La magia del calcio di una volta e la tristezza degli stadi vuoti di oggi

Qualcuno ricorda e rimpiange il calcio alla vecchia maniera perchè andando indietro nel tempo ritrova nei suoi pensieri immagini, istantanee, affetti che per forza di cose oggi non esistono più.

Fonte: Rocco Soranno

Quando Sky o Mediaset Premium per i comuni mortali, sembravano nomi di satelliti dell’universo lontano anni luce dalla terra, le domeniche pomeriggio degli italiani (se non andavano allo stadio) erano prevalentemente costituite da un abbondante pranzo, magari dai nonni, e la conseguente scampagnata con la vecchia “Uno” o “Ritmo” con l’immancabile “Tutto il calcio minuto per minuto” a far da cornice al paesaggio; tra un sussulto del papà che aveva giocato la schedina, una smorfia del figlio che era teso per la squadra del cuore e l’aria spazientita della mamma che non ce la faceva più a sentire la voce rauca di Sandro Ciotti.

Il lusso era riuscire ad essere sul divano alle 18:00 per non perdersi “90esimo minuto” ma se le giornate erano lunghe e belle, la mamma saliva in cattedra imponendo di restare chissà dove e i gol venivano rimandati alla sera quando c’era la “Domenica Sportiva”.

Non c’erano anticipi e posticipi e il 13 al Totocalcio era il sogno di milioni d’italiani.

Oggi, come ogni cosa, il calcio si è evoluto; la tecnologia ha fatto passi da gigante, gli sponsor, le televisioni, gli interessi sono aumentati a dismisura e, conseguentemente, il pallone si è dovuto adeguare a tutto ciò.

E così capita di vedere una giornata di campionato cominciare il venerdi e terminare il lunedi, con buona pace dei tifosi che per controllare una schedina o l’esito di una giornata del fantacalcio (anch’esso una novità dei giorni nostri) devono aspettare e sudare le fatidiche sette camicie.

Persino lo sfottò, che esiste dalla notte dei tempi, è cambiato in virtù di questo spezzatino.

Se una squadra perde il venerdì e la squadra dei rivali gioca il lunedì, i poveri tifosi della prima squadra dovranno “sentirsele dire” per tre giorni prima di poter sperare di replicare…una tortura!

Ma il tifoso cosa ne pensa di tutto ciò?

Si sa che a noi italiani non sta mai bene nulla e c’è da scommettere che qualora si tornasse al calcio di una volta parecchi storcerebbero il muso, gli stessi che oggi si lamentano di tutte queste partite.

Ma a quanto pare la maggior parte dei tifosi sono stufi di essere “comandati a bacchetta” dalle televisioni.

A nessuno di loro viene in mente il tifoso che è costretto a pranzare all’ora di colazione per andare a vedere la partita delle 12:30, oppure deve indossare cinque maglioni e tre giubbotti per vedere il posticipo delle 20:45 magari a 9 gradi sotto lo zero (Inter-Lazio insegna) o ancora chiedere ferie il venerdì o il lunedì per seguire la propria squadra del cuore.

A nessuno di loro…

Naturalmente a più di qualcuno sarà capitato di dire tra sé e sé “Ma chi me lo fa fare?”…o forse questo era proprio lo scopo di molti addetti ai lavori, visto che la soluzione al problema è starsene a casa a guardare la partita in tv!

Così le mogli son felici, le televisioni e i relativi abbonamenti pure e gli stadi…vuoti!

Poi, paradossalmente, ci si sofferma a guardare le trasmissioni televisive che dedicano intere puntate all’argomento sopraindicato porgendosi il quesito quasi in maniera stupita: “Come mai la gente non va più allo stadio?”.

Se a questo ci aggiungiamo le difficoltà nell’acquisto dei biglietti dopo l’avvento de “La tessera del tifoso” (ma questo è un discorso a parte da affrontare in maniera più approfondita) ecco che ognuno di noi posa i vessilli della propria squadra e alza l’unica bandiera possibile…quella bianca!

Dunque non resta che accomodarsi comodamente sul divano, accendere la tv e “godersi” i prossimi 34 giorni di fila in campo che ci aspettano da oggi in poi, cercando però di battere un avversario fortissimo che ogni volta si presenterà dinanzi a noi…le mamme, le mogli o le fidanzate!

Passeranno pure gli anni, cambieranno le cose, ma questa lotta, di sicuro, non finirà mai!

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Su questo sito utilizziamo strumenti nostri o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente usati per permettere al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare statistiche di uso/navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare opportunamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore con noi. Cookie policy