Napoli – Buona la prima, ma non si può fare a meno di Zuniga

Parte subito bene il nuovo Napoli di Benitez. Tre gol al Bologna nella prima uscita stagionale, e pratica archiviata senza affanni. La prima nota di merito spetta ad un Marek Hamsik superbo, forse galvanizzato dalla fascia di capitano ereditata dall’assente Cannavaro (Benitez gli ha preferito Britos).

Fonte immagine: Danilo Rossetti
Fonte immagine: Danilo Rossetti
Ottimo anche Raul Albiol, che, oltre ad aver neutralizzato ogni minima (e timida) sortita offensiva del Bologna,  ha mostrato grandi capacità in fase di impostazione del gioco, da regista difensivo puro. Discriminante questa che balza subito all’occhio, giacchè nella vecchia gestione i difensori non avevano compiti in fase di manovra.
Non poteva esserci esordio migliore per Josè Maria Callejon; al pronti via, l’ex Madrid prende subito confidenza con la porta, stampando la palla sul palo con una conclusione al volo dai 20 metri. Poco dopo però, segna il suo primo gol in Serie A approfittando di una respinta maldestra di Curci su destro al volo di Hamsik. Tocco facile facile e San Paolo in visibilio.
Non ha segnato Higuain, ma poco importa. Il Pipita ha fornito segnali confortanti. Non sarà un bomber da 30 gol a stagione come Cavani, ma a differenza dell’uruguaiano, sa lavorare e sacrificarsi per i compagni. In più occasioni, Hamsik e Callejon hanno beneficiato delle sue precise imbeccate. Un centravanti totale, che si integra alla perfezione nell’architettura tattica messa a punto da Benitez.
Cavani è speciale, un fuoriclasse e non ci piove, ma è pur vero che il suo killer instinct finiva spesso con l’intimidire i compagni cosi che gli avversari riconoscevano in lui un riferimento e il Napoli dipendeva inevitabilmente dai suoi umori, dalle sue umane limitazioni. Quest’anno invece, con Hamsik, Insigne, Callejon, Mertens e Pandev i partenopei possono fare dell’imprevedibilità offensiva un prezioso punto di forza.
Capitolo Zuniga. Una autentica spina nel fianco per la retroguardia felsinea, ottimi gli affondi, le percussioni palla a piede, gli inserimenti. Sempre puntuale in fase di ripiegamento difensivo. Sorge quindi spontanea la domanda: perché il rinnovo tarda ad arrivare? Non sarebbe saggio venire incontro alle richieste del ragazzo, che – tra l’altro – ha offerte da squadre del calibro di Barcellona, Arsenal e Juventus? Esistono delle prassi invalse in sede di negoziazione, ovverosia, se un calciatore ha uno stipendio relativamente basso non ha una forza contrattuale tale da permettergli di chiedere un rinnovo che vada oltre un certo limite e, probabilmente, è proprio per questo motivo che il Napoli gioca al ribasso. Ciò nonostante, nel post-gara Benitez ha ribadito l’imprescindibilità del calciatore nel suo scacchiere, aggiungendo che la società sta facendo del suo meglio perché l’operazione vada in porto.
La questione, però, doveva già esser chiarita da lungo tempo. Non si può rischiare di perdere uno come Zuniga, tanto più che la Juventus  è in agguato e sarebbe delittuoso rafforzare una diretta concorrente per il titolo. Tuttavia, perdere il colombiano sarebbe grave soprattutto sotto il profilo economico. Ammesso che ci sia, quale sarebbe il valore di mercato di un calciatore di pari livello tecnico? Quale, soprattutto, l’ingaggio che gli azzurri dovrebbero corrispondergli?

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