Inter, Ausilio spiega il mercato dei neroazzurri: “Mazzarri è confermato. No agli scambi con la Juve”

Piero Ausilio, dalle pagine di Tuttosport, quotidiano a cui ha concesso una lunga intervista, ha toccato molti temi in casa Inter: dalla situazione della squadra, passando per Mazzarri senza escludere, naturalmente, il calciomercato.

Ausilio e Thohir (Fonte immagine: inter.it)
Ausilio e Thohir (Fonte immagine: inter.it)

Partendo proprio da Walter Mazzarri, Ausilio ribadisce la fiducia riposta nel tecnico anche dal presidente Thohir: “Sì. Mazzarri non è solo, in società siamo tutti con lui. In Italia, se le cose vanno male, bisogna per forza dare la colpa a qualcuno: oggi si demonizza Mazzarri, in passato è toccato ad altri. Due partite andate male sono qualcosa di estremamente piccolo rispetto a quello che può essere la nostra progettualità. Thohir ha confermato il tecnico? Bene, personalmente non l’ho mai messo in dubbio: sono concentrato su come superare questo momento, sulla condizione atletica precaria, la fragilità mentale mostrata dalla squadra a Firenze. Siamo convinti che alla lunga il lavoro del tecnico, la sua esperienza e la forza che la nostra fiducia gli darà ci ripagheranno. La storia di Mazzarri parla chiaro: ha sempre centrato l’obiettivo, anche con l’Inter l’anno scorso. E questo ci dà la forza: prima o poi i frutti del lavoro di un allenatore serio verranno fuori. L’importante è restare fermi sulle proprie idee, come in qualsiasi azienda in cui si crede nel progetto intrapreso”.

Mazzarri confermato dunque nonostante il poco feeling con i tifosi: “A San Siro sono stati fischiati anche Mancini e Mourinho. Sono all’Inter da 17 anni, ne ho viste di tutti i colori. La cultura italiana è quella che è, non possiamo cambiarla. Nessuno potrà mai avere un consenso unanime, qualcuno la penserà sempre in maniera diversa. Allo stadio la stragrande maggioranza del pubblico incita durante la partita, poi è chiaro, se si perde 4-1 col Cagliari sarebbe sorprendente se non arrivassero dei fischi”.

Più in generale Ausilio ha voluto commentare così il difficile momento dell’Inter: “Abbiamo avuto il coraggio di terminare alcuni rapporti storici con dei senatori considerati degli eroi dai tifosi, non ci può spaventare una settimana difficile. Cagliari è stata una partita stra-particolare, a Firenze sono rimasto sorpreso, perché ci aspettavamo tutti una prestazione diversa. L’abbiamo analizzata perché da uomini di campo dobbiamo anche essere lucidi: fino al 2-0 abbiamo giocato, avuto le nostre occasioni, ribattuto colpo su colpo. Purtroppo Babacar prima e Cuadrado poi hanno inventato due gol e dopo il 2-0 l’Inter ha finito di giocare. Non siamo stati disintegrati dalla Fiorentina, ma dopo il 2-0, è indubbio, sono venute fuori delle fragilità che questa squadra ha. Nella gara precedente, invece, quella col Qarabag è emersa una difficoltà fisica. Speravamo di superare in qualche maniera Firenze per arrivare alla sosta e ricaricarsi, purtroppo è andata così. Adesso la squadra ha lavorato e speriamo che gente come Vidic, Hernanes e Palacio ci dia qualcosa in più”.

Situazione che vede l’Inter, alla vigilia della sfida con il Napoli, al decimo posto con 8 punti: “Questa squadra ha qualità negli uomini, allenatore e giocatori, per giocarsi il terzo posto. Juve e Roma hanno qualcosa in più delle altre e ci sono arrivate dopo anni di lavoro e difficoltà. Ma con le altre abbiamo tutto per giocarcela e non posso pensare che l’Inter sia inferiore a Milan, Lazio, Napoli e Fiorentina. Non me ne vogliano Sampdoria e Udinese, però mi aspetto che a metà campionato le forze vengano fuori. Le prime dieci giornate non fanno testo, soprattutto nell’annata post Mondiale. Guardate le difficoltà che stanno trovando Atletico Madrid, Borussia Dortmund e Liverpool. Volevamo partire subito forte per evitare brutte figure negli Stati Uniti, inoltre c’era un preliminare di Europa League da giocare e non potevamo sapere a luglio il valore dell’avversario. Non voglio nascondermi: forse qualcosa nella preparazione è stato anche sbagliato. Comunque stiamo calmi, siamo solo alla sesta giornata”.

