Moratti: “Inter società modello”

Fermi tutti, parla Moratti. E’ stato l’effetto vissuto ieri sera nella sala stampa del centro sportivo “Angelo Moratti” di Appiano Gentile, nella quale s’è svolto il Workshop versione 2012, appuntamento che riunisce il club e i suoi partner commerciali. Il numero uno nerazzurro ha espresso parole d’elogio per la società Inter, indicata come modello da seguire ed esportare.

Fonte immagine: inter.it

Ecco quanto dichiarato: “Vi chiedo scusa del disturbo perchè non ero in scaletta e questo molte volte può creare dei problemi…”, esordisce con un sorriso il Presidente, che spiega poi il motivo della sua visita: “Sono venuto soltanto per il piacere, sincero piacere, e la gratitudine che nutro nei vostri confronti. Piacere di vedervi, gratitudine per la simpatia che dimostrate nei confronti dell’Inter anche in momenti come questi e per la capacità e la continuità di voler sostenere l’Inter. Fate bene, questo ve lo dico. Fate bene in quanto anch’io ci credo: lo stesso investimento che voi fate con le vostre società scegliendo l’Inter con le tante alternative che potete avere, è quello che io continuo a fare da anni e uno potrebbe dire: ‘Ma insomma non ti stufi?’. È perchè ci credo, non soltanto da un punto di vista economico, che prima o poi questa cosa funzionerà e funzionerà bene, e comunque sarà una società modello, ma ci credo soprattutto perchè mi piace l’oggetto sul quale faccio l’investimento. Questo bene mi piace, cioè mi piace com’è. C’è la passione di tutti voi, o per chi è interista di voi, che è già qualcosa di meraviglioso, ma è una passione diretta a qualcosa che io considero differente da tutto il resto, che abbiamo cercato anche di rendere ancora più diverso e la grande soddisfazione, bellezza di tutto questo è che i tifosi, la gente, il pubblico l’abbiano sentito, seguito e amato per questa differenza, questo bene. E quindi questo è stato il successo – che in questo caso non è sportivo, ma di carattere sentimentale, aiutato tantissimo certamente dai successi sportivi – che ha dato soddisfazione a tutti, anche a me oltre che a voi, successi sportivi che sono la vera produzione di questa società”.

 

“La produzione di questa società  – continua il Presidente – è giocare a calcio, giocare bene e vincere. Questo rimane. Però, è un veicolo attraverso cui si può comunque, continuamente, credere e voler tenere davanti a noi dei valori interessanti, che non sono da santini, ma sono valori attraverso cui uno ha piacere ad avvicinarsi a una certa cosa. Quindi teniamo duro anche su quelli, che sono dei sacrifici, alcuni, perchè sono da testardi, tipo quello di fare fatica a metterci vicino a organizzazioni che reclamizzano il gioco. Questa è una cosa che molto sinceramente, rispettando tutti, a noi non è mai capitato di fare, anche se lo fanno le più grandi società, lo fa il Real Madrid, lo fa la Juventus, lo ha fatto il Milan, lo hanno fatto tutti. Quindi che cosa c’è di male? Nulla, però noi cerchiamo in tutto ciò di dire no, non è che vediamo il male, ma vedi qualche cosa che in fin dei conti non sposa esattamente il motivo per il quale, finchè ci siamo noi, finchè ci sono io, consideriamo l’Inter qualche cosa di diverso. Anche questo se vogliamo è una forma di sacrificio, di scelta, però attraverso tutte queste scelte, che alcune volte sono coraggiose, da pazzi o che vengono considerate strane, l’Inter comunque continua a crescere in modo un po’ diverso dagli altri e il pubblico e i suoi tifosi sono diversi dagli altri”.

