è questa? Chi mi difende? Io non ho mai avuto un contatto con gli ultrà. Chi c’era lì? Io e i giocatori che abbiamo subito violenza, Genova si deve svegliare perché le sta passando tutto addosso”.

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