Inter, Mancini spiega: “Dobbiamo tornare a giocare la Champions, ci servono acquisti azzeccati”

È una lunga intervista quella rilasciata da Roberto Mancini al quotidiano torinese Tuttosport.

Roberto Mancini (fonte: www.inter.it)
Roberto Mancini (fonte: www.inter.it)

 

Il tecnico dell’Inter, che nel pomeriggio di domani affronterà la Juventus in un derby d’Italia che appare però meno sentito del solito, spiega: “La Juve è abituata a scendere in campo ogni tre giorni, sa giocare queste partite e, anche se dovesse cambiare qualche uomo, chi andrà in campo, oltre a essere più fresco, sarà motivato dall’idea di dimostrare di poter giocare nella squadra che ha appena raggiunto la finale di Champions. Che Inter serve per batterli? Dobbiamo solo continuare a fare quello che sappiamo. Mancando Hernanes e Guarin, è un po’ più difficile”.  

Sempre parlando di sfide di cartello, a Mancini viene chiesto quale sia il derby più caldo a Milano e se, Calciopoli prima o poi verrà superato: “Sono partite che mi piacciono, perché c’è lo stadio pieno e tanta rivalità. A proposito: credo che la rivalità tra Inter e Juve debba tornare a essere solo a livello sportivo. Bisogna concentrarsi sui novanta minuti, si può vincere o perdere ma è arrivata l’ora di lasciar perdere tutte le altre stupidate. Quanto ci vorrà per dimenticare Calciopoli? Non so, ma credo che tutti quanti debbano fare qualcosa per uscire da questa situazione. È ridicolo parlare ancora di cose che fanno parte del passato. Non se ne può più”

Si passa poi a commentare la stagione dell’Inter: Quando c’è da ricostruire bisogna avere pazienza, è quello che purtroppo a volte manca in Italia. Serve la pazienza di capire che i cicli vincenti inziano e poi finiscono e che quando finiscono occorre tempo per ricostruire. È successo anche alla Juve che ha lavorato tra grandi difficoltà passando anche momenti non semplici e che oggi raccoglie quanto fatto in questi anni, anche grazie al fatto di essersi costruita uno stadio di proprietà”.

I progetti dei neorazzurri però sembrano finalmente destinati a decollare, come sottolinea Mancini: “Prima la nostra era una società “a conduzione familiare”. Moratti però non è che abbia fatto malissimo… ha vinto tutto quello che c’era da vincere e ha centrato tutti i suoi obiettivi. Oggi l’Inter è cambiata, ha preso una direzione differente e speriamo sia vincente come lo è stata l’Inter di Moratti che per questo club ha fatto non il massimo, ma di più. Com’è vivere con un presidente che è dall’altra parte del mondo? Ormai ci sono abituato dai tempi del City: le squadre possono vincere ugualmente, l’importante è che tutti vadano nella stessa direzione. E qui tutti stanno lavorando col massimo impegno“. 

Prima di toccare il tema caldo del calciomercato, Mancini smentisce le voci che nell’estate scorsa lo volevano vicino alla Juventus o alla nazionale: “Non mi hanno mai chiamato, come non mi ha mai chiamato la Federcalcio per la Nazionale”. 

In tanti senatori hanno lasciato l’Inter al termine della passata stagione, e non è stato un addio da poco, soprattutto per quel che riguarda Zanetti e Cambiasso“L’Inter, anche così, avrebbe potuto tranquillamente avere otto-nove punti in più che abbiamo buttato all’aria. Abbiamo preso dei gol per delle stupidaggini che non si vedono nemmeno al campionato giovanissimi. Non facciamo più paragoni con le squadre del passato: l’Inter non è più quella. L’Inter deve lavorare per tornare a essere quell’Inter”. 

Ed ecco quindi che Mancini viene sollecitato in tema calciomercato a partire dall’interesse per Touré e Motta: All’Inter servono acquisti azzeccati: ora non possiamo permetterci di sbagliare. È chiaro che avere giocatori che aumentano la personalità della squadra può aiutarci. Thiago ha fatto un pezzo di storia dell’Inter, è bravo, ha tecnica ed esperienza ed è chiaro che può esserci utile“. 

Su Yaya Touré, ormai dato vicino ai neroazzurri, Mancini spiega: “Non è un fatto di essere tranquillo: il mondo è pieno di giocatori forti, basta volerli prendere. Questo è il momento in cui l’Inter deve tornare a giocare la Champions: non esserci, è come vedere il Bologna in serie B, una cosa che non ha senso. Per questo tutti noi dobbiamo cercare di dare il massimo per riportare l’Inter dove merita per la sua storia. Questo, tra l’altro, è il primo obiettivo che ha in testa Thohir”. 

Altro reparto caldo, oltre al centrocampo, è l’attacco, se Dybala è ormai vicino alla Juve: “Dovessero prenderlo, la Juventus avrà fatto un grande acquisto perché credo che Dybala sia un grande giocatore”; Mancini spiega quale sia la punta cercata dall’Inter: “Sia veloce, segni molto, faccia un sacco di gol, degli assist e che costi poco. L’ideale sarebbe un certo Roberto Mancini. Scherzi a parte, non ci servono scommesse, ma certezze”. 

E sempre in attacco, il tecnico commenta anche la stagione di Podolski“No non è una scommessa persa, anche se non ha reso come speravamo all’inizio. Lukas è un ragazzo serio, molto positivo col gruppo e sono contento di averlo conosciuto”. 

Per finire con il mercato, c’è la questione Handanovic da chiarire: “So che stanno parlando, so che Samir vuole giocare la Champions e credo che il suo sia un desiderio legittimo avendo passato i trent’anni. Lui è stato onesto con noi: se pensa che noi non arriveremo in Champions neanche l’anno prossimo, magari farà le sue scelte“. 

Mancini si congeda poi con un ultimo voto alla stagione dell’Inter e un pensiero a Dejan Stankovic: “Siamo partiti per arrivare terzi, siamo ottavi e quindi è un cinque e mezzo che può arrivare a un sei stiracchiato se dovessimo centrare il sesto posto. Nello staff c’è spazio per Stankovic? Dejan ha giocato dieci anni nell’Inter e ne ha fatto la storia, c’è sempre spazio per lui… Anche in campo”. 

 

 

 

 

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