Napoli, parla De Laurentiis: “Qui ho ricostruito tutto, ora lo faccia anche l’Italia”

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista a Il Corriere dello Sport in cui si è soffermato sui molti temi di attualità calcistica.

Aurelio De Laurentiis -  Fonte: UK in Italy (Flickr)
Aurelio De Laurentiis –
Fonte: UK in Italy (Flickr)

Il numero uno del Napoli è partito da quanto fatto nel club azzurro: “Ho dovuto ricostruire un club da zero, con la tensione che trasmetteva la priorità di conquistare un posto in Serie A. Una volta raggiunto quel traguardo, la nuova richiesta era quella di competere ai massimi livelli in Italia e in Europa. Ce l’abbiamo fatta”.

Altro tema rilevante è quello della crisi del calcio italiano: “Ciò che non mi convince è la mentalità superata e improduttiva delle istituzioni del calcio. L’anagrafe non conta, le idee sì. Chi non riesce a rimanere giovane dentro è perdente. Oggi abbiamo la possibilità di cambiare sul serio. Bisognerebbe ridisegnare compiti e competenze di Federazione e Lega. L’investitura al ruolo di presidente della Figc non deve essere politica. La Federazione va commissariata: tutti a casa, altrimenti è giusto che ridano alle nostre spalle”.

Crisi aggravata dal pessimo mondiale giocato dall’Italia“Era impossibile pensare di poter andare oltre. Il calcio italiano non funziona, lo dicono i bilanci. Il settanta per cento sono fallimentari. Il calcio di Serie A va ritenuto un’industria quale è. Dovendo scegliere un allenatore al quale affidare una Nazionale da rilanciare bisogna prima riflettere su cosa è in grado di offrire il mercato italiano, la disponibilità e la qualità dei tecnici ma c’è anche un problema di compensi”.

Per rilanciare la Serie A, De Laurentiis ha delle proposte: “Il campionato torni a 16 squadre. L’amico Lotito si accontenta di vincere le partite a metà, limitandosi eventualmente a ridurre a 18 il numero delle formazioni. Se vogliamo tornare competitivi in Europa dobbiamo ridurre la quantità impressionante di partite. La Serie B e la Serie C devono rappresentare il serbatoio del calcio italiano e va introdotto l’obbligo di schierare solo under 25 italiani e il divieto di tesseramento di calciatori stranieri”.

Infine il presidente si è soffermato sulla tragica morte di Ciro Esposito, tifoso del Napoli, deceduto a seguito degli scontri tra Napoli e Fiorentina prima della finale di Coppa Italia: “È stato un dramma collettivo di una città straordinaria. La famiglia di Ciro è stata esemplare, ma ora bisogna intervenire fronteggiando il problema della violenza in maniera semplice e decisa introducendo leggi come in Inghilterra”.

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