 

A proposito di tifosi come non arrivare a parlare di Andrea Stramaccioni: “Loro amano la società proprio per questa diversità, anche quando si perde li senti assolutamente vicini in quelli che sono i motivi principali perchè uno sia interista. Tutto questo mi rende orgoglioso , per il fatto di poterne essere Presidente, che è un privilegio, ma nello stesso tempo con molto senso di responsabilità per quella che potrà essere la continuità di questa squadra. Continuità dal punto di vista sportivo, come la scelta che ho letto sul giornale essere coraggiosa, ma che io – molto sinceramente – non ho considerato tale, soprattutto perchè ho stimato il nuovo tecnico come una persona capace di farlo e quindi non ho visto nessun coraggio in me nello scegliere una persona che mi sembrava avere tutte le doti necessarie per farlo. Però, in linea di massima, è stata vista come una scelta coraggiosa, un ragazzo giovane, veniva dalla Primavera e poi fortunatamente non ho sbagliato in quelle che potessero essere le doti della persona e ha saputo prendere in mano benissimo la responsabilità più alta”.

 

La scelta di Stramaccioni “che sembra coraggiosa” è in realtà “una linea diciamo nuova, ma è una linea giusta per conto mio di quella che possa essere la politica della Società che vuole, non solo il segno della giovinezza, ma anche quello di una spinta maggiore, di ricominciare dall’inizio quella che possa essere una costruzione, senza dimenticare la riconoscenza, l’amicizia e tutto quello che è necessario nei confronti di un passato recentissimo, nel quale noi siamo coinvolti, quindi figuriamoci se io voglio buttarlo via. Tutt’altro, è una meraviglia da ricordare, da tenere li’, da sfruttare al massimo, ma con tutto questo, mi sembrava giusto dovessimo avere una svolta. Questa svolta è sia sportiva, che politica della Società e cioè che tende a spingere verso situazioni nuove, in una situazione economica generale che è inutile che io vi spieghi come sia. Ognuno di voi, anche se spero ci sia qualche fortunato all’interno della propria società, quest’anno si è trovato davanti a difficoltà certamente maggiori di quelle che ha avuto in tutta la propria vita”.

 

Sono proprio le situazioni complicate che spingono infatti a fare meglio. Anche questo spiega il Presidente: “Qualsiasi cosa quest’anno è vista con questa difficoltà attaccata alle nostre spalle, difficoltà che però ci deve dare la forza di capire dove siano i punti positivi di questa negatività. Dove sono? Ad esempio, lavoriamo tutti di più: per ottenere pochissimo stiamo tutti lavorando il doppio e questo è un buonissimo allenamento per la vita. Certamente nei momenti negativi avremmo fatto un tale esercizio, avremmo ripreso a lavorare così tanto che avremmo superato l’inerzia di un’eccessiva ricchezza, di un eccessivo benessere. E poi la testa, la fantasia. Tanto quanto ognuno di voi è dovuto andarsi a cercare nuovi clienti, meravigliarsi di averne persi altri facili, che sembrava potessero essere li tutta la vita. E invece no, spariscono perchè hanno delle difficoltà. È successo così a tutti e così dobbiamo pensare che possa capitare anche all’Inter e allora che cosa abbiamo tutti pensato? Bisogna andare a cercare nuovi mercati. E dove? Ma anche i più lontani: si parla tanto di questa globalizzazione, che poi non è niente, che vuol dire che il mondo è questo, che bisogna andare in giro a vedere e che si può andare ovunque. Allora, cerchiamo di prendere il coraggio di andare in giro a vedere. E in questo coraggio un esempio, se vogliamo, è stato l’Indonesia o, un altro esempio per noi più pratico e con già dei risultati, è quello della Cina. Potevamo andare più vicino, ma ci è capitato li’ e ci è capitata una cosa interessante, cioè di vedere, di capire, di toccare con mano quanto l’Inter fosse conosciuta. Questo può capitare anche con le vostre aziende: ad un certo punto andate e vedete che il vostro prodotto funziona in un mercato lontanissimo. Tutto questo ci ha portato a dover lavorare così tanto di fantasia, di attenzione, di lucidità, di scelte immediate, di proiezioni, di ottimismo, anche se niente ti mette in condizione di essere ottimista, ma ti mette nella condizione di volerlo a tutti i costi conquistare questo ottimismo”.

