Napoli, ma ci sarà un futuro per Cannavaro?

E’ un periodo negativo per il Napoli, non lo si può nascondere. La compagine partenopea, accreditata ad inizio stagione come una delle pretendenti principali allo scudetto, seconda sulla griglia di partenza, rischia di rivedere da qui a breve i propri obiettivi stagionali. Non sono solo le ultime sconfitte a ridimensionare il Ciuccio: la penalizzazione di 2 punti ottenuta con il caso Gianello è una mazzata non indifferente, considerando la classifica corta che da diverso tempo a questa parte sta caratterizzando le dirette inseguitrici della Juve. L’idillio si sta a poco a poco rompendo.

Fonte immagine: Danilo Rossetti
Fonte immagine: Danilo Rossetti

Gli azzurri, però, non perdono solamente punti, ma anche pezzi: poco importante alla fin fine la squalifica di Grava, relegato ai margini della rosa nel suo ultimo anno di contratto da onesto soldatino, ma l’assenza di Cannavaro, perno della retroguardia dal 2006, nonché napoletano doc e capitano da 3 anni, avrà delle conseguenze.
Con la sanzione inflitta al numero 28, il Napoli dovrà non solo ricorrere presto al mercato per cercare un difensore, ma sarà portato anche ad iniziare a pensare di scaricare la sua bandiera, soprattutto se, come si teme, la situazione non conoscerà miglioramenti nei prossimi gradi di giudizio. Il pacchetto arretrato è il più vituperato sin dall’avvento di Mazzarri, e la lunga inattività di Cannavaro si farà sentire soprattutto al ritorno del giocatore stesso. A quel punto, tutto dipenderà da come si sarà piazzato il Napoli a fine campionato.
Se la squadra di De Laurentiis dovesse tornare in Champions, infatti, il buon vecchio capitano potrebbe finanche divenire un peso nella rosa. Il Napoli sfrutterebbe la finestra di mercato estiva per rinforzarsi ulteriormente in vista della massima competizione europea, e con le presumibili conferme di gente come Gamberini e Britos, contando anche i probabili nuovi innesti di Gennaio, Paolo rischierebbe che la società gli affidi un ruolo di semplice comprimario, nel rispetto di un contratto che scadrà solo nel 2015. Sempre ammesso che sulla panchina rimanga Mazzarri, per il quale Cannavaro è un fedelissimo. Lo scenario che si profila non è dei migliori: a 32 anni compiuti, reduce da 8 mesi di stasi e con l’eventuale pressione di offerte che non gli sono mai mancate nemmeno di recente, il difensore si troverebbe privato del suo abituale ruolo di protagonista, nonché di simbolo partenopeo della squadra. Una squadra che è ormai una big, che deve comportarsi come tale, e che anche in virtù della nota e manifesta filosofia di De Laurentiis deve guardare al futuro puntando soprattutto sui giovani. Non sono permesse analogie col caso Portanova.
A Cannavaro non resta che sperare in una promessa del presidente. Già in passato De Laurentiis si era rivelato uomo di parola, rinnovando proprio a Grava un contratto in scadenza nonostante un pesantissimo infortunio patito pochi mesi prima, e che avrebbe portato poi il casertano a raccogliere pochissimi gettoni da lì in avanti. L’ingiustizia più grande non sarebbe smettere di giocare pur senza avere colpe, ma smettere di giocare. Con questa squalifica, il Napoli non perde solo punti, non perde solo pezzi: perde la sua napoletanità.

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