Inter, Javier Zanetti svela: “Io mi sento ancora giovane, voglio essere al servizio del club”

Javier Zanetti, capitano dell’Inter, prossimo ai 41 anni, 19 anni in neroazzurro, si racconta al sito ufficiale della Fifa.

Fonte: inter.it
Fonte: inter.it

In Italia dal 1995, Zanetti è ormai un italiano a tutti gli effetti: “Penso di sì. Quando vivi per tanti anni nella stessa città, giocando per la stessa squadra, alla fine ti puoi identificare con tutto. Il club mi ha fatto stare bene sin dal primo giorno in cui sono arrivato, e mi ha fatto sentire a casa molto in fretta. Non dimentico le mie radici, ma ormai una parte di me è diventata italiana”. Molto forte resta comunque l’anima argentina, 145 sono le presenze con la nazionale albiceleste, paese in cui cerca di tornare ogni volta che ne ha l’occasione: “Trascorro lì una parte delle mie vacanze, e torno anche per visitare amici e famiglia. Lavoro anche per la Fondacion Pupi”, anche se un ritorno certo a Buenos Aires non è nei piani: “No, loro sanno che io e la mia famiglia stiamo bene a Milano. Sanno cosa rappresenti il club per noi e ne sono felici”. Non solo argentini, l’Inter è da sempre una squadra ricca di sudamericani, giocatori con cui il capitano ha stretto forti legami:“Sì, ma non sono gli unici. Ad esempio, Ivan Zamorano, che è cileno, è il padrino di mia figlia. Ivan Cordoba, colombiano, è il padrino del mio figlio più piccolo, e un caro amico italiano lo è del figlio più grande. Non pongo limiti”.

Zanetti arrivò all’inter nel’95, primo acquisto dell’era Moratti, passò dal Banfield ai neroazzurri: “Era una sfida importante per me. Avevo 21 anni e tante cose da scoprire e imparare. Arrivare in una città come Milano era una bella sfida. Le esperienze che ho avuto mi hanno aiutato a crescere, in termini di carriera e di vita privata. Il club mi è sempre stato vicino e mi è stato di grande aiuto. Col senno di poi posso dire che per me è stata la scelta migliore. Sono passati 20 anni, e sono stati molto intensi. Sono orgoglioso di far parte di un club fantastico come l’Inter, che mi ha dato tutto”. Una storia che da allora non si è mai interrotta, una lunga storia d’amore, come amano definirla i tifosi: “Sicuramente, questi sono i miei sentimenti verso la società, la famiglia Moratti e tutti i tifosi. E’ stato amore a prima vista, cresciuto col passare dei giorni, dei mesi, degli anni. Il rispetto mostrato nei miei confronti è incredibile”.

Tornato in campo il 9 novembre, nella sfida interna contro il Livorno, dopo il brutto infortunio al tallone d’Achille, Javier fu accolto da un’ovazione dei tifosi a rappresentare una serata: “Unica, il mio cuore batteva fortissimo e ho avuto la pelle d’oca dopo l’ovazione assordante. I nostri tifosi mi hanno fatto un regalo meraviglioso e sarò loro sempre grato per questo. Quando mi sono infortunato il mio unico desiderio era quello di giocare almeno una partita in più davanti ai nostri tifosi nel mio stadio. E ci sono riuscito grazie al duro lavoro e al sostegno indescrivibile”. Tifosi che gli regalano accoglienze positive in tutti gli stadi: “Mi rende orgoglioso, il calcio è uno sport magnifico che avvicina la gente anche nonostante le rivalità. Per un calciatore non c’è cosa più onorevole di ricevere il rispetto dei tifosi, anche di quelli il cui cuore batte per un’altra squadra”.

Prossimo ai 41 anni, come detto, Zanetti non vede vicino a sé il giorno dell’addio: Io mi sento ancora giovane. E’ una cosa che chiunque deve valutare dentro di sé. Al di là dell’età, dipende tutto dipende da come la gestisci: se sei contento di quello che sei, allora è più facile dare il massimo”; e, quando questo giorno arriverà, Javier Zanetti è comunque certo di non lasciare l’Inter: “Vorrei stare in questa famiglia per sempre, anche dopo che mi ritirerò da calciatore. Una cosa è certa: voglio essere al servizio di questo club.

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