 

“Proprio queste difficoltà devo dire che a mio parere, sotto determinati lati, hanno degli aspetti positivi e sono quelli che io e tutti stiamo cercando di portare all’Inter, sia sotto l’aspetto della giovinezza, sia sotto quello di saper affrontare questa difficoltà, sia sotto quello del lavoro, di maggior lavoro per tutti. Lo sappiamo – continua il Presidente -, ma questo è il salvataggio che dobbiamo trovare sia sotto l’aspetto dell’internazionalità, cioè della facilità del dialogo con chiunque e del capire che cosa vuole questo cliente, perchè chiunque fuori da noi è comunque un cliente, cioè qualcuno che devi conquistare. Questo tipo di operazione è qualcosa che mi ha fatto piacere, perchè non è che sia nata da me, ma dalla Società, cioè il tipo di mentalità dell’Inter, ma anche proprio dei giocatori: c’è poco da fare, il fatto che nell’Inter siano rappresentate tutte le nazioni, per altro con la fortuna che questi giocatori siano intelligenti, ragazzi perbene che sono curiosi anche di questi argomenti e che quindi guardano al futuro non come qualcosa che non sarà più parte della loro vita, ma fa parte di quella che è la loro storia, il futuro e vogliono partecipare anche loro”.

 

“Sentirsi vicino qualcuno che ti sostiene e ci crede come te, mi ha aiutato moltissimo, ma ha aiutato anche ad ottenere risultati perchè tutto questo ha fatto si che la Società fosse vista sia in Italia, ma soprattutto all’estero, in modo molto unito, molto forte, con dei progetti, che poi possiamo chiamarla con tutte le parole inglesi che vogliamo, ma non è altro che un forte sentimento di voler fare, di voler costantemente migliorare. Si riesce? Speriamo. Si rischia? Tantissimo, perchè tutte le volte devi andare su mercati che non conosci. Non si conosce la cultura, la reazione, i tempi, però devi armarti di pazienza, di coraggio e portare avanti queste cose, pronti a qualsiasi critica – tanto all’Inter non credo sia difficile imparare velocemente(ndr, sorride) – e tutto questo però è stato per noi un insegnamento, un’occasione per vivere un po’ diversamente questa cosa”.

 

Una volontà che ha fatto si che “fossimo ringiovaniti tutti, per me è un po’ difficile, ma sotto l’aspetto mentale, sentimentale, della proiezione a me è servito, è piaciuto e mi piace. Come l’idea di avere a fianco nuovi dirigenti, una Società giovane, proprio dal punto di vista sportivo, credo sia una spinta in più e spero che tutto questo sia utile. Per chi? Per voi. Devo dire che quando si apre una situazione come questa, di carattere internazionale, è utile avere questi buoni rapporti sia in entrata che in uscita, attraverso l’Inter, attraverso possibilità di avere rapporti. Credo che ognuno di voi abbia delle società alle quali piace vendere in Italia, ma che se potessero vendere anche all’estero lo farebbero volentieri. Quindi tutto questo diventa un po’ un mercato, un centro attraverso il quale si possono fare scambi a livello internazionale ed è un centro dove si può anche discutere su queste cose, una raccolta di pensiero. Se noi siamo attenti, intelligenti e pronti, come avete sempre dimostrato di essere, credo si possa sviluppare qualcosa di molto di più di quello che ho già in mente debba succedere, perchè è la capacità di tutti noi messi insieme che porta avanti, non solo il nome di questa Società, ma il lavoro di tutti noi, che è comunque legato a questa Società, con un prodotto di un tipo o di un altro, un viaggio di un certo tipo, un giornale di un certo tipo, una pubblicità fatta in una certa maniera. È il coordinamento di tutto questo, ma il coordinamento lo tieni insieme di più con il sentimento che con l’obbligo. La fortuna è che qui c’è anche la passione. Sperando che se voi non siete tutti appassionati, con l’Inter un po’ lo possiate diventare, credo che questo possa portare a dei buoni risultati”.

 

Infine, “da un punto di vista sportivo, perchè anche questo bisogna toccare, ripeto: a me fa molto piacere l’idea di avere a che fare con persone giovani, capaci e allo stesso tempo di potermi fidare di persone che hanno fatto la storia dell’Inter e sapere che possono continuare e proiettare in futuro il bene di tutta la parte sportiva, ma anche dell’intera Società. È un sostegno grandissimo di persone di cui mi fido io e si fida tutto il pubblico. Tutta questa chiacchierata è per dirvi che non sono venuto qui preparandola, ma mi ha fatto piacere esprimere i miei sentimenti in un momento di questo genere”.

 

Fonte: Inter.it

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