Si passa poi a discutere in merito del nuovo progetto Inter: “Sappiamo che in un anno e pochi mesi non si può risolvere tutto, il progetto di Thohir è a lunga gittata. Per questo bisogna essere chiari. Attualmente l’obiettivo è dimezzare il passivo di bilancio e arrivare piano piano in parità. Questo processo potrebbe essere accelerato dal raggiungimento della Champions, che porterebbe introiti maggiori. Noi il nostro l’abbiamo fatto dimezzando il monte ingaggi, ma sotto i 70 milioni non possiamo andare. Anzi, nei prossimi anni torneremo sicuramente su cifre superiori. Il presidente è un uomo affascinante, ha il karma asiatico unito alla managerialità americana. Ma ha anche capito che il calcio in Italia è una cosa seria, non uno scherzo: bel gioco, i giovani, sono tutte cose importanti, ma alla fine contano solo i tre punti”.

Ultimo tema, sempre attuale, quello del calciomercato. Si parte dalla questione rinnovi, in particolare di Icardi e Kovacic: “Sono rimasto d’accordo con i rispettivi agenti che prossimamente ne parleremo, ma oggi non ho una data fissata. Mi sembra giusto che Icardi, legato a noi fino al 2018, adegui il suo contratto visto che è ancora quello che aveva alla Sampdoria: oggi è titolare, gli va riconosciuto quello che si è meritato sul campo. La stessa cosa vale per Mateo. Un giovane, per età ed esperienza, non può essere leader fatto e finito. Non esiste. Noi abbiamo individuato alcuni giocatori su cui costruire questo tipo di percorso. Magari fra 3-4 anni parleremo in termini diversi dei giovani a cui aggiungo Juan Jesus. Intanto abbiamo scelto di assegnare la fascia a Ranocchia: per motivi comportamentali ed etici la meritava, in più è italiano e non guasta. Andrea si è sentito responsabilizzato, ha saputo fare gruppo, organizzando cene e incontri con i compagni”. 

Per quanto riguarda le operazioni in entrata, Ausilio sottolinea come i dirigenti interisti stiano lavorando per aiutare la squadra a cominciare dalla questione “punta”: Faccio un passo indietro. Noi a fine agosto avevamo deciso di restare con tre attaccanti più i giovani e al momento non abbiamo cambiato idea. L’ultimo movimento che volevamo fare in estate era l’acquisto di Bonaventura, ma era legato all’uscita di Guarin. Il giocatore dell’Atalanta era stato bloccato, l’operazione disegnata col prestito con diritto di riscatto legato a un tot di presenze. Parallelamente stavamo trattando la cessione di Guarin al Valencia. Quando gli spagnoli verso le 18.30 del primo settembre hanno deciso di chiederci il giocatore solo in prestito, abbiamo valutato di tenere Guarin: siamo l’Inter e un giocatore importante o lo si vende o lo si tiene, non si presta”.

Di seguito il ds parla di tutti i nomi, veri o fittizi seguiti dai neroazzurri: “Borini? È presto. Aspetto dicembre per fare delle valutazioni sulla rosa. Oggi resto convinto che l’organico messo insieme sia giusto. Comunque Fabio mi piace, ma il Liverpool se ne priva solo per una bella somma di denaro. Abbiamo fatto un tentativo in estate, ma poi abbiamo chiuso per Osvaldo, la prima scelta di Mazzarri. Baselli e Zappacosta? Sono due giovani interessanti che seguiamo. Firmino? Sono andato in Germania, mi è stato detto che non bastavano 22 milioni per l’80% e sono tornato a casa senza neanche mangiare. Konoplyanka? Alla luce dei parametri che la proprietà mi ha dato, anche la prossima estate faremo il mercato in certo modo, a meno che non arrivi la Champions. Di conseguenza l’Inter ha il dovere di stare attenta ai calciatori in scadenza di contratto, come l’ucraino. Schar? Lo conosciamo bene”. 

Mentre di Rolando, difensore tornato al Porto, Ausilio dice: “Ha 29 anni e il contratto in scadenza nel 2016. Il Porto non lo regala e io non ho voglia di rimettermi a trattare con loro”.

Infine si torna sul mancato scambio Guarin-Vucinic e sul rapporto tra Ausilio e i dirigenti di mercato juventini: Voglio sottolineare che il rapporto con i dirigenti bianconeri, Marotta e Paratici, è di stima e rispetto. Detto questo, se posso vendere o acquistare un giocatore da un’altra squadra, preferisco. Di sicuro, oggi uno scambio con la Juve non lo faccio. I giocatori bravi della Juventus li conosco bene, se si creassero delle buone condizioni ci penserei. Il mio discorso è legato principalmente agli scambi: in fondo ci sono tanti club in Europa e posso trovare altri referenti… Proposta di lavoro dalla Juve? Sono all’Inter da quasi 20 anni (li festeggerà nel 2017, ndr), ho iniziato da segretario del settore giovanile e sognavo di fare il direttore sportivo. Faccio davvero fatica a vedermi in un altro club italiano. Quindi direi “No, grazie”. Mai dire mai, certo, ma visto che ho 42 anni e non potrò restare a vita nell’Inter, una volta terminata la mia avventura in nerazzurro mi piacerebbe, anche per la famiglia, provare un’esperienza all’estero”.

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