Italia, parla Tacchinardi: “Conte sta facendo un grandissimo lavoro”

L’ex centrocampista di Juventus e Villarreal, Alessio Tacchinardi, è intervenuto ai microfoni dell’Università del Calcio sulle frequenze di Radio Popolare Roma 103.3 FM.

Fonte: Claudio Ciardi
Fonte: Claudio Ciardi

 Ecco le molte dichiarazioni effettuate:

Nazionale: Antonio Conte valore aggiunto considerando la lista degli infortunati ed altre sventure?
“L’Italia di ieri non è la migliore Nazionale, la Croazia è nettamente superiore. Tutti i loro giocatori giocano in campionati migliori, più veloci. È una buona squadra, ma non è la migliore diEuropa, e ci hanno messo in difficoltà, ci hanno schiacciato, a noi manca la qualità. Antonio sta facendo un grandissimo lavoro, il carattere c’è ma bisogna lavorare. La Nazionale di ieri è specchio del nostro calcio, che è in crisi”.

Differenze tra calcio italiano e calcio europeo?
“Io faccio l’opinionista in tv. Quando seguo la Champions su tutti i monitor, non riesco a starle appresso, le partite sono troppo veloci. In Serie A invece riesci a vederle tutte. Io ho giocato all’estero, c’è meno pressione, che logora gli allenatori e incide sul risultato. In Italia spesso l’allenatore sta lì per non prenderle, cercando di salvaguardare la propria panchina. Gli arbitri poi fischiano ogni secondo, spezzettano il gioco. Si perde intensità, che ieri i croati avevano. I giocatori croati giocano nei maggiori campionati come Premier, Bundesliga e Liga, dove imparano questo tipo di gioco, fatto di alti ritmi. Ma anche nel loro campionato i ritmi sono più alti del nostro calcio”.

Usando la bacchetta magica, se potessi cambiare immediatamente una cosa del nostro calcio, dove interverresti?
Ci vorrebbero anni per cambiare le cose. Partirei dal settore giovanile, tra 5-7 anni avremmo giocatori che potranno cambiare le sorti del nostro calcio, oggi non ce ne sono. Non saprei cosa cambiare nell’immediato.

Una volta c’era più abbondanza di talenti italiani. Ieri sera la Croazia ha dimostrato di avere un tasso tecnico maggiore.
“Vero, oggi siamo in difficoltà. Non si può mettere la testa sotto la sabbia, tocca fare qualcosa, come detto prima, lavorare sui giovani. Piccolo appunto: ieri sera sugli spalti il clima era quello di una festa, dopo di che lo scenario è diventato quello di una guerra. I nostri tifosi per assistere alle partite devono lasciare nome, cognome, indirizzo di casa e altre informazioni personali per fare il biglietto, perché non si fa lo stesso con i tifosi delle altre nazionali?”

Buffon ieri è stato protagonista in negativo con una clamorosa papera. Anche se il mondo del calcio si è schierato in difesa del numero uno italiano, secondo me è un portiere sulla via del tramonto. Cosa ne pensi?
“E’ vero che ieri ha fatto un grande errore che da lui non ti aspetti, era una palla che poteva essere presa facilmente. Però a me nell’ultimo periodo ha convinto, il periodo calante iniziato due anni fa si è concluso ed è in ripresa, quindi non vedo un problema Buffon. Penso sia ancora un valore importante per la Nazionale”.

Con Mancini cosa cambia per l’Inter, soprattutto prima del derby?
“Per Mancini è stato il momento migliore per arrivare. La strada che l’Inter aveva preso era brutta, era una squadra abulica, con la tifoseria contro, c’è la possibilità di rialzare l’umore dell’ambiente. Come capacità tecniche possiamo mettere la squadra di Thohir dopo Juve, Roma e Napoli, ma Mazzarri non riusciva a darle gioco, non si trovavano gli ingranaggi giusti. Mancini non ritrova la sua Inter, ma ha comunque grandi giocatori, può iniziare un nuovo ciclo”.

Thohir potrà dare i grandi giocatori che Mancini ha sempre avuto?
“Già Mancini prende molto di stipendio, lui e i suoi collaboratori. Quindi economicamente è una scelta importante. Ma già la squadra attuale può competere senza problemi”.

Ti piace la Lazio di Pioli, può impensierire la Juventus?
“Sì, è una buona squadra, con un buon allenatore. Secondo me ad inizio stagione si puntava troppo in alto, la Lazio anche se gioca bene, deve mantenere un profilo basso. Comunque è una squadra fastidiosa con un pubblico fantastico e può dare problemi a tutti, Juventus compresa. La partita sarà difficile anche perché la Juve avrà la testa in Champions”.

Parlando del passato e di mercato, le romane si sono mai avvicinate a te?
“La Lazio mi voleva, mi aveva cercato Eriksson, che a me è sempre piaciuto molto come allenatore. Roma è un posto meraviglioso sia come città che come realtà societaria”.

Come vivevi i prepartita con la Roma? C’era molta attesa?
“Sono sempre state sfide sentite, mai come le altre. Vorrei fosse meno invalidante la cosa, ogni volta che venivamo a giocare all’Olimpico c’era molta pressione. E’ bello che le città vogliano superarsi, e sono contento che adesso la Roma con questo presidente sia tornata ad essere competitiva. E sarà fino alla fine dell’anno una bella sfida”.

Tevez dietro le punte ti convince?
“Quando non si conosceva Morata non si poteva dire potessero giocare insieme. Oggi vedendolo giocare si è capito che è un giocatore che svaria molto in campo, ma non ti fa reparto, gira e apre gli spazi. E possono giocare insieme lui e Llorente, con Tevez dietro. Allegri anche al Milan giocava in modo simile. Quei tre hanno tutto per giocare insieme”.

Garcia ha detto di poter vincere lo scudetto. Ci credi? O è una strategia per pompare l’ambiente?
A me Garcia è piaciuto. Quella dichiarazione ci stava, ma continuare a dirlo può diventare deleterio. Sta pagando gli sforzi della Champions, ha molti punti in meno rispetto all’altr’anno e fa molta fatica. È diventata una squadra meno spettacolare e più cinica. Comunque penso che continuare a parlare di scudetto può dar fastidio, carica troppo l’ambiente. Bisogna parlare con i fatti adesso”.

 

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Andrea Antoniacomi

Mi chiamo Antoniacomi Andrea, sono di Cortina d'Ampezzo ma sono nato a Pieve di Cadore il 23 febbraio del 1990. Diplomato presso l'istituto "Leonardo da Vinci" di Belluno con il voto di 80/100, dal 2011 studio a Milano presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, nel corso di scienze della comunicazione politica e sociale. Il mio sogno è di diventare un giornalista, prima pubblicista e poi professionista.

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