Le dichiarazioni shock di Bengtsson: “La Primavera dell’Inter era una prigione. Mi tagliai le vene, poi…”

Martin Bengtsson, ex giocatore svedese della Primavera dell’Inter, ha rilasciato un’intervista molto forte alla BBC. Il calciatore, classe ’86, ha dichiarato infatti di aver vissuto un’esperienza terribile nel settore giovanile del “Biscione”, arrivando finanche a provare il suicidio.

Fonte immagine: Antonio Fabio Tasca
Dopo una serie di provini all’estero, Bengtsson arrivò all’Inter nel 2004 e visse un’avventura che lo segnò nel profondo: “Sentivo il bisogno di fuggire e il rasoio diventò la mia via d’uscita. Mi tagliai le vene nel modo peggiore possibile, dovevo andarmene in qualche modo. Ero davvero malato, sentivo le voci e iniziai a perdere la percezione anche del giorno e della notte. Tutto ciò che mi ricordo è che vivevo come in una grande nuvola e non potevo più gestire la situazione”.
Bengtsson ha parlato anche di un retroscena di una partita già svelato nel suo libro “All’ombra di San Siro”: “Durante la preparazione ci fu un problema e fummo puniti perché alcuni avevano fumato degli spinelli. Però la punizione colpì anche quelli che non avevano avuto niente a che fare con quella vicenda. Per un paio di mesi perdemmo quasi completamente la libertà di uscire dalle nostre case di Milano anche per fare la spesa. Ebbi una fortissima depressione: mi sembrava di essere chiuso in una prigione.

Bengtsson cercò riparo nella musica, comprando una chitarra ed iniziando a scrivere canzoni, ma anche questa sua passione lo portò al dolore: “Un giorno tornai da un match della Nazionale svedese in Finlandia e scoprii che la donna delle pulizie aveva buttato via tutti i miei fogli con i testi e tutto quanto. Per me fu una cosa drammatica, era come vedere la mia anima gettata sul pavimento”.
Oggi Bengtsson continua comunque a fare musica, grazie al suo gruppo di punk-industriale, “Waldemaar”, ma non si è dimenticato del calcio e dei giovani che coltivano il suo vecchio sogno: “C’è qualcosa di profondamente sbagliato nel modo in cui si trattano i giocatori e nella mentalità che cercano di inculcare. Per certi versi si diventa di pietra e poi è difficile tornare nel mondo reale per rifarsi una nuova vita, perché hai tanta rabbia dentro di te”.

Prima di rendere pubblica l’intervista, dato il peso delle dichiarazioni del ragazzo, la BBC ha provato a contattare l’Inter, ma la società nerazzurra ha preferito evitare di pronunciarsi.

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