Inter-Napoli con 3 italiani in campo: tutti neroazzurri

Il calcio, come ogni cosa in questo Mondo che gira, è soggetta a cambiamenti: stasera, nel posticipo delle 20:45 Inter-Napoli, le formazioni delle due squadre ci consegnano un dato: l‘Inter, dopo diversi anni, schiera nuovamente tre italiani dal primo minuto, cosa che non succedeva dalla penultima partita dell’Era Stramaccioni, quando giocarono Rocchi, Ranocchia e Pasa. Mentre il Napoli, e non è la prima volta, si presenta alla sfida del Meazza con 0 italiani in campo.

Foto inter.it
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Per i neroazzurri, infatti, la coppia di centrali sarà tutta italiana: si affiancheranno Andreolli e Ranocchia. Ranocchia è da diversi anni nel giro dell’Inter, mentre per l’ex Chievo si tratta della prima da titolare in campionato. Il terzo, ed ultimo, italiano predilige il gioco sulle fasce, ed è Danilo D’Ambrosio, ultimamente sempre più utilizzato da Mazzarri (vista anche la defezione di Jonathan). L’Inter dalla sua può dire anche di avere un allenatore nato nell’Itali’a Livorno, cosa che non sussiste nel Nápoles di Rafa Benitez.

Ci saranno altri italiani che prenderanno parte alla sfida, seppure in maniera indiretta: Luca Castellazzi, infatti, siederà nella panchina neroazzurra, dove però non ci sono ulteriori connazionali. Mentre la panchina del Napoli è assai più folta di italiani. Assolutamente no. Colombo, Mesto e Insigne gli unici tre aventi come luogo di nascita una regione della nostra appendice peninsulare. In totale 7 italiani su circa 40 calciatori (contando le panchine allargate). La squadra allenata da Benitez, dalla sua, può dire di avere Maggio indisponibile, che altro non avrebbe fatto che pareggiare i conti della singolare classifica su chi ha più giocatori italiani. Indirettamente da questa indagine è emerso che mettendo insieme le rose di Napoli e Inter non si arriva a dieci italiani. A discapito dell’Inter c’è però da dire che 106 anni orsono, al battesimo del club veniva recitato l’indissolubile dogma: “Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo”.

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Edoardo Ciotola

21enne che continua imperterrito a parlare di 'farsi i viaggi' e che sogna di diventare giornalista sportivo di professione. Metà napoletano e metà spagnolo (d'adozione). Cresciuto a pane e Fabri Fibra, ama il calcio (la fede è quella interista) e ascolta qualsiasi tipo di musica. Insomma, non ha le idee propriamente chiare, ma è talmente orgoglioso da essere capace di farne addirittura un vanto. In fin dei conti però una cosa è certa: la sua anima è unita, tramite punti di sutura, alla scrittura e alla comunicazione, di qualsiasi forma esse siano.

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