Lazio: oggi la sentenza sul processo agli Irriducibili

Questa la notizia ANSA del 13 ottobre 2006:

 

Lazio-Cesena fonte:Alessandra Fanciano
Lazio-Cesena fonte:Alessandra Fanciano

“Estorsione ed aggiotaggio. Con queste accuse il nucleo valutario della guardia di finanza ha eseguito 8 ordinanze di custodia cautelare. Colpito da ordinanza anche l’ex bandiera della Lazio Giorgio Chinaglia, attualmente in America. Si tratta dell’inchiesta della procura della Repubblica di Roma sulla scalata alla società sportiva Lazio, mediata nei mesi scorsi proprio da Chinaglia che aveva parlato di un interessamento di un gruppo ungherese. Tra le persone colpite da ordinanza anche quattro irriducibili della Lazio, Fabrizio Toffolo, Juri Alviti, Fabrizio Piscitelli e Paolo Arcivieri. Sono tutte in carcere, e sono state tutte eseguite, tranne quella nei confronti di Giorgio Chinaglia, le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica della capitale. L’indagine è dei pm Elisabetta Cenniccola, Vittoria Bonfanti e Stefano Rocco Fava ed è stata coordinata dal procuratore della Repubblica Giovanni Ferrara e l’inchiesta ha rilevato come le iniziative condotte dagli indagati siano risultate concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione delle quotazioni del titolo – con oscillazioni fino al 34% del suo valore – e come ogni significativa variazione del titolo nel periodo esaminato sia legata alla diffusione di notizie relative alla vicenda della possibile cessione della quota di controllo della SS Lazio a un fantomatico gruppo estero.
«Se sappiamo dove è Chinaglia? Sì è negli Stati Uniti». Lamberto Giannini, dirigente della Digos, parla dell’inchiesta che ha portato all’emissione di un ordinanza di arresto anche nei confronti dell’ex bandiera dell Lazio. «L’inchiesta non riguarda solo Chinaglia – dice Giannini – ed è stata avviata dalla Procura di Roma dopo che il presidente della Lazio Lotito ha denunciato gravi minacce subite e una sorta di estorsione, finalizzata a fargli cedere la società. Su questo ha indagato la Digos che ha riscontrato un’attività minatoria. Sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza. C’è stato anche un tentativo di aggressione fisica nei confronti di Lotito. Mi sembra giusto sottolineare che per quanto riguarda i tifosi coinvolti, si tratta di iniziative personali e che non coinvolgono l’intera tifoseria laziale»
.(ANSA)”.

Ci sono voluti 8 anni per mettere la parola fine almeno al primo atto del procedimento penale. Oggi indipendentemente dal fatto se ci saranno colpevoli o innocenti, qualcuno si è fatto 26 mesi tra carcere e arresti domiciliari in base a “gravi indizi” che con il tempo sono andati in frantumi.  Sparite le “oscillazioni fino al 34% del titolo”, molte delle telefonate anonime provenivano dall’interno di casa di Lotito e che le gravi minacce verso “altri” non ci sono state perché i testimoni hanno ritrattato in parte o completamente. Sembra uno scherzo ma è realtà, perché questo è quanto è emerso dal procedimento che oggi dovrebbe arrivare alla chiusura del primo atto, ovvero alla sentenza di primo grado.

Queste le parole di Domenico Mariani, l’avvocato di Paolo Arcivieri, uno dei capi ultras.

“Ho lavorato per anni sugli atti e posso dimostrare che gli Irriducibili sono innocenti.Secondo l’ipotesi accusatoria ci sarebbe stata una condotta di minacce, compiuta direttamente o indirettamente dagli Irriducibili. Ma questo è avvenuto in un contesto di totale anonimato, perché l’identificazione degli autori non è certa. Nel corso del processo sono stati ascoltati anche ufficiali di polizia giudiziaria, i quali quando il Tribunale ha chiesto “ma voi dagli accertamenti compiuti avete elementi per poter ricondurre questi episodi agli imputati?”, loro hanno risposto “no”. Lotito denunciava delle minacce avute telefonicamente e lui indica tre diverse date. La Digos ha acquisito i tabulati telefonici e si scopre che tutto partiva direttamente da casa sua”.

“Ci sono state tante cose che possiamo definire strane. Basti pensare a quel presunto biglietto anonimo, che sarebbe stato lasciato in una cassetta della posta, davanti alla quale era piantonata una guardia giurata 24 ore al giorno. I casi sono due: o chi mise il biglietto era Mandrake o, più presumibilmente, ce lo pose qualcuno dall’interno… Si accoppiavano a quell’episodio delle telefonate un po’ ambigue, che furono intercettate a 360°. Il 24 marzo 2006 Lotito riceve una lettera anonima sullo zerbino di casa sua, un’abitazione temporanea come raccontò alla Digos. Aggiungiamo anche che aveva assoldato due vigilantes che controllavano l’ingresso dell’abitazione. Quando è andato a sporgere la denuncia ha chiamato la sua domestica, affermando “hai trovato tu il bigliettino posso dare i tuoi estremi?”. Visto che in caso di minacce le vittime sono intercettate, quindi era sotto controllo anche Cristina Mezzaroma, subito dopo la telefonata ricevuta la domestica ha chiamato la moglie di Lotito affermando: “Cristina abbiamo fatto un bel danno”, “perché?” risponde Mezzaroma. “Perché l’ha portato là…”, “o ca**o”, conclude la moglie del patron della Lazio. La stessa domestica ha poi ammesso in Tribunale”.

“Alcuni giornalisti, intercettati nelle conversazioni con Lotito, dissero di tutto per avvalorare il clima di minacce che secondo loro gravitavano intorno a lui, caricando il presidente con delle vere e proprie ‘fesserie’, nel contesto in cui già erano partite le denunce. Questo era il contesto che in quella fase che emergeva in quella fase, mentre oggi quegli stessi giornalisti ammettono che lo facevano solo per accreditarsi agli occhi di Lotito… Questa gente, portata in dibattimento, ha ammesso che stesse bleffando. Poi emerse che gli accusatori aizzavano Lotito, come la Iannaccone, la presidente del Coordinamento Lazio club onlus. Chi si presentava come teste disinteressato, tale non era, poiché aveva degli scopi per accreditarsi agli occhi di Lotito. In Tribunale queste persone hanno fatto una figuraccia.Chi si presentava come teste disinteressato, tale non era, poiché aveva degli scopi per accreditarsi agli occhi di Lotito, infatti agli atti ci sono le telefonate fra la Iannaccone e Lotito, in cui addirittura concordano la denuncia da presentare”.

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