Il Campionato secondo Soccermagazine: a dita alzate

La giornata di campionato appena trascorsa è una di quelle che ricorderemo più per gli episodi, per le parole, che non per i bei gol e i punti pesanti in ottica Scudetto o retrocessione, anche perchè non ce ne sono proprio stati.

 

Fonte immagine: Tommaso Naccari
Fonte immagine: Tommaso Naccari

Non vale fare la parte dei moralisti. Quanto successo al Ferraris di Genova nel bel mezzo di Sampdoria-Roma non si potrà dimenticare ma neanche una condanna a tutti i costi sembra essere la cosa migliore da fare.
Quel dito medio mostrato da Delio Rossi – a Burdisso? Totti? De Rossi? – può interpretarsi come segno della ‘garra’ di prim’ordine, quell’enfasi nel gioco che nasce in campo e muore in campo, uno stato di trance che, inevitabilmente, una partita vibrante come quella di Genova ti porta a vivere.
Invitare a tornare negli schemi è giusto, anche perchè da un allenatore ci si aspetta sempre che dia l’esempio alla miriade di spettatori sparpagliati nel paese, ma è un peccato che il giorno dopo si stia attenti a rispolverare gli episodi che hanno già contraddistinto la lunga carriera di Rossi piuttosto che mettere l’accento sullo straordinario lavoro che il tecnico sta portando a compimento in blucerchiato.
La Roma annichilita, una Samp finalmente tranquilla e lontana dai bassifondi, giocatori come Icardi e Sansone che possono essere nuovi gioielli per i blucerchiati.

 

Il buon Delio non è stato l’unico a tenersi impegnato le dita.
A Cagliari ha fatto parlare anche l’indice portato al naso di Balotelli subito dopo il rigore realizzato del pareggio, portando le sue marcature a 3 in due partite giocate.
Zittire i tifosi non è mai cosa simpatica, soprattutto in una cornice come quella dell’Is Arenas calda ma mai volgare nei confronti del giovane numero 45, abituato a ben altro in altri stadi.
A proposito, ci vengano a spiegare oggi come la struttura sarda possa essere messa in dubbio da Prefetti, Istituzioni e Ministeri del pallone, perchè proprio non lo si capisce.

 

Indici puntati contro Pablo Daniel Osvaldo, dopo il rigore fallito che ha contribuito all’ennesima disfatta giallorossa, con annesse proteste al rientro a Trigoria, o contro Maurizio Zamparini che, nonostante Malesani, ancora non trova i tre punti per il suo Palermo, bloccato sul pareggio dal Pescara.
Alzate sono pure le mani di Giampiero Ventura che, con un perfetto aplomb, non sa spiegarsi le enormi sviste arbitrali che condannano il suo Torino alla sconfitta in quel di Udine.

 

E in vetta?
Per una volta, forse, nessuna polemica, nessuna mano calda, per restare in tema.
La Juve strapazza la Fiorentina, antipasto per la Champions, e allunga sul Napoli che riesce a strappare un pareggio all’Olimpico e a mantenere invariate le distanze dalla Lazio.
Per l’Inter è giorno di ritorni: non solo tornano i tre punti, infatti, ma Stramaccioni può sorridere per il ritorno a gol di Diego Milito, primo nel 2013, e quello in campo di Dejan Stankovic, dopo l’ultima apparizione dello scorso Maggio.

 

E speriamo si possa tornare a parlare solamente di calcio tra sette giorni.

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