Roma, Giuntella sullo stadio: “Il voto slitterà a lunedì”

Tommaso Giuntella, presidente del Pd di Roma, ai microfoni di TRS ha parlato della vicenda dell’Assemblea capitolina sullo stadio della Roma. Queste le sue parole:

Il nuovo stemma della Roma
Il nuovo stemma della Roma

“Serve evitare che ogni volta cada il numero legale. In prima convocazione bisogna avere almeno 24 consiglieri, dalla seconda ne bastano 17. Se cade la prima volta, si va alla seconda. Da domani serviranno meno consiglieri, ci sarà uno strumento in meno per chi sta facendo ostruzionismo e potrà essere gestita più facilmente l’aula. La maggioranza deve approvare ben 186 emendamenti e immaginate gli spacchi e gli ostacoli. I consiglieri comunali non sono professionisti della politica, hanno dei lavori propri: si andrà ad oltranza, non si farà venerdì perché la Lega ha una manifestazione nazionale e la regola prevede che non si convochi l’assemblea per rispetto istituzionale. Capita una volta l’anno e il 19 la Lega è impegnata, il voto slitterà dunque a lunedì”.

“Voi sapete che sono romanista fracico, da utente della città voglio che la nuova città di Roma che si libera finalmente della feccia che ha maleodorato in giro per la città, riparta dall’investimento, che sarà il primo dei tanti. Chi vuole venga in aula per vedere chi sostiene il progetto e chi tenta sempre di ostacolarlo”.

Sull’ostruzionismo: “Ringrazio Panecaldo che sta facendo un grandissimo lavoro, nonostante sia laziale è uno dei protagonisti per accelerare il tutto. Non c’è antiromanismo, ci sono delle parti della città che non vogliono questa operazione forse perché vedono nell’ingresso di una nuova forma di investimento per la città, pulita, nuova, trasparente, un cambiamento radicale per la città. C’è una parte che la usa come scusa per mettere in difficoltà la giunta al momento al governo. Penso che un evento di questa importanza non dovrebbe avere politico né strumentalizzazioni. E’ giusto dividersi per le idee che abbiamo, ma quando si parla di cose così importanti e determinanti per la città, bisognerebbe mettere da parte le divisioni politiche“.

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