Inter, Javier Zanetti: “Il tendine sta rispondendo molto bene”

Javier Zanetti a tutto tondo si confessa in un programma trasmesso questa sera su Inter Channel. Affrontando diversi temi, dai tifosi interisti ai suoi primi calci al pallone, il capitano nerazzurro non perde l’occasione per comunicare ai tifosi quanto gli manca il rettangolo verde. Ecco l’intervista presente sul sito ufficiale nerazzurro inter.it:

Javier Zanetti. Fonte: inter.it
Javier Zanetti. Fonte: inter.it

 

 

“Sono nell’ultima fase di questo recupero e spero al più presto di tornare ad allenarmi con i miei compagni, l’importante ora è guarire bene, il tendine sta rispondendo molto bene. Non vedo l’ora di tornare a rendermi utile in campo. Questa squadra intanto sta facendo un ottimo campionato, al di là della sconfitta con la Roma, dove comunque non abbiamo demeritato… Dobbiamo credere in quello che stiamo facendo. Abbiamo un allenatore molto bravo a fare capire quello che questa squadra deve fare. Non bisogna perdere la fiducia per una sconfitta, anzi, sono queste le partite che fanno crescere di più il gruppo. Abbiamo tanti giovani che hanno tanta voglia di imparare e di scuro ci daranno una grandissima mano, io sono felicissimo dei nostri giovani, ce n’è bisogno e sono forti! Speriamo che assieme a noi vecchietti si possa arrivare a degli ottimi risultati…”

Quanto sono importanti i tifosi? “I tifosi e il loro affetto sono importantissimi per me, gli interisti è dal ’95 che mi dimostrano il loro amore, sono anni ormai che siamo assieme, si sono passati momenti duri e momenti bellissimi, e credo che il tifoso interista meriti il meglio per la fede che ha!”.

Cosa farai quando ti ritirerai dal calcio giocato? “Quando smetterò di giocare, spero di fare qualcosa per questa Società anche fuori dal campo. Vedremo cosa accadrà, io mi auguro di poter fare parte di questa grande famiglia. Penso proprio che continuerò a vivere qui in Italia, i miei figli sono nati qui e si sentono italiani, e anche io dopo tutti questi anni mi sento italiano!”.

Momento amarcord: quali sono i tuoi ricordi più belli? “Il gol a cui sono più legato è quello della finale di Coppa Uefa a Parigi, perché era il mio primo trofeo e la mia prima finale. Poi ricordo il gol di Verona e quello con la Roma al novantesimo… Ogni volta che ripenso alla Champions, o che la sogno, rivivo quel momento fantastico. Per tutti noi interisti un momento indimenticabile, a me torna sempre alla mente quando l’arbitro segnala il recupero, io guardo Walter Samuel e cominciamo a piangere… e lui torna subito duro in volto ‘dai, mancano ancora 3 minuti!’, fantastico. La Champions è stata una liberazione da dentro, una luce bellissima…ricordo anche la nostra curva, piena già dal riscaldamento, e poi con una coreografia strepitosa. Quando mi chiedono cosa ho provato rispondo che la mia faccia diceva tutto”.

Come vivi le partite stando fuori? Che tifoso sei? “Sono molto tranquillo come tifoso, applaudo le belle giocate e incito i compagni quando sbagliano qualcosa, ma non perdo il sonno, anche perché devo accompagnare i miei figli a scuola!”.

“Con questo stop forzato ho potuto dedicarmi agli Inter Club e alla fondazione, ho viaggiato parecchio, nelle ultime due settimane sono stato in Sicilia e a Malta. Voglio dedicare un pensiero a Lampedusa, che sta vivendo un momento molto difficile, spero veramente che non succedano più queste cose”.

Infine il Capitano racconta un aneddoto sulla sua infanzia: “Quando ero bambino e giocavo a calcio in un campetto che aveva fatto mio padre con i vicini del quartiere, c’era un signore che faceva l’allenatore e quando mi mettevo le scarpe per giocare, me le faceva togliere e mi faceva giocare a piedi nudi! Diceva che così il piede si rinforzava… Alla fine penso che tutto serva, da tutto si impara”.

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