Milan, tre mosse per il terzo posto. La “vendetta” del Conte Max per riprendersi i rossoneri

Lo davano per bollito, qualche mese fa.
Da Guardiola a Spalletti, passando per Capello e addirittura Mourinho, nomi su nomi che avrebbero dovuto rimpiazzarlo su quella panchina, che avrebbero dovuto scalzare lui che, con le valigie pronte, aveva fallito l’appuntamento con la grande squadra, coi livelli più alti del calcio nazionale e internazionale.

 

Fonte: http://www.pescaracalcio.com/M2F
Fonte: http://www.pescaracalcio.com/M2F

 

Nessuno ricordava forse che Massimiliano Allegri ha vinto lo scudetto al primo anno di Milan, che l’anno successivo è arrivato secondo – non ultimo – forse anche per una concatenazione di eventi che passano dal famoso ‘gol-nongol’ di Muntari; lo stesso a cui a inizio anno hanno tolto Ibrahimovic e Thiago Silva, non proprio gli ultimi arrivati, – senza tener presente gli addii di Gattuso, Nesta, Seedorf… – per il bene della nave da lui guidata.
Ed eccolo qui, oggi, mostrare fiero un sorriso che sa tanto di sassolini, tanti, tolte da un paio di scarpe che cominciava a fargli male, con i lacci troppo stretti annodati da detrattori vari e da un presidente che con lui ci è andato giù troppo pesante.

 

 

Il ‘Rinascimento’ rossonero degli ultimi mesi è un processo tanto palese quanto evidenziabile.
La squadra ha messo su 21 punti dal rientro dalla sosta natalizia, punti pesanti che le hanno permesso una rimonta incredibile in Campionato: dallo ‘spettro retrocessione’ paventato dai più pessimisti, al terzo posto conquistato ieri sera il passaggio non è breve, e tanti sono i fattori che l’hanno permesso.
Su tutti, tre di questi possono essere considerati i più importanti, la base su cui il Conte Max ha costruito la risalita.

 

ORECCHIE DA MERCANTE – Ha dovuto incassare tanto Allegri, tanto da dover fingere di non ascoltare. Le accuse crescenti da parte di proprietà e tifoseria avrebbero fatto vacillare forse anche un santone della panchina.
Lui è però stato bravo a mettere in campo quanto imparato negli anni di Cagliari, al cospetto di un presidente, Cellino, che da usuale ‘mangia-allenatori’ era stato ammaliato dal suo modo di lavorare.
A questo, e al lavoro sul campo che ovviamente non è mai stato fatto mancare, Allegri ci ha aggiunto il poter contare sulla fiducia di un uomo come Adriano Galliani, abile come il miglior mozzo possibile, ad aiutare il suo comandante per non sbattere contro un iceberg.

 

TRE È IL NUMERO PERFETTO – Nel campionato in cui il tre va di moda soprattutto in difesa – dal Napoli di Mazzarri alla Juventus capolista di Conte, passando per l’Inter di Stramaccioni e addirittura la Roma che, nel periodo più buio, ha portato Zeman ad intentare un improvvisato terzetto difensivo – Allegri ha fondato tutto il suo lavoro sul tridente offensivo.
La difesa del Milan non dava garanzie assolute, il centrocampo ha affrontato momenti difficili, dunque l’attacco s’è rivelato il reparto meglio costruito della squadra: l’esplosione di El Shaarawy, la rinascita di Boateng, i gol pesanti di Pazzini e Robinho e le qualità assolute del giovanissimo Niang hanno trascinato tutta la squadra.

 

EUFORIA NUMERO 45 – Inutile nasconderlo, l’arrivo di Balotelli ha portato euforia e vigore ad un gruppo che stava già risalendo e lo fa oggi ancor più velocemente aggrappandosi proprio a lui.
Indisponibile in Champions, il numero 45 rossonero si è concentrato sul Campionato: 4 gol in 4 presenze, decisivo nelle sfide interne con Udinese e Parma e nella trasferta di Cagliari, con una doppietta all’esordio proprio contro i friulani che l’ha consacrato subito ad idolo dei tifosi.
SuperMario è il Top Player che mancava al gruppo, giovane ma già forte, fulcro del progetto rossonero che sarà: un progetto che, fondando sui vari De Sciglio, El Shaarawy, Niang, Montolivo, Bojan, Saponara, Salamon, Cristante e chi ancora verrà, potrà essere vincente a lungo.

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