Il personaggio della settimana: Edinson Roberto Cavani Gómez

Edinson Roberto Cavani Gómez, nato a Salto, il 14 febbraio 1987, è il nostro personaggio della settimana. In 4 giorni, goal al Manchester City e tripletta al Milan, per la gioia di tutti i tifosi del Napoli. Già questo basterebbe per decretarlo il personaggio della settimana, in più la sua tripletta lo fa entrare anche nella storia del club rossonero, infatti, è il primo giocatore di questo millennio ad aver segnato una tripletta al Milan. L’ultimo a riuscirci fu Gabriel Omar Batistuta con la Fiorentina nel 1998.

flickr.com/photos/tylerdurdan

Cavani è figlio d’arte, anche il padre Luis giocava a calcio, così come il fratello Walter Guglielmone, che è ancora in attività. Fin da bambino il pallone è il suo migliore amico, a 12 anni già entra nelle giovanili del Danubio, dove cresce con il soprannome di Botija (ragazzino) per la sua “fragilità” fisica. Il 2006 è l’anno della svolta, debutta in prima squadra con il Danubio siglando 12 goal, e partecipa al Torneo di Viareggio, dove si mette in mostra agli occhi di molti dirigenti Italiani, tuttavia alla richiesta di 500mila euro per il cartellino, l’Inter, la società più interessata, decide di mollare la presa. Al Danubio grazie ad un compagno di squadra, si avvicina alla religione, infatti, Edinson è molto credente, è di fede cristiana evangelica pentecostale. La svolta giunge però a gennaio 2007 nel Sudamericano Sub20, torneo di qualificazione a Mondiali U20 e Olimpiadi, dove Edinson è capitano, e poi pallone d’oro del torneo, in cui segna 7 splendidi goal in 9 partite, ed è in questo torneo che fa innamorare i dirigenti del Palermo e viene battezzato El Matador. Il Palermo lo acquista il 29 gennaio 2007, l’uruguaiano fa il suo esordio in Serie A, il 31 marzo 2007, e riesce anche a fare un goal spettacolare. Tuttavia la prima stagione italiana non è fortunata, anche per un infortunio che lo costringe a finire la stagione in anticipo. Stagione 2007-2008, 33partite e 5 goal, è qui che inizia l’equivoco tattico, poiché Guidolin lo fa giocare punta esterna, poi con l’arrivo di Delio Rossi e la presenza di Amauri tra i rosanero, vede poco il campo. La stagione successiva, con l’addio di Amauri, finalmente Edinson Cavani inizia a mettersi in mostra, chiude il campionato con 14 reti. La Stagione 2009-2010 con l’avvento di Zenga sulla panchina del Palermo, inizia molto bene per l’uruguaiano. A dicembre 2009, Cavani, insieme al suo compagno di squadra Bertolo, è vittima di una vile aggressione, la macchina sulla quale viaggiavano i due è presa a calci da alcuni vandali. A gennaio Cavani chiede di essere ceduto, ma il presidente Zamparini lo convince a restare, ma qualcosa con l’ambiente si è rotto, in più nell’ultima parte di stagione a lui sarà spesso preferito il suo connazionale Abel Hernandez. L’estate 2010 è l’anno dei Mondiali, el Matador, è selezionato per la “celeste”, e si ritaglia uno spazio importante, il tecnico dell’Uruguay, Tabarez, lo schiera per fino esterno di centrocampo, pur di non privarsene, chiude il mondiale con 6 presenze e un goal. La svolta di Cavani è il 22 luglio 2010, dopo il grande mondiale, viene acquistato dal Napoli, che lo strappa a società come l’Inter e il Tottenham, fin da subito è accolto dai compagni nel migliore dei modi, infatti, Lavezzi gli cede la maglia numero 7. Il Napoli, e il suo allenatore Walter Mazzarri, prendono Cavani con la convinzione di farlo giocare prima punta. Nel giorno dell’addio di Quagliarella, la partita di ritorno contro gli svedesi dell’Elfsoborg, Cavani fa capire ai tifosi del Napoli, che non farà rimpiangere l’attaccante di Castellammare, segna una doppietta, e inizia la sua bellissima annata. Chiude la prima stagione al Napoli con la qualificazione in Champions e uno score impressionante, 33 goal (4 triplette) in 47 presenze, superando il record di Vojak che resisteva da settantotto anni. Una stagione magica per l’attaccante, che in estate vince anche la Coppa America con la sua nazionale.

Edinson Cavani è il prototipo dell’attaccante moderno: tecnica, fisico, velocità, resistenza e senso del goal. Una delle sue grandi qualità è l’aiuto costante in fase difensiva, spesso lo trova al limite della sua area di rigore per conquistare palla e ripartire. La sua umiltà, da “atleta di Cristo”, lo sta portando alla giusta ribalta, complice una posizione tattica più adatta, e l’ambiente di Napoli, perfetto per i sudamericani come lui.
Atleta di Cristo, Matador, Butija, chiamatelo come volete, ma una cosa è certa: Edinson Cavani si sta prepotentemente candidando a entrare nella storia del calcio come uno dei migliori attaccanti della storia.

 

 

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